Ultimo Domicilio Conosciuto

Ultimo Domicilio Conosciuto
Ultimo Domicilio Conosciuto

Basata sul romanzo omonimo di Joseph Harrington, questa coproduzione franco italiana è interpretata dalla coppia di attori Lino Ventura e Marlène Jobert, due poliziotti che devono trovare un testimone scomparso. Hanno appena una settimana prima che si celebri il processo dove l'uomo, un commercialista, potrebbe avvalorare le accuse contro il malavitoso Soramon. L'ispettore Marceau Leonetti, francese con evidenti origini italiane sin dal cognome (come lo stesso Ventura), è un vecchio poliziotto in disgrazia; il figlio di un avvocato gli ha procurato delle grane a seguito del suo arresto e così Leonetti è stato trasferito in un commissariato di periferia. Qui lo hanno messo a dare la caccia ai depravati che nei cinema assaltano le ragazze sole. Un giorno viene proposto a Leonetti di trovare un uomo scomparso, tutto sembra remare contro, c'è pochissimo tempo e le informazioni sull'obbiettivo sono scarsissime, solo l'ultimo domicilio conosciuto. All'ispettore viene affiancata Jeanne Dumas (Marlène Jobert), una giovane poliziotta, una specie di fatina dai capelli rossi sempre spaesata, candida ed ingenua, tant'è che Leonetti non si capacita del perché abbia scelto proprio una professione come quella della poliziotta. Le indagini consentiranno alla coppia di approfondire la reciproca conoscenza, apprendere il passato dell'altro/a ed instaurare un rapporto di stima e fiducia, nonostante una forte differenza caratteriale e di approccio alla vita. - SPOILER: con tenacia e intelligenza i due riescono a scovare il testimone, padre di una bimba malata che adora. Lo convinceranno a deporre al processo, firmando così di fatto la sua condanna a morte. La polizia infatti, una volta terminato il compito di portarlo in tribunale, si disinteresserà completamente della sua sorte. Jeanne, sentendosi responsabile della morte dell'uomo, della sorte della bambina, nonché nauseata dal comportamento della Polizia, lascerà il suo lavoro, mentre Leonetti continuerà rassegnato ed oramai svuotato fino alla fine dei suoi giorni, incapace di cambiare lo status quo.

Il tono del racconto è amaro, cinico e disilluso, siamo dalle parti del noir, un thriller che ha un forte accento drammatico e pochissima azione. I personaggi sono importanti, centrali, e determinano la cromatura della storia. Leonetti (qui doppiato da Glauco Onorato) ha un passato di cui sapremo col contagocce via via che la vicenda si sviluppa. E' un taciturno, un disilluso, uno stropicciato e la sua umanità ha rarissime occasioni per venire allo scoperto. Jeanne, oltre ad essere più giovane, è una entusiasta, vuole aiutare il prossimo, crede in quello che fa e la sua emotività guida ogni sua azione. Proprio l'interazione tra i due, e di entrambi con la realtà, dona profondità alla sceneggiatura che va ben oltre l'indagine di due poliziotti. Nella sua autobiografia la Jobert raccontò di non essere stata convinta di accettare quel ruolo e che questo portò a diverse discussioni sul set con Ventura. Ci vollero anni perché i due facessero pace e archiviassero la durezza di quei giorni. Lo stesso Ventura è stato un personaggio nel personaggio, nato in Italia, a Parma, si trasferisce ad otto anni a Parigi; cresce da francese ma non prende mai la cittadinanza, rimanendo italiano. Dapprima pratica la lotta grecoromana, divenendo campione europeo nel 1950, poi viene notato da Jacques Becker per Grisbì (1954) ed interpreta un malavitoso grazia a quella sua faccia un po' così, sofferta e sorniona. Seguirà una carriera di 30 anni e oltre 50 film. Prima dei titoli di coda, nel climax dell'amarezza, una citazione chiude il film: "perché la vita è un bene sprecato quando non abbiamo vissuto come avremmo voluto", attribuita erroneamente a Eminescu ma in realtà di un altro poeta rumeno, Cosbuc. Famosissimo il tema principale del film, ad opera di François de Roubaix, recuperato ed usato poi da molti artisti (tra gli altri Robbie Williams, Dr. Dre, Missy Elliot, Lana Del Rey).

Trailer ufficiale

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