Sono molto affezionato a Ondata Di Piacere, è uno dei primi film "di genere" che ho visto. Intendiamoci, fin da piccolo, come qualsiasi italiano medio, ne ho visti in quantità, basti pensare ai passaggi televisivi dei Franco e Ciccio, delle commedie sexy con Banfi, Montagnani, la Fenech e la Bouchet, o i Fantozzi. Intendo, uno dei primi che ho visto con la cognizione di star vedendo "cinema di genere", con tutto ciò che quella definizione porta con sé a livello metacritico. Quando ho iniziato a costituire la mia collezione di dvd, dopo i primi acquisti all'insegna del grande cinema americano, sono cominciati ad arrivare i titoli della RaroVideo, che già da qualche anno si incaricava di recuperare primizie incredibili del nostro cinema anni '70. E' passato qualche anno prima di rivedere ancora questo film (benché lo ricordassi parecchio bene) e l'ennesima visione ha confermato, senza grosse sorprese, il mio genuino innamoramento e trasporto verso questa pellicola di Monsieur Cannibal, al secolo Ruggero Deodato.
Il buon Deodato racconta che il film gli venne commissionato dopo un periodo di inattività cinematografica, nel quale era stato relegato a regista di pubblicità. Quella sceneggiatura (il soggetto vede coinvolto anche Lamberto Bava) fu dunque un'occasione da non lasciarsi sfuggire per rientrare in pista. Non ne era convintissimo, soprattutto non gli piaceva il taglio erotico dato alla storia, ma era sicuro che se ne sarebbe appropriato trasfigurandola nel giallo e nel thriller un po' morboso, come era nelle sue corde. Era previsto molto nudo, e l'allora sua moglie Silvia Dionisio pare si ingelosì molto, pretendendo che, se il film si doveva fare, la protagonista femminile sarebbe dovuta essere lei, così da non lasciare il marito solo in balia delle femmine. Questo aggiunse imbarazzo ad imbarazzo, poiché dirigere la propria compagna, farla spogliare sul set e farla amoreggiare con un altro tizio (e, se è per questo, anche con altre tizie) non deve essere stato facile. Per aggiungere ulteriori complicazioni, il film costò un bello sforzo logistico poiché, essendo ambientato quasi interamente su uno yacht, le riprese dovettero tener conto delle condizioni meteo in mare aperto e della ristrettezza degli spazi, con inquadrature e scene tutte da inventare. Oltre che sui pochi e ripetitivi ambienti, il plot poteva contare su solo 4 personaggi, creare un film noioso sarebbe stato un attimo...e invece, naturalmente, sebbene controvoglia, Deodato girò una delle sue pellicole migliori in carriera, nonché una delle mie preferite in assoluto.
A Ondata Di Piacere ci arrivò dopo una manciata di film d'avventura, qualche commedia, un western e un poliziesco, la poliedricità di Deodato insomma era già evidente. La Dionisio da parte sua era già stata la Titti in Amici Miei e andava affermandosi come un'attrice piuttosto richiesta ed importante del periodo (oltre che una bellezza tanto semplice quanto siderale). Assieme a lei fanno parte del cast Al Cliver (un mascherone di fissità ma alquanto magnetico), John Steiner (la faccia giusta per fare lo psicotico) e Elizabeth Turner, (un'americana un po' scipita ma con buone espressioni). Le due coppie formate dalla Dionisio e Al Cliver e da Steiner e la Turner, di diversa estrazione sociale (elemento che gioca un suo ruolo nel film) si conoscono a Cefalù; da subito si sviluppa un certo interesse incrociato di natura sessuale, fino a che il magnate straricco Steiner invita i due nuovi amici a trascorrere qualche giorno a bordo del suo yacht. Sul natante si creano dinamiche di tensione, erotismo e sopraffazione; le cabine e gli stretti corridoi diventano delle piccole prigioni nelle quali le quattro cavie vivono una convivenza coatta fatta di litigi e pulsioni sessuali, fino al darwiniano esito dello scontro di intelligenze e personalità (nonché di primari istinti animaleschi).
Non cadere nella noia, nella ripetizione o nel ridicolo era davvero l'ostacolo più grande per Deodato, che doveva dosare bene i pochi ingredienti per reggere 88 minuti di tensione. Beh, il risultato è impeccabile; ogni elemento è perfettamente inserito al suo posto, le azione, i dialoghi, gli sguardi, sono tessere di un mosaico che alla fine combacia splendidamente. Il finale - ma un po' tutto il film - ha un tono cinico, amaro, disilluso, anche un po' crudele, ma perversamente suadente ed accattivante. Per alleggerire la clausura dei pochi metri quadrati a disposizione Deodato si inventa qualche escursione subacquea (una delle poche note dolenti del film, dato che in alcune inquadrature si nota chiaramente che gli attori sono in una vasca) e il soggiorno su di un'isola. I momenti di erotismo sono frequenti e bollenti, cosa di cui lo stesso regista si stupì, considerando che non aveva alcuna intenzione di dare troppo peso alla componente lussuriosa del suo film. Ed invece la carica felina delle scene di seduzione della Dionisio e della Turner è piuttosto esplicita, coinvolgente e fuori discussione. Molto buona la definizione dei personaggi, credibili, attraenti, tutti, chi per un motivo chi per un altro. La tensione si respira, è palpabile, evidente. Chi domina chi è il gioco in corso sullo yacht, e i rovesciamenti di fronte sono all'ordine del giorno, secondo uno schema ai limiti della psicanalisi.
Non brillantissime le musiche a mio parere (quella sui titoli di testa addirittura pare decisamente più adatta a un sexy scollacciato che a un thriller). Anche per quanto riguarda il titolo, Deodato racconta che quello non era il suo e che la scelta di Ondata di Piacere fu fatta per rimarcare la componente scabrosa del film (con lui contrario). Da notare infine che il film è inseribile in un filone che veniva dagli anni '60, scaturito probabilmente dal Polanski di Il Coltello Nell'Acqua, e che vide dei gialli "acquatici" ambientati su barche, con venature più o meno erotiche, accodarsi a quello, come Il Sesso Degli Angeli, Interrabang, Top Sensation.