Nel 1973 il produttore Roberto Infascelli (padre di Alex) si mette alla regia e firma La Polizia Sta A Guardare, storia di Cardone (Enrico Maria Salerno), questore di ferro nella provincia bresciana. Mentre Polizia e Stato si arrendono alla criminalità sempre più brutale ed efferata, mentre il Prefetto garantista e "democratico" non muove un dito contro la violenza quotidiana, il pragmatico e risoluto Cardone è deciso a non venire a patti con i malviventi che appestano le città. Stronca qualsiasi ipotesi di tolleranza e convivenza con il sopruso, e dà la caccia alla feccia come un mastino spietato. Sventa delitti ma a caro prezzo. La stampa gli è contro ed i suoi superiori pure, sempre attenti a non pestare troppo i piedi a qualcuno. I metodi di Cardone gli si ritorcono contro, rapiscono suo figlio (vero figlio di Salerno fuori dal set). Pagare il riscatto, calandosi le braghe, o rimanere fedele ai propri principi, difendere la collettività anche a costo del singolo, anche a costo del proprio sangue? Amarezze e tradimenti segneranno le decisioni di Cardone, fino al drammatico e convulso finale.
Il Mereghetti lo definisce uno dei "poliziotteschi di sinistra", per via delle trame eversive che vi si intrecciano, disegnando gli eventi sullo sfondo dei fatti di cronaca spicciola. Nel film si parla di bombe di destra e bombe di sinistra, estremisti di qua ed estremisti di là. Queste alcune critiche dell'epoca (grazie a Pollanet Squad): - A una serie già abbastanza nutrita, ecco aggiungersi un nuovo esemplare del filone “poliziesco” o meglio “questurino”. […] Ci sono però in questa favoletta colorata, diretta da Roberto Infascelli, e che ricalca per più di un aspetto (ma peggiorandone la componente reazionaria) La polizia ringrazia di Steno, alcuni motivi precisi e diverse concrete rivendicazioni […]. Siamo insomma dinanzi a un piccolo ancorché sgangherato manifesto della repressione. Enrico Maria Salerno recita la parte principale, con impegno meritevole di miglior causa. […] (L'Unità, 24.11.74)
- [...] è tecnicamente valido, perché il film ha un ritmo serrato e convincente […]. Funziona egregiamente a livello di spettacolo sebbene il desiderio di approfondire il dramma del protagonista costringa il copione a disegnare frettolosamente le numerose figure e situazioni di contorno. Meno consenzienti ci trova però la morale della pellicola, che da un lato sembra, sia pure per vie indirette, invocare metodi sbrigativamente autoritari nella tutela della salute pubblica, e dall’altro, nel suo cercar di risalire alle origini dell’ondata delinquenziale, fa troppo spesso ricorso alla teoria degli “opposti estremismi”. Cardone è Enrico Maria Salerno, bravo come al solito. (Il Messaggero 24.11.73)
Queste alcune battute essenziali del film, nelle quali si coglie il dibattito (riassunto in maniera un po' spicciola, s'intende) dell'Italia a mano armata degli anni '70, destra, sinistra, tolleranza, repressione, democrazia, eversione, progressismo, ordine:
- (Giornalisti): Anche stavolta la Polizia rimane a bocca asciutta...
- (Ex questore Iovine): Questo non è il primo sequestro e non sarà l'ultimo.
- Che intende dire?
- Che i delinquenti non smetteranno mai di fare quello che fanno. Di miliardari ce ne sono tanti, e hanno figli. Quella è gente che non lavora in perdita.
- Forse le pene non sono troppo severe...
- Non spetta a me giudicare le pene, comunque, prima di punire un colpevole, bisogna trovarlo, ma nei sequestri abbiamo le mani legate. Non ci permettono di intervenire se non dopo il pagamento di un riscatto. Anche stavolta è successo così e la Polizia è stata a guardare.
- (Iovine rivolto al nuovo questore Cardone): Lei conosce meglio di me le nuove leggi che sono state varate a garanzia dei cittadini, specie per quanto riguarda l'arresto, per non parlare poi del fermo di Polizia. Il 99% dei delinquenti è tutelato meglio dei metalmeccanici, sembra un paradosso. E la gente perbene invece non è protetta dai criminali.
Infine citazione cinefila modernista: nella colonna sonora di Grindhouse - A Prova Di Morte la traccia numero 19 è il main theme di La Polizia Sta A Guardare (le due macchine corrono su strade parallele prima dello scontro finale). La colonna sonora nel film di Infascelli infatti contribuisce tanto quanto azione e recitazione alla riuscita complessiva del prodotto. Composta da Stelvio Cipriani, è il manifesto del genere poliziottesco.