La Révélation, uscito da noi come Peccato Carnale, è l'unico titolo cinematografico di Alain Lavalle, aiuto regista per diverse pellicole tra la fine degli anni '50 ed il 1970, sia per la tv che per il grande schermo. In realtà dirige anche due episodi per delle serie televisive francesi ed un cortometraggio nel 1960 che rappresenta un po' il suo esordio in prima persona. Tuttavia Peccato Carnale si attesta come l'unica sua regia finita negli annali del cinema transalpino, per altro in un momento storico culturale piuttosto vivace e dibattuto. Mentre infatti erano ancora caldi gli scampoli della rivoluzione sessuale scatenata dal '68 e ampiamente riverberatisi anche nel cinema, Peccato Carnale si incarica di attuare una controriforma, nuotando controcorrente e, pur servendosi delle stesse armi, sviluppa una filosofia opposta. Claire (Olga Georges-Picot) è una moglie e madre di due bambini. Per un paio di giorni sarà sola, avendo spedito i bimbi a sciare mentre il marito è fuori per lavoro. Viene quindi presa in carico dall'amica Gisèle (Juliette Mills), alter ego di Claire al contrario. Gisèle è una femminista convinta, fautrice dei diritti delle donne, della parità tra i sessi e un po' esibizionista, laddove invece Claire appare molto pudica, riservata e rinunciataria. Dopo una serata assieme all'amante di Giséle, che inizia con una cena al ristorante, passa per una performance teatrale sospesa tra psichiatria, arte contemporanea e nudismo, e si conclude con Giséle ed il suo uomo che non si formalizzano nel fare l'amore davanti a Claire, quest'ultima comincia a fantasticare ad occhi aperti. Il giorno dopo, mentre l'amica è a lavoro, gira senza meta, dapprima per il bosco, poi in città a fare shopping; qui si imbatte nel negozio di uno stilista (Sady Rebbot), amico di Giséle, il quale la prende in consegna e le fa provare un négligé tutto trasparenze; quindi la porta nel proprio appartamento e la corteggia apertamente. Claire si abbandona, non oppone la minima resistenza e lo lascia fare. I due partono per la campagna, presso la la tenuta di lui, un antico mulino. Il weekend romantico progressivamente muta in un rituale di seduzione, culminante nella proposta dell'uomo di praticare un'orgia con un'altra coppia. - SPOILER: Claire rinuncia e torna a casa. Riflette molto su quanto stava per accadere ed alla fine la risultante di tanta elucubrazione è la convinzione di voler infondere nuovi stimoli al proprio matrimonio. Al ritorno del marito Claire sembra pronta per vivere un nuovo rinvigorito rapporto di coppia.
Il peccato carnale del titolo (italiano) si compie, ripetutamente per altro, ma è funzionale alla quadratura del cerchio. Claire non ascolta le sirene femministe e decide scientemente di rimanere una madre ed una moglie, non sentendosi per questo minimamente sminuita come donna. Certo, si potrebbe obbiettare che senza quella esperienza scardinatrice non avrebbe mai potuto mettere a fuoco la sua precisa volontà, tuttavia Lavalle afferma il principio che una donna appunto possa scegliere anche una strada che apparentemente suona come un giogo, o comunque vincolata da obblighi e doveri, anziché librarsi nelle ali della liberazione da ogni "responsabilità sociale". Il mondo del femminismo è manifestamente dipinto in modo un po' farsesco, l'esibizione teatrale "avanguardista" è piuttosto buffa, idem il sogno che fa Claire, nel quale delle sacerdotesse (che albergano sempre in quel teatro) proclamano a macchinetta slogan politici e battaglieri. Claire è passiva, prima si lascia guidare da Gisèle poi dallo stilista, che non fa altro che toccarla, letteralmente guidandola fisicamente, portandola a sé con le braccia e costruendogli la giornata ora dopo ora, come se Claire fosse una specie di manichino capace solo di eseguire un comando. Lei lascia sempre fare, finisce nel letto dello stilista praticamente senza quasi neanche accorgersene. Il suo primo (ed unico) sussulto di personalità si manifesta solo quando ritiene la misura evidentemente colma, ovvero quando sta per essere scaraventata in una specie di capitolo de La Filosofia Del Boudoir di De Sade (per altro vestita di tutto punto come una dama del '700). Quando torna a Parigi, immagina di dire tutto al marito. Capiamo che il loro era un rapporto noioso, lui probabilmente è un uomo noioso; tuttavia la ascolta, sembra comprendere e concederle una seconda chance in nome della salvezza del matrimonio. Ma nulla di tutto ciò che vediamo sta accadendo davvero, è una proiezione di Claire, la quale però si convince che suo marito è l'uomo che ama e con il quale intende dividere il resto della sua vita. Quindi si precipita alla stazione ferroviaria, lo riempie di coccole e si lascia alle spalle ogni incertezza e spregiudicatezza sessuale (che nella campagna aveva prefigurato financo un rapporto omosessuale).
Peccato Carnale è quantomeno interessante per il suo ribaltare l'andazzo del cinema erotico del periodo. Olga Georges-Picot è una bellissima donna ma questo non comporta automaticamente che sia anche una donna "facile". La Mills sembra una versione francese di Joan Collins. Molto bella e struggente la canzone che accompagna i titoli di testa e che, insieme a molti momenti del film, contribuisce ad infondere un senso di pace, placidità agreste e malinconia ai fotogrammi. La Chat Qui Fume edita il film in una preziosa versione bluray di qualità abbagliante, con molti extra (esclusivamente in lingua francese, mentre il film ha anche la traccia audio inglese, ma sempre senza sottotitoli). Tra le featurette, pure un'addizionale di scene erotiche extra, girate per il mercato estero, senza Lavalle dietro la macchina da presa e anche senza la Georges-Picot, debitamente controfigurata (naturalmente si tratta di scene più spinte).