
John Glen viene riconfermato al timone della regia, Broccoli intravede già molti bigliettoni fruscianti per l'avventura n. 13 di James Bond. Sorprendentemente viene richiamata Maud Adams, che aveva già fatto coppia con Roger Moore in 007 nel 1974 per L'Uomo Dalla Pistola D'Oro, caso unico di doppio incarico (tra le Bond girls) nella storia del franchise. Sul set tuttavia viene fatta provare con possibili altri candidati al ruolo di Bond, poiché Moore - che pur apprezza in particolar modo la Adams - è impegnato in una guerriglia con la MGM per la negoziazione del contratto. Già da Solo Per I Tuoi Occhi Moore annuncia la sua intenzione di voler smettere con Bond. I contratti divengono one shoot e stavolta, complice anche il tiro mancino giocato da Sean Connery che sta contemporaneamente lavorando ad uno 007 apocrifo per la regia di Irvin Keshner (Mai Dire Mai), Moore nicchia e traccheggia. Tra i candidati più quotati (ed eventualmente graditi se Moore dovesse per davvero dar buca) c'erano Timothy Dalton e James Brolin (marito di Barbara Streisand). Alla fine la vecchia pellaccia di Roger firma, proprio per lo spauracchio di Connery, e il film si fa col suo faccione sornione e oramai non più giovanissimo (56 anni). Nello scorso capitolo il gentleman, di tutt'altra pasta rispetto al machissimo Connery, si era lamentato di aver dovuto flirtare con una ragazza poco più che ventenne come Lynn-Holly Johnson, stavolta lo accoppiano con due signore sulla quarantina, comunque più giovani di Moore ma perlomeno non equivocabili come le sue nipoti. Si tratta della suddetta Adams e di un'altra svedese, Kristina Wayborn (aka Britt-Inger Johansson), dai lineamenti un po' duri e squadrati, non bellissima forse ma dal fisico statuario e dallo sguardo di ghiaccio, Miss Svezia 1970 e semifinalista a Miss Universo nello stesso anno. Un comparto quantitativo meno generoso rispetto alla pellicola del l'81, ma qualitativamente di peso. Sybil Danning era stata presa in considerazione per il ruolo di Octopussy ma venne ritenuta un'immagine da Broccoli troppo "forte" per quel ruolo. Faye Dunaway si rivelò troppo costosa e Barbara Carrera troppo interessata ad avere una parte in Mai Dire Mai.
Il villain Louis Jordan, elegante e raffinato, al pari di Bond, anche se tutto affari e potere e decisamente meno donnaiolo. Molto stimato da Moore. Il suo "squalo" della situazione è nientemeno che Kabir Bedi, che arriva sul set con la fama italiana di Sandokan, ma nonostante ciò qui gli viene riservato un ruolo carismatico ma abbastanza di secondo piano. Insieme a lui ci sono i due gemelli circensi lanciatori di coltelli. Il film è molto spettacolare, la trama è densa, mischia personaggi e contesti diversi. Non c'è la Spectre ma c'è comunque una piovra, ci sono i russi (equamente suddivisi in borbottoni ma saggi e in avventati e paranoici), ci sono i loschi affaristi trafficanti di gioielli, ci sono le business woman scaltre e scafate (ma anche incredibilmente ingenue e romantiche) e ci sono le mercenarie che agiscono per proprio tornaconto e basta. Il grosso della storia ha luogo nella magica ed esotica India, mai esplorata prima da Bond e qui ampiamente ripagata della sua assenza, Poi ci si trasferisce a Berlino est in piena guerra fredda, con il clima politico dell'epoca che tracimava anche fuori dalla pellicola, con i militari che tenevano costantemente sott'occhio la troupe. Ho colto qualche citazione forse involontaria, ma di sicuro divertente, due di Bond su se stesso, evidentemente consapevoli (la mongolfiera di Q con l'Union Jack che richiama esplicitamente il paracadute in La Spia Che Mi Amava, e Kabir Bedi che frantuma i dadi con la mano, come Harold Sakata /Oddjob fa con una pallina da golf in Goldfinger), e due su Bond, il pranzo al palazzo con pietanze orride, vedi la testa di capra (solo un anno dopo Spielberg la replicherà in Indiana Jones E Il Tempio Maledetto), e Bond vestito da scimmione (che fa scopa con Una Poltrona Per Due).
Il finale è abbastanza convulso e forse la parte con Moore vestito da clown può aver scontentato qualcuno (ad esempio me), troppo estrema, pur dovendo sempre cercare soluzioni nuove ed originali per 007. La caratterizzazione del generale Orlov da parte di Steven Berkoff è molto caricaturale, sin troppo per i miei gusti, ma questo era esattamente ciò che gli era stato chiesto. Molto spettacolari tutti gli stunts, che costarono anche qualche incidente sul set, bracci rotti e costole fratturate (in particolare nella scena del treno e in quella ella caduta dal parapetto del tizio che regge la lama rotante). Il titolo del film fu accolto inizialmente con qualche imbarazzo (è evidente il gioco di parole di octopus e pussy, dove pussy non sta solo per "gattina"). La Adams fu la prima a rimanere perplessa, essendo il nome del suo personaggio, una donna elegante e fascinosa, piuttosto distante da un soprannome così volgarotto. Fu solo quando venne acclarato che esisteva davvero un racconto di Flaming chiamato Octopussy che tutti fecero pace con quel titolo. Nonostante ciò, questo tredicesimo capitolo si rivelò all'epoca quello con i maggiori incassi di sempre al botteghino, una bella soddisfazione per Glenn, Moore e tutto il cast (Mai Dire Mai incassò 160 milioni di dollari contro i 187 di Octopussy, soddisfazione doppia). Un record tutto sommato meritato perché Octopussy, a mio modesto parere, è effettivamente uno dei migliori Bond. Particolarmente sexy la gun barrel, ma in generale su questo aspetto Octopussy spinge abbastanza, con scenette un po' da Pierino, come Bond che inquadra la scollatura di una ragazza nel laboratorio di Q o lo stesso Glenn che si sofferma molto e volentieri sui succinti abiti delle odalische di Octopussy. Per rimanere sempre sul demenziale, va citata anche la scena in cui Bond nella foresta durante la fuga si aggrappa alle liane e si sente partire l'iconico urlo di Tarzan. La comparsa di una giovane e seducente aiuto segretaria (Penelope Smallbone, interpretata da Michaela Clavell) fece amaramente capire alla Maxwell che il tempo di Miss Moneypenny stava per tramontare La theme song "All Time High" è cantata da Rita Coolidge e per la seconda volta nella serie non porta il titolo del film.