Miss Sloane – Giochi Di Potere

Miss Sloane – Giochi Di Potere
Miss Sloane – Giochi Di Potere

Miss Sloane - prontamente ribattezzato Giochi Di Potere dalla distribuzione italiana, tanto per dargli quel tocco di qualunquismo banale ed anonimo che evidentemente si suppone piaccia tanto al pubblico italiano - è una di quelle storie che il pubblico europeo fa più fatica a masticare, trattando una tematica prettamente americana, il lobbying a sfondo politico. Non si tratta di un thriller ma di un film classificabile come drammatico, che assume i connotati del thriller per la tensione crescente, il senso di minaccia e di pericolo, il climax crescente a dismisura con lo svilupparsi della sceneggiatura e l'intrigo che inevitabilmente si travasa nelle aule di giustizia. Per forza di cose il film è molto verboso e talvolta si fatica a seguire il dipanarsi della lotta senza quartiere che vede contrapposte due diverse lobby, quella delle armi e quella più "etica" che spinge per far passare una legge che ne aumenterebbe il controllo. Probabilmente la battaglia più antica d'America, sullo sfondo del Secondo Emendamento che riconosce ad ogni cittadino americano il diritto di possedere un'arma, un pronunciamento sacro per i discendenti di George Washington, i quali spesso faticano a distinguere il diritto di possedere un'arma dall'evidenza che detenendone una le probabilità di usarla aumentino inesorabilmente. Elizabeth Sloane (Jessica Chastain) è la lobbista più spietata e cinica in circolazione, e viene ingaggiata per portare acqua al mulino dei produttori di armi. Strada facendo però la donna si convince che appoggiare l'altra lobby sia la scelta giusta (dove per "giusta" si intende - con tutta l'ambiguità del caso - giusta per lei, il suo profilo, la sua carriera, la sua reputazione; non in senso assoluto). Se la Sloane vincesse quella battaglia si appunterebbe sul petto una medaglia inestimabile, dunque il gusto della sfida è enorme ed difficilmente resistibile. Naturalmente il lobbying non è uno sport per signorine (tant'è che alla Sloane viene detto che le manca solo il pene per essere considerata un uomo) e lo scontro sarà senza esclusione di colpi, compresi quelli bassi e moralmente discutibili (da entrambe le parti).

Tutto il plot si regge sulle spalle della Chastain, impeccabile per 132 minuti di film, sempre fasciata in abiti eleganti e strizzatissimi, issata su tacchi a spillo vertiginosi e con il caschetto rosso appena uscito dal salone del coiffeur. L'immagine è il primo biglietto da visita e la Sloane non la trascura neanche per un istante, fa parte del suo personaggio, tanto aggressivo quanto sensuale. Parallelamente alla professionista conosciamo l'essere umano, che è più che altro dis-umano, visto che lavora 16 ore al giorno, si impasticca per non dormire, non ha alcun tipo di rapporto sociale se non quello occasionale con un ragazzo escort, con il quale non intende avere il minimo dialogo una volta terminata la prestazione in camera da letto (di un albergo). La Sloane non ha famiglia, non ha amici ed anche i colleghi devono rimanere a distanza. Sfrutta ogni occasione, fosse anche il cadavere di una persona su cui passeggiare fieramente con gli stiletti che si ritrova sotto la suola delle scarpe. Naturalmente tutto questo ha un prezzo e in parte le si ritorcerà contro al momento della resa dei conti. Un aspetto assai accattivante della sceneggiatura è che della Sloane non sappiamo nulla, è totalmente senza passato e tale rimarrà anche quando tutto si sarà concluso. Praticamente una figura mitologica (che nel finale, un po' troppo eroico, assume connotati al limite del titanico), una tempesta che passa sradicando ogni cosa al proprio passaggio e lasciando macerie (anche e soprattutto in caso di vittoria). Tutto è narrato con un registro estremamente affascinante ed avvincente tanto da smussare il più possibile le difficoltà derivanti da una trama complessa ed articolata (soprattutto per i cavillosi meccanismi della politica americana). Si fa fatica a riconoscere in John Madden il regista di film come Shakespeare In Love o Il Mandolino Del Capitano Corelli, ma per fortuna la sorpresa è ben gradita.

La Chastain è enorme, rivelandosi per altro un'attrice versatile, capace ad oggi di svariare tra pellicole estremamente diverse per atmosfera e genere. Notevole tutto il cast di comprimari, in buona parte attori ed attrici giovani. Il film è costato il doppio di quanto abbia poi incassato, nonostante le critiche mediamente positive. Il pubblico americano può non aver gradito le posizioni certamente non esattamente repubblicane che la sceneggiatura fa emergere. Ad un certo punto una delle lobbiste che lavora per la Sloane (team "no armi") sta per essere uccisa a colpi di rivoltella da uno psicopatico ma viene salvata da un cittadino che interviene prontamente freddando lo stalker, ironia della sorte, a colpi di rivoltella. Nel paradosso della situazione (le armi uccidono, le armi salvano), il cittadino fa la passerella di tutti i Media americani sempre apostrofato come un eroe della nazione, un cittadino americano modello, e questo sostanzialmente per aver ammazzato un altro tizio con due proiettili alla schiena. Non vi è alcuna esitazione o ambiguità nell'opinione pubblica al riguardo. Etica, morale e giustizia sono squadernate in modo cristallino e lapalissiano, tagliate con l'accetta e posizionate in una delle due metà del campo da gioco, senza zone d'ombra o aree grigie. Esattamente la materia del contendere che il film vuole far emergere, pur non negando la fondatezza delle ragioni di fondo delle due tesi contrapposte. Eccezion fatta per il finale (intendo la risoluzione nell'aula tribunalizia del Senato americano, presieduta nientemeno che da John Lithgow), che eccede in spettacolarità ridondante, Miss Sloane è un film estremamente solido e concreto, che personalmente ho davvero apprezzato.

Trailer ufficiale

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