Manhattan Nocturne

Manhattan Nocturne
Manhattan Nocturne

Di derivazione letteraria, a seguito del romanzo omonimo di Colin Harrison del 1996 (libro dell'anno per il New York Times), un decennio dopo Brian DeCubellis ne trae sceneggiatura e film, oltre a produrlo con la DeCubellis Films (a vario titolo tra i co-produttori figurano pure Jackie Chan e Jennifer Beals). Ignoranza mia, ma questo DeCubellis per me è un nome totalmente nuovo, tuttavia onore al merito perché - alla fine della fiera - Manhattan Nocturne (conosciuto anche come Manhattan Night) è un discreto thriller dalle tinte noir e dal taglio assai drammatico. Al grigiore complessivo delle atmosfere contribuiscono la faccia sofferente ed il fisico prosciugato di Adrien Brody. La vicenda è narrata in prima persona e si dipana cinicamente attraverso le tappe semantiche di una storiaccia hard-boiled nella quale crimine, violenza e sesso sono declinati in forma autentica e realistica, assai poco romanzata e abbellita.

Porter Wren (Brody) è un giornalista vecchio stampo, sempre alla ricerca di storie tragiche da raccontare sulla sua rubrica. Ad una festa in onore della nuova proprietà del giornale si imbatte in una affascinante bionda (Yvonne Strahovski) che chiede a Wren di investigare sulla morte del proprio ex marito. Il giornalista prova da subito attrazione per Caroline Crowely e non esita a mescolare lavoro e desiderio. Purtroppo per lui, quell'incarico si trasforma in un viaggio all'Inferno. - SPOILER: Hobbs (Steven Berkoff), il nuovo datore di lavoro di Wren, si rivolge proprio a lui poiché dice di essere ricattato da Caroline, la quale gli invierebbe periodicamente un misterioso video compromettente. Wren deve trovare la copia originale del video, consegnarla a Hobbs e deve convincere Caroline e a desistere, altrimenti lui e la sua famiglia ne pagheranno le conseguenze. In tutto questo si inserisce il complicato rapporto adulterino di Wren con Caroline, figura ambigua e sfuggente, femme fatale a metà strada tra vittima e carnefice. Ed anche sulla morte del marito (un destabilizzante regista di film horror) emergono continuamente nuovi e inquietanti particolari....

La prima mezzora circa di Manhattan Nocturne mi ha fatto un'impressione completamente diversa dal prosieguo (circa 1 ora e 50 di pellicola). Non ero entusiasta e soprattutto provavo una gran pena per i personaggi, uno più afflitto, stravolto e deprimente dell'altro. Il rischio di Manhattan Nocturne è un po' quello, vi mette una depressione, un'amarezza, un senso di sconfitta addosso che poi è difficile scrollarsi. E' nichilismo puro ed in questo senso è assai ben congegnato, se si tratta dell'impressione che in effetti intendeva trasmettere. Si è quasi costretti a parteggiare e ad immedesimarsi in Porter Wren ma è una gran fatica perché è un personaggio nei cui panni nessuno vorrebbe trovarsi. Vive di tragedie, è già stanco della vita a 40 anni, ha una bellissima moglie e due figli che ignora per indifferenza programmatica verso la felicità, si getta in una vicenda losca e maledetta, cedendo alla tentazione di intrecciare una relazione con una minaccia vivente su tacco 12 e con gli occhi azzurri. Non potrà che andare a finire male e lui lo sa, ma alla domanda di Caroline sul perché lo stia facendo lui risponde con un aneddoto che gela il sangue nelle vene: quando metti al mondo dei figli entri nella sfera della morte, diventi consapevole che sei mortale e che prima o poi accadrà, questo congela tutto, sentimenti, emozioni, pulsioni, qualcosa che evidentemente Porter sentiva il bisogno di riassaporare.

Manhattan Nocturne ha tratti di improbabilità che rendono certi passaggi meno credibili (le indagini su Simon Crowley sono davvero algebriche, 1+1 fa 2, è tutto a portata di mano e Porter finisce con l'essere sempre al posto giusto nel momento giusto), tuttavia va detto che il film vive più di atmosfere e caratterizzazioni estreme dei personaggi che di reale peso specifico della sceneggiatura (al netto del fatto che non ho idea di come sia il romanzo originale, non avendolo letto). Quando si entra a pieno nel meccanismo e si capisce la cornice, quel forte disagio avvertito.nella prima mezzora scema minimamente, anche perché le lancette dell'orologio si sono finalmente avviata e gli eventi (o le trappole, se preferite) iniziano a determinarsi a catena. Buona l'interpretazione di Brody, discretamente in parte; anche quella della co-protagonista Yvonne Strahovski, anche se personalmente non mi piace granché. Un po' macchietta la figura del marito, addirittura chiamato Crowley (un presagio più che un cognome...). Da segnalare la presenza della sempre fascinosissima Jennifer Beals come moglie di Brody, forse l'unico personaggio sano di tutto il film. Colonna sonora che più noir non si potrebbe, ti si appiccica addosso più dei fumi notturni di una Manhattan ritratta nel modo meno glamour e lussuoso possibile. In tv (in Italia) arriva con la visione sconsigliata appena ai minori di 12 anni, fatto abbastanza sconvolgente dato che - ammesso e non concesso che il film sia integro - presenta scene decisamente forti per un pubblico di minori, sia da un punto di vista estetico che contenutistico. Crudeltà ed atti sessuali espliciti non vengono risparmiati e insomma, ho avvertito un certo fastidio io, figuriamoci un ragazzino.

Trailer ufficiale

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