L’Amica Di Mio Marito (Frank & Eva – Living Apart Together)

L’Amica Di Mio Marito (Frank & Eva – Living Apart Together)
L’Amica Di Mio Marito (Frank & Eva – Living Apart Together)

Dopo che il cineasta olandese Pim de la Parra era salito agli onori della cronaca (perlomeno a livello underground) nel 1969 con l'ottimo Obsessions (aka Bezeten, Het Gat In De Muur), al quale aveva contribuito persino Martin Scorsese a livello di sceneggiatura, segue tra gli altri l'interessante Blue Movie (1970) e un anno dopo questo Frank & Eva, distribuito in Italia come L'Amica Di Mio Marito, un titolo un po' così, visto che filologicamente sarebbe stato più appropriato un plurale (le amiche) o tutt'al più un maschile (l'amico), considerato che nel film Frank (Hugo Metsers) si accompagna spesso con Joop (Helmert Woudenberg), che è anche l'amante della donna di Frank, Eva (Willeke van Ammelrooy). Non siamo davanti ad un triangolo classico tuttavia, visto che Frank è un donnaiolo impenitente, un vitellone anni '70 che ripassa tutta la fauna di Amsterdam che gli capita a tiro. Eva lo sa, non ne va fiera ma fa buon viso a cattivo gioco e di tanto in tanto si consola con Joop, il quale è sinceramente e perdutamente innamorato di lei, e soprattutto ha il carattere opposto dell'inaffidabile e puerile Frank, ma al dunque non riesce a farsi definitivamente preferire da Eva. Frank ha un amico, il barista Max (Lex Goudsmith), giunto agli ultimi giorni della propria vita; tossisce sangue, ha i polmoni compromessi, e rimpiange malinconicamente la moglie, malamente sostituita da una vita fatta di eccessi, viaggi in giro per il mondo, alcol, tabacco e donne di ogni tipo. Forte della sua esperienza, ammonisce come può Frank, il quale però sembra non volerci sentire da quell'orecchio. - SPOILER: la chiave di volta arriva quando, dopo l'ennesimo tradimento ingoiato con abbondanti dosi di fiele, Eva rivela a Frank di essere incinta, avendo smesso da mesi di assumere contraccettivi (unilateralmente e senza aver informato il partner). Frank, sentendosi tradito va su tutto le furia. I due chiudono il proprio rapporto (per l'ennesima volta) e intendono vivere da separati in casa, concretizzazione fisica della loro metafora esistenziale. Un giorno Eva decide di andare via ma Frank è giunto al capolinea della sua esistenza sgangherata e nichilista (il colpo di grazia arriva dalla morte di Max), e crolla in un pianto a dirotto tra le braccia di Eva.

Il film ha un sapore chiaramente erotico ed exploitation, tuttavia ha accenti drammatici di fortissima intensità e va molto oltre il mero pretesto di sollazzare il pubblico con amplessi e nudità. Le scene di sesso solari e del tutto svincolate dal dolore si contano sulle dita di una mano, me ne vengono in mente un paio; quella iniziale, in auto, dove Sylvia Kristel provoca Frank amoreggiando con una bottiglia (c'è erotismo ma tecnicamente di sesso non si può parlare) e il rapporto esplicito tra Frank ed Eva (scena che inizialmente non era compresa nel film e che de la Parra girò e insertò successivamente, richiamando gli attori a distanza di tempo). Per il resto, ogni qual volta la pellicola ci omaggia di lussuria, l'accompagna con malessere esistenziale, disperazione, autolesionismo, dolore e sofferenza. Tutti i personaggi (tranne forse quello evanescente della Kristel, mai bella come in questo film) sono creature perse e ammaccate, mancanti di amore vero e di solidità, camminano sulla Terra come copri maledetti, in attesa di un destino nefasto ed ineludibile. Frank è un piccolo uomo, un edonista incapace di redimersi, di riempire il proprio vuoto, e ad ogni nuovo passo verso il piacere si spinge contemporaneamente anche verso la morte.

Come sempre, nel caso dei film di de la Parra, la visione dell'Olanda degli anni '70 costituisce un film nel film, suggestioni esotiche ed incredibilmente affascinanti. Riprese diurne e notturne, scorci di Amsterdam, scene d'interno, acconciature e abiti di scena che riproducono con totale aderenza la realtà del periodo. Di estrema naturalezza anche la recitazione degli attori. Metsers è un gigante nel suo ininterrotto gigioneggiare, mentre la van Ammelrooy con la sua presenza statuaria, la sua espressività e le sue fattezze da divinità ellenica, fa innamorare lo spettatore in un batter d'occhio. A conti fatti Frank & Eva è un cazzotto nello stomaco, che in qualche maniera de la Parra cerca di mitigare con scene di "consolazione" come la partita a biliardo della Kristel, che è un po' come comprare il gelato al bimbo dopo avergli dato uno schiaffo per una marachella. Come per gli altri film di de la Parra trattati sul blog fin qui, anche in questo caso mi sono avvalso dell meravigliosa riedizione della Cult Epics (in lingua originale e con sottotitoli in inglese), un lavoro di riqualificazione audio/video praticamente perfetto e corredato di extra al dvd/bluray. Il film in Italia venne pubblicizzato insistendo molto sulla presenza della Kristel, fresca di Emmanuelle, che però esce un anno dopo; mi viene da pensare che Frank & Eva sia stato distribuito successivamente in Italia, sfruttando proprio l'onda lunga di Emmanuelle, che infatti è citato nella locandina, nella quale la Kristel è in primo piano come fosse la protagonista, mentre invece è un personaggio secondario.

Trailer ufficiale

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