Terzo film consecutivo di Zeudi Araya con Luigi Scattini dopo La Ragazza Dalla Pelle Di Luna e La Ragazza Fuoristrada, primo a non chiamarsi "La Ragazza qualcosa" e secondo di ambientazione esotica (ma tale sarà pure il successivo lavoro della Araya, La Preda, che girerà con Domenico Paolella). Come già scritto in occasione del primo film dei due, era Scattini il grande appassionato di cornici esotiche, interessamento nato a seguito di un suo viaggio alle Seychelles, quando ancora non erano una meta turistica chic ma solo delle isole sperdute nei Tropici. Le similitudini tra le due pellicole sono parecchie, sembrano quasi sovrapponibili, vuoi per la presenza della Araya e dei Tropici (stavolta siamo a Trinidad), vuoi per le musiche sempre curate dal maestro Piero Umiliani (bellissime per altro), vuoi per l'esplorazione nichilista e punitiva dell'amore borghese, in contrapposizione con l'anarchia, la libertà ed il darwinismo sentimentale radicato invece nei paradisi sperduti lontani dalla civiltà dei consumi.
Antoine (Enrico Maria Salerno), europeo trapiantato a Trinidad, sbarca il lunario grazie ai turisti dell'isola, accompagnandoli in giro per battute di pesca ed escursioni. Vive con Princesse (Zeudi Araya), bellezza dell'isola, nonostante in loco risieda pure la moglie abbandonata Madeliene (Carroll Baker), tenutaria di un bar. Antoine è assediato dai debiti e non se la passa benissimo; durante un'aggressione da parte di creditori viene difeso da Alain (Leonard Mann), giovane giramondo senza fissa dimora. I due stringono amicizia ed un rapporto professionale, Alain diventa l'aiutante di Antoine. Si stabilisce a casa sua dove conosce Princesse. Tra la mulatta ed il giovane ragazzo è subito passione focosa, tanto più che Antoine è un vecchio ubriacone violento. Tutto peggiora quando Princesse chiede a Alain di uccidere Antoine. - SPOILER: Dapprima recalcitrante, Alain infine accetta, ma ad un primo tentativo viene preso dai rimorsi e non riesce ad eliminare il rivale. Nel frattempo Antoine intuisce cosa sta accadendo alle sue spalle e si reca dalla moglie alla quale consegna una specie di lettera testamento nella quale accusa i due amanti qualora egli dovesse scomparire senza lasciare traccia. Durante una gita in barca molto alcolica tra i tre avviene al resa dei conti; Antoine minaccia Alain ma cade dalla barca e non viene soccorso. Princesse e Alain trovano i risparmi che l'uomo nascondeva in casa e intendono prendere il primo aereo per l'Europa, ma Madeliene li segue passo passo fino all'aeroporto, dove avviene un drammatico ed inaspettato epilogo. Quando al controllo dei documenti Alain viene richiamato da una guardia, fugge via terrorizzato ingaggiando addirittura un conflitto a fuoco nel quale perde la vita, assieme a Princesse che rimane investita da una camionetta mentre si getta in soccorso. I due temevano di essere stati scoperti ma avevano solo dimenticato la carta d'imbarco al desk del check in.
Il "corpo" del titolo è ovviamente la Araya, che proprio così viene definita cinicamente da Enrico Maria Salerno. Il personaggio di Pincesse è molto problematico; se per un verso incarna la classica bellezza esotica irresistibile, espressione di sensualità allo stato puro, il suo ambivalere come vittima e carnefice è molto interessante. Princesse si raccomanda ad Alain, ritraendo il suo "padrone" come un pervertito, tant'è che una notte si lascia spiare da Alain mentre viene (letteralmente) sottomessa da un Anoine ubriachissimo e manesco. Vuole essere liberata dal giogo e l'unica via possibile è l'omicidio poiché fuggendo teme di essere inseguita e trovata. Allo stesso tempo però nelle scene di vita domestica Princesse sembra tener testa egregiamente ad Antoine, per altro facilmente manipolabile grazie all'alcol ed al sesso. Stesso tipo di gioco erotico instaura con Alain, incapace di sottrarsi al magnetismo della donna. Nei dialoghi tra Alain e Princesse è lui quello che viene più spesso umiliato dall'accusa di essere un vigliacco. Princesse così appare più come un'ammaliatrice che come una vittima, il suo sembra un piano ben ordito, anche se forse un sentimento ne confronti di Alain (bello e giovane) pur sussiste, ma certo non sembra essere quello a guidarlo nella sua sete di riscatto. Le scene di seduzione dei due sono ad alta gradazione, naturalmente i momenti hot del film, per altro apparecchiati su spiagge dionisiache all'imbrunire. Ottima la fotografia, facilitata da location estremamente cinematografiche. La cena alla casa, illuminata da una tiepida luce di passaggio tra giorno e sera, o il delirio alcolico che porterà al confronto finale tra i tre, su di una barca in mezzo al mare, hanno un fascino estremamente suggestivo per come sono ritratte al "naturale".
Il Postino Suona Sempre Due Volte soggiace blandamente alla trama, col suo incedere noir (qui stemperato dall'esotismo), ricco di tensione, anche morbosa. I personaggi sono sempre affilati come corde di violino pronte a spezzarsi, tra loro c'è un'elettricità palpabile, come se stesse sempre per succedere qualcosa (di negativo ovviamente). La componente thriller gareggia con quella erotica, secondo il binomio consolidato di amore e morte. Bravissimo, ma non c'è bisogno di dirlo, il solito Enrico Maria Salerno, felina la Araya, Leonard Mann fa il suo anche se non regge il paragone con gli altri comprimari. Da citare anche una Carroll Baker particolarmente sbattuta e rassegnata, comunque intensa. Lo stesso Scattini sottolinea la differenza estetica con La Ragazza Con La Pelle Di Luna, rispetto al quale Il Corpo assume toni e colori più lividi, limacciosi e opprimenti, in netto contrasto con il calore, la solarità e le acque cristalline dell'altra pellicola. Sempre Scattini racconta come a quest'altezza la Araya fosse già diventata una star catalizzatrice di attenzioni e che questa sua nuova fisionomia da star si riverberò sul film creando qualche frizione con la Produzione. Oltre ai film col regista piemontese sono gli anni anche de La Preda e La Peccatrice, titoli nei quali la Araya vive rapporti sempre burrascosi e maledetti, ripercorrendo in qualche modo sempre uno stesso invisibile sentiero di passione e dominazione nefaste.