
Datato 1970, Die Weibchen - che il traduttore online mi garantisce significare "le femmine" - del regista cecoslovacco Zbynek Brynych (uno che ha diretto 37 episodi dell'Ispettore Derrick, e pure 45 di Köster), è una pellicola di quelle gustose, sapide e sui generis. Da noi è arrivato come Femmine Carnivore, titolo ben più spoilerante rispetto a quello originale. Siamo dalle parti del thriller/horror, ma la definizione va un po' stretta a questi 75 minuti (dvd Mosaico Media, secondo la Questura IMDB i minuti effettivi sarebbero 90) che mettono assieme sensazioni e suggestioni varie. Sicuramente la pellicola alberga prevalentemente dalle parti del grottesco e dello psichedelico, vuoi per l'assurdità della situazione, vuoi per i grandangoli continuamente impiegati da Brynych, i suoi primissimi piani, l'uso delle luci rossastre, la caratterizzazione dei personaggi (in particolare quelli maschili), le musiche. Si tratta di una co-produzione che mette assieme l'allora Germania dell'Est, la Francia e l'Italia.
Eve viene spedita dalla sua dottoressa presso una clinica a Badmarin, amena località della Mitteleuropa, dove opera professionalmente la collega Dottoressa Barbara. Giunta qui (per qualcosa che assomiglia ad un esaurimento nervoso), Eve non riesce ad inserirsi nella comunità. Le pazienti della clinica (tutte donne) sono molto peperine e disinvolte, il paese è popolato prevalentemente da donne impiegate anche in quelle professioni tradizionalmente rivolte agli uomini (tassista, benzinaia, meccanica, gendarme, etc.). Tre maschi, guidati dal playboy Tommy (Giorgio Ardisson), fanno tappa a Badmarin per via di un incidente d'auto. Uno dopo l'altro spariscono. Secondo Eve sono stati uccisi dalle donne della clinica, coinvolte in una specie di complotto femminista. Dopo ogni omicidio però Eve viene ricondotta a più miti consigli, convinta che la sua patologica immaginazione le abbia fatto credere e vedere ciò che non è mai accaduto. Eva si rivolge anche alla Polizia ma il commissario sembra non dare alcun credito alle tesi di Eve. Quando in paese sopraggiunge anche Johnny (Alain Noury), Eva sembra trovare finalmente qualcuno che possa comprenderla. - SPOILER: sempre più osteggiata dalla dottoressa Barbara, dalle infermiere della clinica e dalle altre degenti, Eve scoprirà che pure Johnny ha fatto la stessa fine dei precedenti uomini giunti a Badmarin e sembrerà rassegnarsi ai crimini commessi dalle compagne. Tuttavia un secondo finale sibillino pare suggerire che Eve si era semplicemente assorta in treno, mentre raggiungeva la clinica, e che il suo vero soggiorno deve ancora cominciare.
Il concetto di fondo è quello della mantide religiosa che divora il suo amante proprio nel momento di estasi sessuale. L'allusione regge per metà film, anche se è chiaramente "telefonata", poi esplode esplicitamente. Si tenta un po' un mischione con istanze femministe (che nella Germania dell'Est del 1970 fanno veramente "weird"); a tal proposito la scena della manifestazione fatta in aperta campagna, dove le indemoniate si dimenano al suono di musica psichedelica, bruciano reggiseni e corpetti, e condannano gli uomini alle cucine e ai lavori domestici, provoca un certo effetto straniante. Alcuni uomini vengono comunque preservati dallo sterminio, vuoi perché fisicamente non sono questo granché, vuoi perché occupano posizioni chiave utili alle donne. Il commissario ad esempio (per altro un ubriacone), o il giardiniere (una creatura ai limiti dell'umano, che copre le donne occupandosi del lavoro sporco). In questo clima Eve è un pesce fuor d'acqua, sempre sotto la minaccia di sguardi indagatori da parte di tutte le femmine di Badmarin. La sua debolezza psicologica non le consente di sottrarsi al destino che sembra già scritto per lei (salvo poi adottare la soluzione del doppio finale, che un po' guasta la festa). La pellicola è all'insegna della psichedelia più sfrenata e lisergica, sia visiva che sonora, e per approcciarvisi occorre adottare un metro che consideri il "sopra le righe" come lo standard della narrazione. Da segnalare tra le attrici la sempre bellissima Françoise Fabian, davvero una mora irresistibile. Il dvd Mosaico regala una sola vera scena gore, quella in cui il povero Alain Nouty viene letteralmente segato in due, per poi essere tritato pezzo per pezzo e dato in pasto ai gatti come cibo (in effetti più che carnivore queste femmine sono delle gattare).