Delitti A Luci Rosse, da non confondere con il quasi omonimo film di Joel Schumacher del 1999 (che, per inciso, è uno dei pochi di Schumacher che non ho gradito particolarmente), è attribuito a fasi alterne a due registi diversi, Pasquale Fanetti e Emanuele Glisenti. Il primo è un direttore della fotografia che ha lavorato a diverse pellicole soft ed erotiche a partire dai tardi '80 (tra le quali ad esempio Tre Giorni D'Amore con Petra Scharbach, Le Occasioni Di Una Signora Per Bene con Giovanna Chicco, Io Gilda con Pamela Prati, La Storia di Lady Chatterley con Malù, Hard Car con Valentine Demy); Emanuele Glisenti è un perfetto sconosciuto e con molta probabilità è lo pseudonimo di Fanetti, oppure si tratta di un ignoto carneade del cinema di genere del periodo. Certamente Delitti A Luci Rosse non è passato alla storia per la sua sfolgorante regia, nemmeno per la fotografia, men che mai per il montaggio, quindi che si propenda per una soluzione o l'altra poco cambia, la regia è l'ultima delle evidenze di questo film. Trattasi sostanzialmente di un thriller ambientato a Rimini fuori stagione (anche se non è pieno inverno, ma piuttosto primavera o un solare autunno). Gabriella Barbuti è la proprietaria di un hotel di pregio, suo marito Vassili Karis invece passa tutto il tempo con l'amante Sara Cosmi, ballerina in una discoteca. Da qualche tempo a questa parte la Barbuti è perseguitata da uno stalker che arriva pure ad intrufolarsi in casa sua nottetempo (mentre il marito ovviamente è dall'amante). Spaventata, la Barbuti viene protetta da una guardia del corpo assoldata dal marito, il prode Jimmy Ghione. Finalmente lo stalker viene messo in condizione di non nuocere ma la matassa è più complicata di quel che sembra.... - SPOILER: Karis vuole liberarsi della moglie ereditandone la ricchezza. Sia lo stalker che Ghione sono il suo tentativo di togliere di mezzo la moglie, ma Ghione si è nel frattempo innamorato della Barbuti e le confessa il piano del marito. A quel punto i due tramano contro Karis che infatti ci rimane secco. Ma pure Ghione rimane incastrato in una tela di ragno che è in realtà ordita dalla Barbuti e dal concierge dell'albergo, innamorati da tempo e coalizzati per liberarsi di Karis facendolo ammazzare da Ghione. Non è ancora finita però, Ghione scopre l'amorazzo fedifrago e ammazza a pistolettate la Barbuti. In realtà il concierge se la intendeva già con la Cosmi e ora potrà finalmente navigare nell'oro (e nelle tette della Cosmi)... ma neppure adesso è realmente finita, il nostromo di Karis, Maurice Poli, sa tutto (come faccia non si sa) e ricatta la coppia..... the end.
La pellicola ha una trama ingarbugliatissima anche se per la prima metà non accade praticamente niente, è solo sesso a macchinetta; poi l'intreccio thriller prende una pista nera di sci e nell'arco di una ventina di minuti o poco più i fronti si rovesciano incessantemente, tant'è che alla fine ti aspetti che vangano tirati in ballo pure il regista e il bigliettaio del cinema nel quale Delitti A Luci Rosse era in proiezione. Lo dico senza indugi, non è un film indimenticabile ma nell'ambito del "so bad so good" questi 80 minuti circa diventano quasi irresistibili. Tempo addietro ho visto La Gabbia di Patroni Griffi (1985), pellicola elegante e signorile, fatta con tutti i crismi cinematografici e decisamente più cerebrale ed elaborata degli scalcagnati Delitti A Luci Rosse; ebbene, se si parla di erotismo il film di Patroni Griffi con la Antonelli è glaciale, necrofilo, persino anti-erotico (la messa in scena però è ottima). Delitti A Luci Rosse sta agli antipodi, è oggettivamente ruspante ed eccitante da quel punto di vista, anche se tutto il resto è un colabrodo, e dunque raggiunge senza grosse difficoltà il traguardo di intrattenere il proprio pubblico (che poi era l'obbiettivo). Il merito è in larga parte ascrivibile alle nudità della Cosmi e della Barbuti, entrambe provenienti da Fermo Posta Tinto Brass, uscito l'anno prima al cinema. La Cosmi è abbastanza impressionante perché è veramente una macchina del sesso. Le sue scene del film in sequenza sono le seguenti: 1) sesso con Karis; 2) doccia ed autoerotismo davanti allo specchio; 3) ballo ammiccante in discoteca che termina con un topless; 4) striptease per Karis; 5) si dà la crema alle gambe (senza mutande) mentre guarda un cartone animato in tv; 6) sesso in motel; 7) inizia vestita ma termina con Karis che le bacia i seni; 8) di nuovo il ballo in discoteca (evidenti scarti della scena precedente, è "vestita" nello stesso identico modo e tutto quanto appare identico); 9) prima e unica sequenza dove non accade nulla che abbia a che fare col sesso, ha un dialogo con il padrone della discoteca dove si esibisce; 10) si chiude col botto: sesso (l'avreste mai detto?). I titoli di testa del film scorrono su un balletto sexy in controluce di una misteriosa e prosperosa donna.... e non credo ci siano dubbi sulla proprietaria di quelle curve pericolose.
Dal canto suo la Barbuti tiene egregiamente testa alla Cosmi pur spogliandosi meno. Intendiamoci, lo fa e parecchio ma con la Cosmi non c'è gara, la super bionda è praticamente sempre nuda o seminuda per tutto il film. La Barbuti tuttavia sprigiona un erotismo fortissimo nonostante una silhouette assai meno burrosa della Cosmi, a dimostrazione che le misure contano ma fino ad un certo punto, il sex appeal è qualcosa di assai più complesso (e lo hanno entrambe senza alcun dubbio). Come la Cosmi, anche lei ha il momento doccia (che culmina per altro in un amplesso con Ghione) e quello dell'autoerotismo, una scena pazzesca nella quale veramente la Barbuti straccia la Cosmi dieci a zero. Fuor di metafora, credo sia veramente difficile per un maschio eterosessuale compreso tra i 14 ed i 99 anni assistere a quei fotogrammi rimanendo "immune" alla travolgente carica erotica della Barbuti. E va così suppergiù ogni volta che si spoglia o amoreggia con Ghione (il suo partner di elezione nel film, ma si intrattiene anche con il concierge proletario). Delitti A Luci Rosse, come lo stesso titolo lascia intuire, non è una storia dalle grandi pretese intellettuali, non è un film d'autore, è un erotico a tinte gialle nel quale l'erotismo è generosissimo e le attrici sono perfette per il ruolo. Entrambe bellissime e sensuali, non si risparmiano, anche se perlomeno la Barbuti ha poi espunto questo titolo dalla sua filmografia "nobile" (come anche il film con Brass). La Cosmi forse ha fatto anche peggio, sul suo sito ufficiale non disconosce Brass, anzi cita Fallo ma in quanto film che "a suo discapito" l'ha fatta diventare famosa ("quando vidi il film alla prima al cinema, sprofondai sotto la sedia, non avevo idea che le riprese sarebbero state così forti, io avevo la sensazione di fare normali scene di finto sesso come accade in tutti i film, invece Tinto fu così abile da far sembrare ogni cosa vera!”). La cosa fa un po' sorridere, vuoi perché nel 2003 pensare di fare un film morigerato con Brass era lunare (soprattutto dopo averne già girato uno nel '95), vuoi perché ad esempio in Delitti A Luci Rosse la Cosmi fa altrettanto se non di più, dunque quel tipo di approccio alla sensualità davanti ad una macchina da presa era assolutamente nelle sue corde. Tuttavia il mancato decollo della carriera di attrice viene imputato sostanzialmente a Fallo, ed oggi la Cosmi si occupa di training motivazionale.
Come tutti gli erotici, non mancano assurdità logiche e di sceneggiatura. Ad esempio come quando la Barbuti torna a casa a buio, si toglie i vestiti rimanendo con una canottiera di seta nera, guepiere e calze, poi si mette a letto per leggere un libro e si toglie la canottiera, rimanendo a seno scoperto praticamente solo per allietare il pubblico pagante. E' stata aggredita poche scene prima dallo stalker e lei giustamente che fa? Si mette a letto con una mise da sogno lasciando le porte di casa aperte, hai visto mai che un maniaco in zona possa aver bisogno urgente del bagno? Ghione è il bodyguard altamente performante e professionale che le viene messo alle calcagna, oltre a fare battute sborone di dubbio gusto ("un angelo custode con una 38 special al posto delle ali"), commette omicidi in pieno giorno, in spiaggia e con la pistola senza silenziatore i cui proiettili esplosi si sentono fino a 10 isolati di distanza. L'a-b-c dell'assassino insomma. Momenti di ridicolo involontario che si concretizzano o per faciloneria o per irrinunciabile necessità di mostrare la carnazza. Detto ciò, Delitti A Luci Rosse è nel suo piccolo uno sgangherato capolavoro trash nel quale l'erotismo è eccellente, assai più di altre pellicole d'autore ben più titolate. Dovranno passare diverse notti prima che vi togliate dalla mente la Barbuti e la Cosmi (ma sarà comunque sempre preferibile ricordarle per quanto visto in questo film piuttosto che per i deliri paranoici e complottisti che potreste leggere su entrambi i loro profilo social... sob!).