Colpo In Canna

Colpo In Canna
Colpo In Canna

Prima di Tarantino c'era Fernando Di Leo e prima di Jackie Brown c'era Nora Green. Sto parlando di Colpo In Canna (1974), pellicola ampiamente saccheggiata da Quentino (del resto mister miliardo con la Q cita e omaggia spesso). Il film non gode di una buona reputazione, nemmeno tra gli affezionati del cinema di genere e segnatamente di Di Leo. Vari i motivi, intanto Colpo In Canna cerca di mescolare azione e comicità; mette assieme la vicenda para-poliziesca di una fascinosa hostess (Ursula Andress) che si trova nel bel mezzo di una faida tra bande criminali nel napoletano con dei personaggi di contorno che sembrano strappati alla commediaccia degli anni '70, vedi Jimmy il Fenomeno (doppiato addirittura da Ferruccio Amendola), Lino Banfi, Maurizio Arena, Aldo Giuffrè. Più che incontrarsi queste due realtà si scontrano, creando una strana atmosfera; Di Leo poi dirige in modo diligente ma senza particolari guizzi e senza i colpi di genio che gli sono propri, tant'è che il film scorre via più ordinariamente del solito. Da qui a dire però che Colpo In Canna sia un fallimento completo ce ne corre. Personalmente mi sono divertito a guardarlo. Di Leo non tira via nulla e la Andress, Marc Porel, Woody Strode fanno la loro parte a dovere. L'amalgama, come detto, non è dei migliori e le partecipazioni di Banfi (addirittura nel doppio ruolo di "Commisserio" Calogero e tassista canterino), del vice commissario Ammirata (Sergio Ammirata), del prete sui generis Maurizio Arena e del personaggio super trash Jimmy il Fenomeno stonano un po', perché se ti eri abituato ad un action - sebbene con sfumature brillanti e qualche nudo integrale della Andress - ti ritrovi poi con Banfi tassista, agghindato secondo lo stereotipo del meridionale baffi neri e mandolino, che dice che la gente per strada "crede di essere all'autodromo di Monzola", e allora hai una crisi di identità, riguardi la copertina del dvd in cerca di certezze.

La chiave secondo Di Leo era focalizzarsi su un personaggio femminile che però agiva come un uomo, dava e prendeva botte, si tuffava impavidamente nell'azione e nel pericolo, mostrava una certa disinvoltura nella seduzione, insomma una astuta, dai modi diretti e spiccioli. La Andress rende al meglio questo "tipo", ancora bellissima - 38enne all'epoca del film - recita con piglio e grinta una sexy hostess tosta, ironica e un po' sbruffona. Di Leo ebbe a dire che era talmente "sfatta" che dovette mettere una calza di nylon davanti all'obiettivo per mascherare la cellulite. Ora... gli standard di Di Leo erano evidentemente molto alti, perché la Andress non delude lo spettatore, quelle curve parlano, rughe o non rughe. Molto divertente anche l'omaccione negro Woody Strode, caratterista con le physique du role per ruoli simili. Secondo Di Leo stesso però il film non riuscì, perché troppo pigiato sui risvolti comici (nei titoli di testa, conditi da una soundtrack di Bacalov piuttosto stupidella, appare la scritta "un divertimento in due tempi scritto da Fernando Di Leo"). Ne esce in effetti un ibrido che mostra dei limiti ma che rimane tuttavia apprezzabile, ben oltre l'autocritica severa di Di Leo. Insomma sveliamo gli altarini, a me Colpo In Canna è proprio piaciuto. Ok, non sarà il miglior Di Leo, ma sarebbe comunque il miglior film per almeno una carrettata di altri registi che conosco e che mai e poi mai riuscirebbero a realizzare qualcosa di altrettanto "modesto" come Colpo In Canna.

Trailer ufficiale

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