Poltergeist III

Poltergeist III
Poltergeist III

A dirla tutta, per esteso il film si chiamerebbe Poltergeist III - Ci Risiamo, ma mi rifiuto di indicizzare il film nel blog con quel titolo... "ci risiamo", che pare "a ridaje", brutto, ridicolo ed imbarazzante, ma evidentemente a qualche distributore italiano deve essere sembrata una grande idea. Nel 1982 Tobe Hooper e Steven Spielberg ebbero l'idea geniale del primo film, pietra miliare del genere horror fantastico e ancora oggi imbattuto miglior episodio della serie. Nel 1986 arrivò il primo sequel (L'Altra Dimensione), a firma Brian Gibson. Infine, appena due anni dopo, Gary Sherman chiude il franchise con il terzo capitolo, ultimo anche e soprattutto perché la adorabile protagonista Heather O'Rourke morì il 1 febbraio 1988, ad appena quattro mesi dall'uscita del film nelle sale americane. Sulla sua fine mi sono già pronunciato nella pagina del blog dedicata al primo Poltergeist, ufficialmente Heather sarebbe morta per complicazioni derivanti dal morbo di Crohn del quale soffriva, in rete girano storie e video terribili su quelle che sarebbero state le reali cause della sua morte, pentolone orrorifico (quello per davvero) che non voglio scoperchiare, anche per mancanza di elementi certi, ma che indubbiamente ha contribuito a rendere ancora più sinistro ed inquietante questo film e l'intera saga. Sta di fatto che al termine dei titoli di coda appare la dedica alla memoria di Heather, un atto dovuto. Senza la O'Rourke Poltergeist non sarebbe stato ciò che è stato.

Il terzo atto ha luci ed ombre. Di positivo a mio parere c'è l'ambientazione, una Chicago ultra chic e contemporanea, con mille luci, uno skyline mozzafiato, grattacieli a perdita d'occhio, l'opposto della provincia americana calma, familiare e tranquilla tanto cara alla poetica spielberghiana. Un cambio di atmosfere e di location ci voleva. Ottima intuizione. Molto accattivante il grattacielo nel quale si consuma tutta la vicenda, imponente, minaccioso e pieno di specchi. Lo specchio è la chiave di lettura del film, le cose non sono ciò che sembrano, realtà e dimensione parallela (quella dei morti) si mischiano, si intersecano e si confondono mediante specchi. Anche le pozze d'acqua diventano barriere di rifrazione; la stessa Carol Anne è accusata di manipolare le menti altrui scatenando fenomeni di ipnosi di massa, dunque proiettando immagini e sensazioni come uno specchio riflettente. Brillante l'idea di spostare il tiro dalla parapsicologia alla psicologia, creando un confine ambiguo e nebuloso che permette al Male di tornare a prosperare e d'altro canto sottrae a Carol Anne l'aiuto ed il sostegno degli adulti che la circondano, di cui invece avrebbe bisogno. Non ci sono più i Freelings, Carol Anne è stata sistemata dagli zii, molto mondani ed indaffarati, in particolar modo zia Pat (Nancy Allen), con i suoi terribili vestiti glamour anni '80. Questa sottotrama dell'abbandono di Carol Anne da parte della sua famiglia è appena accennata e si sarebbe potuta rivelare un buon investimento in termini di sceneggiatura ma è un binario morto, fatto salvo un breve riferimento di zio Bruce (Tom Skerritt) che dice come il padre di Carol Anne abbia imbastito tutta la storia dei fantasmi per coprire il suo avventato progetto immobiliare di costruire case sopra un cimitero indiano (quindi declassando il tutto a mera e semplice truffa).

Le ombre del film sono tutto il resto. La O'Rourke aveva 13 anni all'epoca ma viene fatta recitare in un pigiamino da neonata e trattata come se fosse ancora una infante, creando un effetto vagamente stridente. Le sue gote paffutissime fanno a cazzotti con il continuo petulare della bambina totalmente dipendente dagli adulti. La storia non ha una adeguata "preparazione", veniamo immediatamente catapultati dentro l'orrore. Carol Anne vive a Chicago e qui è già nel bel mezzo di visioni e fenomeni paranormali. Non ci si arriva mediante un climax di tensione e paura, è già tutto cotto e servito, c'è solo da prenderne atto. Gli effetti speciali sono piuttosto modesti, talvolta proprio rozzi. Belli i giochi di luce, ma l'abbondanza di lattice e cera, le continue voci fuori campo di spiriti ed entità che risuonano come casse di un impianto hi-fi, scene fatte scorrere al contrario (vapori ed acque che si ritirano), nonché trovate di dubbio gusto e totale inadeguatezza horror (l'assalto delle automobili ghiacciate, per dirne una), azzoppano non poco il terrore che la pellicola dovrebbe far provare allo spettatore. Peggio mi sento quando arriva il Reverendo Kane, ovvero Nathan Davis addobbato ad imitazione del povero Julian Beck, nel frattempo passato a miglior vita. Sarebbe stato decisamente meglio glissare sulla riproposizione di quel personaggio e inventarsene un'altra, perché così pare poco più che una maldestra parodia involontaria.

Il buon cast aiuta a non far precipitare il film, la O'Rourke è imprescindibile, Skerrit, la Allen e Lara Flynn Boyle (cugina adolescente di Carol Anne) offrono una buona prova. C'è pure Tangina/Zelda Rubinstein, la quale per altro nel finale avrà un ruolo risolutivo, ma il suo personaggio in sceneggiatura è un lontano parente di quello carismatico e misterioso dei capitoli precedenti. Va detto che gli sceneggiatori di Poltergeist I e II (Michael Grais e Mark Victor) non contribuirono in alcun modo a questo episodio, scritto (prodotto e diretto) da Gary Sherman assieme a Brian Taggert. In origine il finale era diverso ma venne deciso di rigirarlo per cambiare il rating della Motion Picture Association of America; accadde però che la O'Rourke venne a mancare e Sherman si rifiutò di terminare il film. Venne sostanzialmente costretto dalla MGM, controfigurando la giovane attrice. Al botteghino il film andò malino e Sherman si dichiarò solo parzialmente soddisfatto di alcuni spezzoni del suo lavoro. Né la scomparsa di Heather aiutò la campagna di marketing intorno al film, anzi. La MGM ebbe paura di essere accusata di speculare sulla sua morte e gli attori vennero scoraggiati dal rilasciare interviste al riguardo. Una delle critiche mosse al film fu che il nome di Carol Anne veniva pronunciato una quantità estenuante di volte... ed è vero. Accadeva già prima ma in Poltergeist III la cosa va totalmente fuori controllo.

Trailer ufficiale

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