Day Of The Warrior

Day Of The Warrior
Day Of The Warrior

Andy Sidaris colpisce ancora, il temibile (o terribile?) regista di Chicago nella sua sterminata produzione all'insegna del motto "girls with guns" firma questo Day Of The Warrior, rimasto inedito in Italia, ed infatti reperibile in homevideo solo in lingua originale. Non vi spaventate per l'ostacolo linguistico, l'inglese, ovvero i dialoghi, sarà l'ultimo dei vostri problemi, men che mai un cruccio durante la visione di questo film. Penultimo titolo prima che Sidaris appenda la macchina da presa al chiodo, dunque all'insegna di una grande "maturità" artistica, sulla scorta dell'esperienza di quanto già realizzato in svariate decadi di carriera. Fondamentalmente la sceneggiatura è sempre la stessa, abbiamo l'agenzia di agenti segreti L.E.T.H.A.L. fatta di manzi super palestrati e donne statuarie impastate di marmo e silicone che combattono contro i cattivi. Stavolta il villain è tale Warrior (Marcus Bagwell), ex agente della Cia impegnato sul fronte russo durante la guerra fredda, poi scaricato dall'intelligence e allora riciclatosi come boss malavitoso con la fregola del wrestling. Oltre a combattere, traffica in oggetti esotici vari, gioielli, è nell'industria del porno e ne combina di ogni. La L.E.T.H.A.L. ha infiltrato due propri elementi nella cricca di Warrior, alias Scorpion (Tammy Parks) e Shark (Darren Wise), perché si chiamano tutti con nomi di animali predatori. Warrior però da bravo hacker informatico è entrato in possesso della lista segretissima degli agenti L.E.T.H.A.L. e dunque la copertura di Squalo e Scorpiona è saltata, oltre a quella di tutti gli altri agenti operanti sul campo. Inizia quindi una corsa contro il tempo per salvare la coppia e sconfiggere Warrior.

Il plotoncino di agenti schierati dalla L.E.T.H.A.L. è di tutto rispetto, un esercito di super seni di ferro supportati dai bicipiti di maschioni con il mitra sempre in pugno (ma pure le ragazze sparano generosamente). Prima e/o dopo ogni sequenza d'azione non può mancare l'accoppiamento, vero momento climax del film, a tal punto che letteralmente tutte le attrici impegnate hanno il proprio amplesso, previsto evidentemente da contratto. Fanno abbastanza impressione le forme di Shae Marks (playmate del maggio 1994) ma oggettivamente tutte le compagne di battaglia hanno i loro argomenti. Il film fondamentalmente è tutto qui e per fortuna non si prende sul serio, basti pensare alla scena dell'esplosione che vede coinvolti i due sgherri di Warrior, un duo alla Gianni e Pinotto che si ritrova bruciacchiato, spettinato e in mutande come accade quando nei cartoni animati di Wile Coyote esplode la dinamite Acme. Vediamo Ferrari sfrecciare per le highway, caminetti scoppiettanti davanti ai quali i due amanti dapprima caricano amorevolmente le proprie armi e poi copulano in un tripudio di romanticismo guerrafondaio repubblicano che farebbe la gioia dell'elettorato pro Trump (e a suo tempo pro Bush). Le sparatorie sono davvero qualcosa che non stonerebbe in un cartoon, miliardi di pallottole esplose senza mai neanche sfiorare il bersaglio. Fanno decisamente più male le tette visto che Gerald Okamura (un improbabile Elvis nipponico) ne prende una in faccia da Julie Strain e cappotta per terra come fosse stato investito da un treno.

Il cattivone Warrior è ovviamente debitore di Ultimate Warrior (aka James Brian Hellwig) vero wrestler attivo tra gli '80 ed i '90, con i medesimi colori di guerra indiani sulla faccia. Piuttosto penose tuttavia le esibizioni sul ring, nonostante pure Bagwell fosse un wrestler professionista attivo negli anni '90 con il nomignolo di Buff Bagwell. Venne chiesto il permesso a Hellwig di poter usare il suo nome di battaglia, permesso che Hellwig negò ma che evidentemente non frenò né BagwellSidaris che lo usarono comunque (Supreme Warrior anziché Ultimate Warrior). P.S. La Marks dopo aver sfruttato il più possibile in carriera la mastoplastica additiva è ricorsa ad una operazione di riduzione del seno una volta ritiratasi dalle scene.

Trailer ufficiale

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