Ho notato che Una Moglie Americana di Gian Luigi Polidoro è etichettato molto spesso come una commedia; io ammetto candidamente che non avevo mai visto il film fino ad oggi e ci sono cascato mani e piedi. Commedia, con Tognazzi maschio italiano in cerca di moglie americana, beh... si riderà da pazzi. Il film è anche su Prime Video, presentato come commedia addirittura "divertentissima". Beh, quei 114 minuti non sono né divertenti né filmati sotto forma di commedia, anzi tutt'altro. Probabilmente ero l'unico sul pianeta a non saperlo ma adesso l'arcano è stato rivelato anche a me. La storia effettivamente vede il ragionier Riccardo Vanzi (Tognazzi), impiegato in un calzaturificio di Magenta, accompagnare il proprio datore di lavoro a New York per un viaggio d'affari. Qui si imbatte in Carlo (Carlo Mazzoni), un vecchio amico emigrato sistematosi abbastanza agiatamente. Il segreto del sogno americano divenuto realtà è stato sposarsi con una donna del posto e guadagnarsi così l'agognata green card. Poi, siccome era una vecchia babbiona, Carlo ha divorziato e si è accasato in seconde nozze con una bionda giovane bella e ricca di famiglia. Il Vanzi brucia di invidia e si industria per ricalcare i passi dell'amico. Nei suoi tre giorni yankee mollerà il proprio capo in una stanza d'albergo e attraverserà Stati e città inseguendo donne di ogni risma e sorta, di ogni estrazione sociale, credo religioso, etnia ed età pur di riuscire a sposarne una. - SPOILER: ci arriva vicinissimo con una divorziata, ma all'ultimo l'ex marito ci ripensa e se la riprende, lasciando l'ingegnere con un pugno di mosche. Dopo tanto peregrinare, mesto e sconfitto il Vanzi tornerà dal datore di lavoro, pronto a subire ogni mortificazione per il suo colpo di testa non appena rientrato in Italia.
Polidoro aveva un po' la fissa per questo tipo di situazioni, Il Diavolo con Sordi (1963) ha luogo in Svezia anziché in U.S.A. ma ha più di una similitudine con Una Moglie Americana. Nello stesso anno c'è pure Hong Kong Un Addio (1963) e nel 1960 Polidori ci aveva già portato una prima volta in Scandinavia con Le Svedesi. Al regista veneto evidentemente interessava parecchio indagare questo tipo di cliché che vedeva l'uomo italiano di provincia scaraventato dentro mondi avanti 50 anni rispetto al nostro; la Svezia o l'America dei '60 parevano Marte per un abitante del paesello di provincia conformista, qualunquista e bigotto (a tal proposito si veda anche Il Vichingo Venuto Dal Sud di Steno con Buzzanca, che però è del 1971). L'ingegner Vanzi, pur conoscendo discretamente l'inglese, essendo tenace, volitivo ed ambizioso, è tutto sommato un sempliciotto che crede di accalappiare con agio un'americana disponibile. Tuttavia, differentemente dall'amico Carlo, ha la presunzione di non doversi accontentare di una vecchia (un matrimonio apparentemente più facile sulla carta), ma la vuole giovane ed attraente. Il suo girovagare di sottana in sottana lo espone ad umiliazioni continue ma lui imperterrito non demorde, scendendo ogni volta più in basso, partendo da una magnate texana del petrolio (Rhonda Fleming) e arrivando a spacciatrici minorenni di erba e prostitute. Si mastica un amaro indicibile stando al passo di Vanzi e davvero non ho idea di dove risiederebbe lo stampo comico in questo film. La discesa agli inferi della dignità da parte di Tognazzi non è affrontata con la minima ironia, bensì con tutta la spietatezza che un anatomo-patologo potrebbe infondere nel corso dell'esame di un cadavere. Al dunque, non ho ben compreso se il disagio provato durante la visione sia stato dovuto ad una certa lentezza della pellicola, alla mancanza di buoni caratteristi che puntellassero adeguatamente il ruolo del protagonista, ad una certa inconsistenza di fondo basata sulla continua reiterazione dello stesso meccanismo, o se sia derivato proprio alla vicenda in sé. Difficile scindere i due aspetti. Diciamo che da un punto di vista formale Una Moglia Americana non mi ha catturato, e per quanto riguarda quello sostanziale è stato fonte di malessere (ed in teoria questo credo sia un complimento).
Tognazzi è eccellente come sempre nel suo ruolo, ma il punto è che il ruolo è (umanamente) terribile e un po' tutto il genere umano che lo circonda è avvilente, a cominciare dal bieco e meschino Carlo fino alla casistica delle tante donne che Vanzi prova ad accalappiare. Questo circo del degrado sentimentale è opportunamente musicato da Nino Oliviero con un "Valzer Triste", che verrà poi preso e rielaborato da Rustichelli per Amici Miei (non a caso il trade union è la malinconia). La sceneggiatura porta la firma anche di Ennio Flaiano. Interessante l'opportunità di gettare uno sguardo (da italiano) sulle location americane di metà anni '60, in particolare la striscia di Cape Canaveral (vediamo proprio le installazioni per i lanci dei razzi), dove lavora una delle potenziali mogli di Vanzi, l'ennesima che si tradurrà in un nulla di fatto. Per larga parte i dialoghi del film sono in lingua inglese, poiché sostanzialmente Tognazzi è l'unico a parlare italiano.