La storia vera, come ci spiega il titolo della distribuzione italiana, è quella di Marie Ragghianti, all'epoca presidente di una commissione governativa (dello stato del Tennessee) che decideva della libertà condizionale dei detenuti dopo aver scontato almeno una parte della pena prescritta dal giudice del processo. Marie, con tre figli ed un passato fatto di violenze coniugali subite, sbarca il lunario come può finché si prende due lauree (Psicologia e Inglese) e trova lavoro nel gabinetto del Governatore grazie all'amicizia di lunga data con il suo lacchè Eddie Sisk. Non ci mette molto Marie a capire che l'Amministrazione è piuttosto opaca, dedita a favori personali, corruzione e trame oscure. Quando progressivamente va contro gli intenti del governatore Blanton e di Sisk, per svolgere con integrità il proprio lavoro, finisce nell'occhio del ciclone dei suoi capi e viene licenziata. Marie denuncia l'Amministrazione per ingiusto licenziamento e la battaglia si sposta in Tribunale, sotto gli occhi di tutto il Tennessee e dell'America intera. Blanton e Sisk finiranno in galera e la reputazione di Marie Ragghianti verrà riabilitata. Il film interpretato da Sissy Spacek si ispira primariamente al libro biografico "Marie: A True Story" di Peter Maas (l'autore di Serpico), uscito due anni prima. Fred Dalton Thompson, il vero avvocato di Marie Ragghianti, recita la parte di se stesso nel film, creando un curioso corto circuito ed una indubbia tensione verso la verosimiglianza della vicenda raccontata.
La Spacek dona la consueta verità al personaggio, bellissima, ma soprattutto brava, intensa, ricca di sfumature, profonda. Il suo lacerarsi tra una famiglia affatto semplice - tre figli piccoli di cui uno sottoposto a tracheotomia e bisognoso di cure salvavita, un marito terribile, i conti da far quadrare ed una professione che infine la sistema economicamente ma la espone ad un livello di pressione e a zone d'ombra che avrebbero schiacciato chiunque, fino all'omicidio del suo amico, collega e sodale Kevin (Keith Szarabajka) - mette a dura prova anche lo spettatore. Il film di Donaldson è una drammatica cavalcata nel malcostume politico americano, pericolosamente colluso con la criminalità, e davanti ad un quadro così pericoloso e disarmante la fragile figura di Marie, intelligente, preparata e moralmente integerrima, appare ancora più luminosa. Esteticamente, formalmente, la pellicola non ha nulla di speciale, è la storia che ci tiene incollati allo schermo. Per una volta condivido il pensiero di Mereghetti, un film tutto sommato "convenzionale" ma di "appassionato impegno civile", tutto sostanza. Personalmente avevo un conto aperto con Una Donna, Una Storia Vera, per anni avevo cercato di vederlo ma era sostanzialmente introvabile (se non in VHS). Proprio quando mi ero rassegnato ad acquistarne una copia americana in dvd unicamente in lingua originale un fortunoso passaggio televisivo pomeridiano ha soddisfatto la mia sete atavica di questo film. Confesso che è stata un'emozione, come spesso accade la ricerca del graal era divenuta più importante del graal in sé. Per una curiosa coincidenza, agevolata della distribuzione italiane, nel 1999 Sissy Spacek sarà nel cast di un'altra pellicola dal titolo quasi identico, Una Storia Vera di David Lynch.