Una Donna Allo Specchio

Una Donna Allo Specchio
Una Donna Allo Specchio

Una Donna Allo Specchio e L'Attenzione sono i film con i quali immediatamente dopo La Chiave di Brass la Sandrelli soffia sul vento dell'erotismo, capitalizzando l'enorme successo del film tratto dalle pagine di Tanizaki. L'attrice viene accolta come un capolavoro di erotismo maturo e burroso e Quaregna e Soldati ne approfittano molto volentieri spogliando il più possibile la Sandrelli, consapevole e ben disposta. Una Donna Allo Specchio è ambientato ad Ivrea, durante il celebre carnevale delle arance e fondamentalmente la trama è una sorta di 3 giorni a Ivrea anziché 9 Settimane e 1/2 a New York. Due persone, Manuela e Fabio si incontrano (anzi, si scontrano per la verità), si piacciono, si amano, poi si separano. Fine. 83 minuti per raccontare questa sintesi di corpi, quasi esclusivamente di corpi perché le due anime confliggono, non si capiscono, si danno battaglia. Questo da una parte rende ancora più palpitante ed intenso il rapporto fisico, dall'altro sfibra i contendenti. Per la verità uno soltanto, Fabio, che tra i due è la metà della mela femminile. I ruoli infatti sono invertiti rispetto allo stereotipo classico. Manuela cerca esplicitamente sesso, lo dichiara da subito quando parla con le amiche, il film stesso inizia con lei che guarda sesso in tv. Non ci sono più gli uomini di una volta, "scopatori" e non "pensatori" (è una delle tante battute del film). Sull'altro versante Fabio è uno che millanta grande cinismo nell'amore ma poi casca come una pera cotta al cospetto della magnificenza della Sandrelli, non vuole separarsene, vuole una storia vera e invece non riesce mai a domarla fino in fondo e metterle le briglie. Il rovesciamento degli schemi è reso persino plasticamente, con i due che si vestono con gli abiti dell'altro sesso.

Barbara Alberti, che ha messo le mani sulla sceneggiatura e sui dialoghi, si sarà molto divertita in questa messa in scena, una battaglia dei sessi dove il maschio soccombe senza speranza e la femmina si erge libera, titanica, avventurosa e emancipata. "Ti piace il mistero in una donna?" chiede Manuela a Fabio? Beccati il mistero allora, dopo 3 giorni di sesso sfrenato fa baracca e burattini e se ne torna altrove, come da altrove era venuta. Il bagaglio di esperienze reciproche risulterà sicuramente arricchito ma il tutto rimarrà lì, fine a se stesso, cristallizzato come in una bolla, una palla di vetro che diventa un soprammobile buono solo per dei ricordi più o meno malinconici. Perché una donna "allo specchio"? Forse perché la scena più importante del film è quello nella quale Stefania, truccandosi in bagno davanti allo specchio con fare civettuolo (sedere in fuori e rossetto sulle labbra), si lascia andare ad una confessione a Fabio, lei approverebbe un gesto di prepotenza del suo amante, lo bramerebbe proprio. Fabio non se lo fa dire due volte e quello diventa l'incipit della loro torbida passione. Da quel momento in poi Stefania si lascia fare di tutto. C'è anche una scena alla Ultimo Tango A Parigi, senza burro e con la Sandrelli appagata che chiosa "mi è piaciuto molto quello che mi hai fatto". Chiaro che con una donna così Fabio non possa che incatenarvisi per tutta la vita. E  invece no, le cose belle sono destinate a finire. "Io sto bene con te" le dice Fabio, "per questo dobbiamo separarci" le risponde Manuela, secondo una logica francamente incomprensibile ma che fa tanto frase scolpita nel marmo. Ma la donna in questione (Manuela) è anche allo specchio probabilmente perché si guarda in profondità, mette a nudo le sue pulsioni più autentiche e genuine, le abbraccia senza infingimenti, non ha paura di osservarsi. E d'altro canto lo specchio è pure traditore perché rimanda immagini rovesciate, opposte e contrarie alla realtà, tanto che qui la vera donna in campo probabilmente è Fabio, succube della sudditanza psicologica esercitata dal carattere forte (e mascolino) di Manuela.

Quaregna ambienta questa tre giorni di contorsioni e babydoll in una Ivrea quasi documentaristica, con le scene delle battaglie cittadine a colpi di arance che intervallano continuamente gli amplessi, oltre al ripetuto circolare di camion a pulire le strade dopo le fatiche contradaiole. C'è anche una scena vagamente onirica, nella quale Fabio si imbatte in un perfetto sconosciuto che si dà del pazzo da solo e poi gli profetizza la venuta di qualcuno mandato appositamente per salvarlo. Quel qualcuno naturalmente è Manuela, la quale per la verità salva e distrugge al contempo il povero Fabio. Una Donna Allo Specchio non è un capolavoro cinematografico ed anzi nella seconda metà il continuo reiterarsi dello stesso schema inizia un po' ad annoiare, ma è molto meno deteriore di tante recensioni punitive che ho letto in merito. Innanzitutto è molto ben recitato dalla Sandrelli e Honorato, prendete la stessa sceneggiatura e pensate fosse stata affidata ad una Carmen Di Pietro e ad un Antonio Zequila, ne sarebbe uscito qualcosa di infinitamente peggiore. La stoffa dei due attori c'è tutta, la Sandrelli è in stato di grazia, al netto delle facili ironie sulle sue nudità. Quaregna non ha guizzi da grande regista ma neppure cadute vistose, tutto molto dignitoso. Gino Paoli ci mette la firma con una sua canzone svenevole e ruffiana che lascia un po' il tempo che trova se non fosse che, essendo nota la relazione avuta proprio con la Sandrelli, l'eco di quella maliziosa liaison aggiunge un certo pepe alla minestra.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica