
Un Detective di Romolo Guerrieri (1969) è un bel tentativo di trasportare il noir in Italia. Il film è tratto da Macchie Di Belletto di Ludovico Dentice, e nella schermata dei titoli di testa del dvd CG conserva ancora quel titolo (e solo tra parentesi riporta Un Detective). La trama è complicata, con continue piste da seguire per l'indagine condotta ufficiosamente da Franco Nero, commissario della sezione Stranieri della Questura di Roma, un poliziotto molto corruttibile, dalla moralità ad uso e consumo strettamente personale e decisamente volubile, ma comunque un personaggio al quale è impossibile non affezionarsi. Accade che un ricco Adolfo Celi gli commissioni un paio di lavoretti, nel mezzo c'è un omicidio, e non sarà l'unico lungo la storia. Franco Nero finirà talmente coinvolto nella vicenda da rischiare la galera in prima persona (e la morte), tuttavia riuscirà a risolvere il rompicapo (pieno di false piste), seppure non "a gratis". Atmosfere quasi sempre notturne e decisamente hard boiled, un Franco Nero impermeabilizzato alla Bogart che dà profondità alla storia e al personaggio, un parterre di gran donne, dalla misteriosa Florinda Bolkan (sempre vestita con il medesimo abito di scena bianco immacolato, tranne che in un'occasione....) alla hippy sessantottina Delia Boccardo, dalla Patty Pravesque Susanna Martinkova a una giovanissima Laura Antonelli quasi irriconoscibile, fino a Silvia Dionisio che però - attenzione - nel dvd CG non compare poiché sarebbe una versione tagliata di qualche minuto. La Dionisio, all'epoca appena diciottenne, evidentemente non aveva un ruolo fondamentale nel film (per quanto la Dionisio sia sempre fondamentale in un film).
Le musiche, splendide, sono curate da Fred Buongusto, e con il loro caldo e avvolgente incedere jazzy, disegnano umori e colori degni di un poliziesco americano "tipico". Il quadro che si ricava dalla storia è decisamente cupo, fatto, come nota lo stesso Giusti nel suo Dizionario Stracult, da poliziotti corrotti, femme fatales, ragazzotti debosciati della borghesia ricca, avvocati cinici, professionisti del ricattato, figliole facili e eroinomani, etc; il tutto è assai poco edificante per la passerella romana dei tardi sessanta. Ma il detective Franco Nero, altrettanto "negativo", è costretto per motivi professionali ad addentrarsi proprio nella parte oscura di quel mondo, altrimenti celebrato per ricchezza ed opulenza. Da segnalare anche la presenza dell'altro commissario, Renzo Palmer, che cura le indagini della Polizia e che tallona (o viene tallonato) passo passo da Franco Nero (ennesimo commissario Belli della cinematografia poliziesca tricolore). In una scena in cui Franco Nero vuole spaventare la Boccardo per farle confessare delle preziose informazioni, gioca alla "roulette russa" con l'auto, ovvero si lancia a folle velocità in strada, e ad ogni sgassata l'impatto pare inevitabile. Una prima volta la macchina (una Fiat 124) sbatte contro un palo; nella scena successiva il cofano è perfettamente integro. Inoltre vengono usati vari modelli di 124, purtroppo visibilmente differenti, ad esempio uno ha i doppi fanali, che spariscono poi nel modello usato nelle scene successive.