Tra(sgre)dire potrebbe anche risultare un film interessante e compiuto in quanto, al di là delle grazie generosamente profferte nei suoi quasi 90 minuti, i topoi estetico-narrativi della poetica brassiana ci sono grossomodo tutti, il sesso ludico, l'ossessione per il deretano, l'adulterio come carburante per il rapporto di coppia, la parità dei diritti tra uomo e donna nella sfera sessuale, che anzi tracima spesso e volentieri in una dichiarata supremazia della donna, la convinzione non esattamente femminista che sotto sotto le donne siano un po' tutte nate in quella nota città dell'antica Grecia....
Del Brass degli anni 2000 è invece uno dei film forse meno riusciti, poiché rivela una certa stanchezza, una pedissequa e schematica riproposizione dei medesimi temi cardine del suo cinema post '83, senza neppure particolari guizzi estetici e di mise en scene che invece solitamente caratterizzano (eccome!) almeno l'aspetto formale del cinema brassiano. Protagonista è la bella ucraina Yuliya Mayarchuk (nata ad Odessa, come la nonna di Tinto), vista poi in svariate fiction tv poliziesche (tra cui La Squadra, Distretto Di Polizia, Maresciallo Rocca, Soldati Di Pace, Carabinieri...ma pure Don Matteo, per dire) e in filmoni come Faccia Di Picasso di Ceccherini o addirittura Go Go Tales di Abel Ferrara. Brass ama raccontare la leggenda di averla arruolata in una pizzeria di Napoli, dove la Mayarchuk lavorava (servendo ai tavoli con succinte mini inguinali). La trama è poco più che un pretesto per mostrare tutto il mostrabile, Yuliya è fidanzata con un moroso veneziano, ma i due sono distanti perché lui studia a Venezia e lei lavora a Londra; la distanza favorisce i tradimenti di Yuliya, innamorata sì del suo fidanzato, ma anche incapace di astenersi, oltre che assediata da praticamente qualsiasi essere vivente le ruoti intorno, uomini, donne e opossum. Ecco che la vediamo quindi prodigarsi in numerosi rapporti, prima di ricongiungersi al suo fidanzato che dapprima la rifiuta divorato dalla gelosia per i tradimenti subiti, poi realizza che è proprio quella gelosia ad accenderlo oltremodo di desiderio per la sua Yuliya, dando così sostanza al convincimento di Brass che "più si tradisce, meglio è per l'unione della coppia". Il titolo stesso del film esemplifica il concetto, visto che la più potente "trasgressione" all'interno di una coppia sarebbe appunto rappresentata dal "tradimento", ecco che l'una dunque contiene l'altro.
Tranne che per singole scene episodiche, Brass gira in modo più ordinario e lineare del solito (forse è anche de-merito di un montaggio meno pimpante). Le musiche di Pino Donaggio sono tra le più orride mai partorite per un suo film (caro vecchio Riz Ortolani, ti ho rimpianto parecchio.....). La recitazione è quel che è, ma in questo Brass è un po' come Argento, della recitazione gliene è sempre fregato poco, lui mira a rendere la sostanza del suo cinema, il cuore (vabbè...non è il cuore ma comincia sempre con la lettera c). Elemento di novità è l'intenso ricorso all'amore saffico, introdotto per la prima volta da Brass in modo così intenso e preponderante (le scene lesbo quasi superano quelle etero per quantità), questo perché Tinto ha raccontato di essersi fatto influenzare dalle tantissime lettere ricevute dalle sue corrispondenti, che aprivano uno spaccato inaspettatamente vasto sull'amore muliebre....rimango sempre perplesso dalle quantità di confidenze che Brass riceverebbe via posta da affezionate lettrici. Francesca Nunzi e la Mayarchuk si accarezzano ripetutamente per tutto il film ed i loro siparietti sono uno dei piatti forti di Tra(sgre)dire. La scena iniziale della passeggiata di Yuliya nel parco, dove praticamente tutti amoreggiano, è forse una delle migliori cose e sembra voler citare Nerosubianco (1969), sebbene più alla pecoreccia. In conclusione, non dico che Tra(sgre)dire non sia divertente da vedere, ma certo è che Brass ha fatto molto di meglio in carriera; a onor del vero qui i particolari anatomo-ginecologici e quelle due teorie in croce sul sesso adulterino sono proposti e riproposti fino allo sfinimento. L'erotismo di Brass ha conosciuto momenti più vivaci e coinvolgenti.