Top Model è il seguito di Eleven Days, Eleven Nights (1987), infatti all'estero uscì come Eleven Days, Eleven Nights 2. Il film fa parte del ciclo "ammerecano" di D'Amato, quella serie di patinate pellicole soft realizzate a cavallo tra i tardi '80s e i primi '90s, da molti ritenute non proprio di primo piano all'interno della filmografia di Massaccesi (uno dei registi che comunque conta più correnti di pensiero della vecchia Democrazia Cristiana....). Si narra che l'idea iniziale del film fosse una sorta di parodia di Dallas, il serial tv dei petroldollari e dei ranch, visto su Mediaset nei primi anni '80, per poi passare invece ad una presunta ispirazione derivante da Working Girl (quello con Melanie Griffith e Sigourney Weaver), dico presunta perché a vedere i due film non è ben chiaro in cosa possa consistere la liaison. Per altro pure il titolo, Top Model, sta appeso lì, senza riscontri col film, dato che non si parla di moda, né di modelle, ad eccezione del fatto magari che la protagonista ha un corpo da modella, ovvero è abbbona.
Tale Sarah Asproon, scrittrice, sta lavorando ad un libro sulla prostituzione vip e relativa clientela altolocata (tipico libro che una scrittrice vuole scrivere....), un documento di verità sulla gnagna a pago; decide quindi di sacrificarsi per la causa, adottando il metodo Stanislavskij, ovvero mette su un'agenzia di squillo d'alto bordo (gestita da una Laura Gemser castigatissima), e spacciandosi per escort, andando in giro a soddisfare clienti. Assistiamo così a una nutrita sfilata di pubblico pagante; e quello che si eccita facendole fotografie mentre lei, nuda, amoreggia con dei manichini, il negromba super culturista che ama farsi spalmare d'olio dalla testa ai piedi, il gestore del luna park che ama le sveltine e poi si vanta con gli amici mentre gioca a tresette, etc. In tutto questo accade che all'agenzia arriva un programmatore informatico (siamo a fine anni '80, abbiate pietà....), uno sbarbatello fighèscion che pare Michael J. Fox che ha appena finito di mangiare i cereali preparati dalla mamma, guardando in tv il suo cartone animato preferito. Il bamboccio deve creare un software gestionale per l'agenzia (sai com'è, tutti quei clienti...) ma, essendo belloccio, stuzzica immediatamente le fantasie della Asproon. Tra i due comincia un schermaglia amorosa, complicata dal fatto che il boy sarebbe pure omo, ma i giorni dispari se ne dimentica. Pigia che ti ripigia, struscia che ti ristruscia, alla fine la Asproon sfonda, recupera sul versante etero il fustacchione, manda alla malora il lavoro più antico del mondo, e tutti vissero felici e contenti.
Meno contenta invece fu Jessica Moore (con quel nome d'arte esisteranno almeno 28 pornostar, altrettante attricette di terza fascia e un condominio di olgettine), al secolo Luciana Ottaviani da Pesaro, all'epoca (splendida) 20enne. La Ottaviani iniziava ad ingranare, oltre che con D'Amato aveva lavorato già con Fulci e Bianchi, e si era fatta un po' l'idea che potesse fare l'attrice per davvero e non mostrare solo le grazie; per cui al proposito di dare un seguito a Eleven Days, Eleven Nights, la reazione fu tiepidina. D'Amato la convinse vendendole il film come una roba diversa, con approfondimento psicologico, personaggi raffinati, un gioco sottile di rapporti tra la Asproon, scrittrice romantica e piena di femminilità, ed un delicato ragazzo omosessuale indeciso sulla strada da prendere. Doveva essere Via Col Vento...è stato Top Model, il "solito" soft erotico di D'Amato, fatto un tanto al kg, con molto mestiere ma anche totalmente disinteressato di una buona sceneggiatura, dialoghi di spessore, personaggi approfonditi. Roba industriale insomma, parzialmente ingentilita dalla mano "autorale" di D'Amato. A montaggio ultimato, la Ottaviani non gradì affatto lo scherzetto che quella pellaccia di Massaccesi le aveva giocato (si parla pure di scene intime "rubate a sua insaputa").
A conti fatti Top Model è un film scarso per un verso ma discreto per un altro (un leit motiv quando si parla di D'Amato, al netto dell'affetto che qualsiasi estimatore di cinema di genere nutre per la buon'anima). Il film è ben girato, ha una bella fotografia, belle luci, atmosfere intriganti, una protagonista da urlo; le scene erotiche alternano alti e bassi, in generale sono troppo prolisse ed insistite, potrebbero durare qualche minuto meno, spesso finiscono con l'annoiare perché la sensazione è che D'Amato voglia "allungare il brodino" oltre il dovuto. L'impanamento da frittura del nero palestrato o la scena di seduzione tra la Moore e James Sutterfield a colpi di gamberetti, sono sul ridicolo andante, mentre ad esempio, la session fotografica con i manichini, la serata coi due cowboy (uno dei due è il porno attore Mark Shannon) che amano "le vacche e le donne", o alcuni momenti di intimità sempre con Sutterfield, sono assai stuzzicanti. Certo, molto aiutano, a prescindere, le forme della Ottaviani, veramente superlativa, degna di un centerfold di Playboy. Il resto del film, fuori dall'erotismo stretto, è una sequela di momenti morti e/o inutili, finalizzati unicamente alla prossima scena nella quale la Ottaviani si sfilerà le mutandine. Del tutto insopportabile la musica, continua, invasiva, soprattutto: orrida!
Divertente il fatto che sia Eleven Days, Eleven Nights che Top Model sarebbero basati su soggetti della stessa Sarah Asproon, regolarmente accreditata nel cast tecnico del film, come se la protagonista della storia fosse anche un personaggio reale che ha svolto il ruolo di spunto per le pellicole. La vera Asproon è Rossella Drudi, sceneggiatrice di fiducia di D'Amato, che ha aiutato il regista a perculare gli americani, i quali si erano convinti della vera esistenza di una Sarah Asproon scrittrice tanto da aver ripetutamente chiesto di poter acquistare i diritti dei libri per commercializzarli negli States. E Aristide se la rideva sornione. La carriera della Ottaviani poi non è proseguita granché, ultimo film accreditato risulta Linea Di Sangue (1989), a cui poi son seguite due comparsate tv; pare abbia smesso perché incappò in un fidanzato geloso che le proibì tassativamente di "mostrare il culo" (ipse dixit Massaccesi). Il dvd Cinekult accredita la versione uncut del film, del quale chiaramente esistono due tipologie, soft e integrale. Considerando che già quella uncut è sostanzialmente indolore, non oso pensare l'interesse verso la versione tagliata del film.