The Glass Cage

The Glass Cage
The Glass Cage

Terzo thriller erotico del famoso cofanetto di Playboy di cui ho già scritto. The Glass Cage è una pellicola del 1996, diretta da Michael Schroeder, mestierante della MdP senza grandissimi titoli né highlights in carriera. Ciononostante il film in questione è stata una gradevolissima visione. Buon lavoro sulle ambientazioni, siamo nella Louisiana, America del Sud; il retaggio francese della regione aggiunge un quid in più al sapore sudista della cornice. Rimane comunque il marchio di fabbrica delle produzioni Playboy, ovvero una confezione patinata dall'inizio alla fine, ma che ben si sposa con gli ambienti e le atmosfere scelte da Schroeder. Paul Yager (Richard Tyson) - una specie di Lorenzo Lamas gonfiato - è un vagabondo (però curatissimo nel look) che cerca lavoro. Raggiunto il locale The Glass Cage si accattiva la fiducia dei gestori, pur intuendo che dentro il clima è abbastanza duro. Starlette del Glass Cage è Jacqueline (Charlotte Lewis). Tra i due esiste un passato che ha lasciato molte spine. In breve Yager diventa un factotum del boss (Horacio Anthony), trafficante di armi, immigrati cubani e denaro sporco. Yager sa farsi trovare al posto giusto nel momento giusto, tuttavia il suo rapporto con Jacqueline, proprietà intoccabile del boss, lo mette in cattiva luce. Come se non bastasse, arrivano a complicare le cose un detective corrotto di New Orleans di nome Montrachet (Eric Roberts) e la CIA, agenzia della quale lo stesso Yager ha fatto parte e che lo sta strumentalizzando per arrivare a mettere le mani sul boss del Glass Cage.

Il film si divide tra velleità criminali e momenti torridi, come era prevedibile (ed auspicabile) trattandosi di una produzione marchiata col coniglietto di Hefner. Al Glass Cage i numeri sul palco sono appannaggio di tre belle figliole, tra queste la splendida Charlotte Lewis, Lisa Marie Scott (Kiko nel film) e Maria Ford (Dianne), primedonne accompagnate da numerose ballerine sempre pronte al topless. Il numero di Jacqueline prevede una gabbia al neon, da qui il nome del locale; la Lewis, sempre scollatissima, ha una scena di sesso con Tyson, la Ford invece se la gioca con Anthony. Alla Scott è riservato unicamente un balletto focoso. L'erotismo pervade tutta la pellicola, basti pensare ai vestiti sempre attillatissimi della Lewis che le esaltano il generosissimo seno, o le sue esibizioni "artistiche" private riservate a Horacio Anthony (il cui esito è ben rappresentato dalla locandina del film). Tyson dal canto suo, con la sua aria sorniona e rilassata (anche nei momenti più tesi), fa da contraltare macho ma anche comico, o perlomeno ha un'ironia che non guasta, vista la caratterizzazione un po' "estrema" della banda dei cattivi.

Un paio di scene sono pure piuttosto crude; ad esempio quando l'ex barista viene mutilato di una mano dallo stesso Anthony, o quando un pulmino di disgraziati profughi cubani viene fatto saltare con nonchalance con una bomba. Schroeder ha buona mano, non fa nulla di eccezionale ma sa quel che deve fare, si attiene al minimo sindacale e porta a casa la pagnotta. La Lewis - groviglio di origini irlandesi, irachene e cilene - conosciuta dal pubblico italiano mainstream prevalentemente per Il Bambino D'Oro con Eddie Murphy (1986) e da quello di nicchia per il suo ruolo con Ruggiero Deodato in Minaccia D'Amore (1988), illumina la pellicola con la sua genuina carica di sensualità. In carriera c'è pure un ruolo di co-protagonista in Men Of War accanto a Dolph "ti spiezzo in due" Lundgren, ed un'accusa di molestie sessuali ai danni di Roman Polanski. Con Polanski la Lewis esordisce in Pirati (1986). Vicenda controversa, come sempre quando si tratta di Polanski. La Lewis dichiarò di essere stata la fidanzata del regista per 6 mesi, dopo le riprese del film, anche se le molestie risalirebbero all'83, ovvero quando la Lewis era appena sedicenne. Come thriller il plot non riserva certamente grandi colpi di scena o trovate sensazionale, ma comunque The Glass Cage si attesta come un buon prodotto di maniera, con quella punta di erotismo in più che aggiunge motivi per guardarlo.

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