
Nel 2002 Secretary fu un film che uscì letteralmente dal niente. Cinema indipendente americano, 20 anni fa. Io lo andai a vedere in sala, non sapendo bene cosa aspettarmi se non una ammaliante segretaria interpretata dalla (allora) sconosciuta Maggie Gyllenhaal in gonna e camicetta d'ordinanza ed un James Spader che ricordavo ancora nei panni del Dr. Daniel Jackson in Stargate (perché non avevo visto Crash di Cronenberg). Il film fu un'epifania. Classificato sbrigativamente come una sorta di erotico "weirdo" (grazie anche ad aberranti frasi di lancio come "una commedia per chiunque si sia sentito legato al lavoro"), Secretary è in realtà una romantica storia di amore e fragilità dal tocco insospettabilmente delicato e poetico. Molto del merito va al racconto in sé (contenuto nella raccolta letteraria "Cattiva Condotta" di Mary Gaitskill del 1988) e al regista Steven Shainberg, ma l'apporto che la Gyllenhaal dà alla pellicola ha qualcosa di straordinario. La sua gamma espressiva, la sua autentica e genuina capacità di trasmettere squilibrio, sofferenza, disagio e necessità, lascia esterrefatto lo spettatore, il quale si sente immediatamente attratto dal suo personaggio, desiderando comprenderlo e proteggerlo in ogni modo possibile. Esattamente quello che non accade in famiglia a Lee Holloway; padre alcolista, madre ossessiva, sorella disinteressata, un fidanzato trasparente ed una realtà di provincia (una Florida ricreata a Los Angeles) che non offre nessuno spunto anzi, spegne l'anima e soffoca la vita.
Lee scopre che il suo nuovo datore di lavoro, l'avvocato E. Edward Grey (il nome vi dice nulla?), all'apparenza burbero, cinico e severo, cela una zona d'ombra che non è poi così distante da quel dolore che anche Lee avverte fin dalla scuola Media, e intuisce anche che quella frequenza può diventare la sintonia attraverso la quale i due possono stabilire un canale di comunicazione. Esiste qualcuno a cui Lee sente di assomigliare, con il quale pensa di poter condividere il suo mondo interiore, anche se il percorso di avvicinamento e fiducia reciproca sarà tutto in salita. Secretary si regge su di un equilibrio sottile e precario nel quale ogni scena può scivolare nel ridicolo, nel surreale, nel grottesco (deteriore), tuttavia non accade mai. La Gyllenhaal e Spader sono eccezionali nel rendere possibile e credibile ogni svolta, anche la più assurda e apparentemente incomprensibile. Da parte sua Shainberg sa come orchestrare ogni manovra, mescolando dolcezza, morbosità ed estrema sensibilità. Oltre una decade prima delle celebri Cinquanta Sfumature Di Grigio esisteva un film che, pur avendo punti in comune con esso, usava il rapporto di dominazione e sottomissione come mezzo per raccontare un amore, il connubio di due anime sole e perdute, anziché eleggere tale atteggiamento a spettacolo fine e a sé stesso (con un retrogusto persino sfacciatamente adolescenziale da romanzo Harmony per ragazze troppo cresciute). Secretary è un film estremamente profondo, mai volgare, neppure erotico, non di rado disagevole, emotivamente però, non tanto per scene particolarmente spinte o esplicite.
La Gyllenhaal inizialmente disse di aver nutrito delle perplessità nell'interpretare un personaggio "antifemminista" ma, dopo essersi confrontata con Shainberg, accettò convintamente. Persino le scelte scenografiche hanno un significato rilevante nell'economia della pellicola; l'ufficio di Spader infatti è interamente arredato con mobili di legno, bambù, ospita piante che Spader deve nutrire continuamente ed i colori sono caldi, in opposizione al mondo reale fuori da quell'ufficio; ad esempio la casa dei genitori di Lee, interamente costituita di plastica e dai colori innaturali. Shainberg ha adottato un'estrema cautela nel non deragliare, data la tematica del film, bensì nel gestirla intendendo dimostrare come una relazione costruita (anche) sul BDSM possa essere del tutto normale. Lee e Mr. Grey non sono due alieni ma due persone dalla spiccata emotività, necessarie l'un l'altra e soprattutto pienamente naturali ed autentiche nei propri comportamenti. E' evidente la crescita di Lee, la quale attraverso il sentimento per Grey e lo scambio umano che riesce ad instaurare con lui sboccia come un fiore, iniziando progressivamente a curare il proprio aspetto (per piacergli), sviluppando la propria femminilità e maturando un interesse verso il sesso che prima sostanzialmente non aveva mai avuto. E, più di ogni altra cosa, sentendosi accettata e legittimata ad esistere come ogni altro essere umano. Difficile vedere questa evoluzione con una qualche accezione negativa, a meno che non ci si intestardisca in una interpretazione moralistica della storia. Secretary vinse il premio della giuria al Sundance Festival del 2002.