Punto Del Terrore

Punto Del Terrore
Punto Del Terrore

C'è un grosso equivoco su questo titolo recuperato per l'homevideo italiano da Sinister Film. L'opera di Alex Nicol viene addirittura venduta come horror, ha un titolo (identico in originale) che lo lascerebbe plausibilmente pensare, la locandina ci mostra un pugnalatore mascherato ed una povera vittima (che nel film non è quella), il trailer ammicca tantissimo in tal senso, e nel cast c'è Dyanne Thorne, nota come Ilsa della trilogia dedicata all'aguzzina delle SS che negli anni '70 ha imperversato nel cinema di genere. Questo film è precedente e la candida Thorne (si fa per dire), sempre biondissima e piuttosto disinibita, interpreta la parte di una mangiatrice di uomini con un passato torbido. Il protagonista Peter Carpenter, qui anche sceneggiatore e produttore, è un cantante playboy che si lascia agganciare dalla Thorne, moglie di un faccendiere proprietario anche di una casa discografica. I due flirtano mentre metteno assieme sesso e soldi con ovvi risvolti pericolosi. Nel computo finale della pellicola ci saranno tre omicidi, ciò nonostante il film non è un horror e si fa persino fatica a catalogarlo come thriller; fondamentalmente è un'operetta exploitation che si attesta su binari drammatici, con qualche goffaggine dovuta a momenti kitsch, ad allusioni sexy, ad una fotografia dai colori accesi, a del sangue esibito qua e là, sempre e comunque minoritario rispetto alle parentesi musicali nelle quali Carpener (che sembra un incrocio tra Tom Jones e Claudio Santamaria) canta le sue canzoni. Una di queste svolge la funzione di presentazione del film con tanto di titoli di testa, alla James Bond. Gli aspetti interessanti di Punto Di Terrore (quale sarebbe poi questo "punto di terrore" esattamente?) sono la curiosità di vedere la Thorne all'opera nel 1971 e gli elementi più "di genere" di un film che altrimenti risulterebbe financo un po' noioso. I momenti più borderline girano tutti intorno alla Thorne, è lei che crea vivacità, dinamismo ed "estremismo" patologico, per il resto abbiamo figure e caratteri abbastanza lineari. Certo, si tratta di un mondo di periferia, perdente, decadente. L'unico personaggio luminoso è quello di Lory Hansen (la figlioccia della Thorne nel film), una fatina che confligge con l'amoralità dei suoi interlocutori. Si apprezzano singole scene, come tutte quelle con la piscina (anche se per motivi diametralmente opposti), il funerale, il finale, qualche dialogo sparpagliato ma senza esagerare. C'è un timidissimo tentativo di critica sociale e al mercato discografico ma si perde totalmente nel tono un po' piratesco del film e tra i seni della Thorne. Questo è l'ultimo film di Alex Nicol, già regista dei Tarzan con Ron Ely, di alcune serie tv western (Selvaggio West, La Leggenda Di Jesse James) e dell'horror Il Teschio Urlante (1958).

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica