
Attenzione, è l'ora del Ninì Grassia Moment, scatta il fluido erotico su Cineraglio, e per l'ennesima volta arriva provvidenziale una pellicola di Grassia a spiegarci i perché ed i percome dell'erotismo all'italiana in salsa cheap. Rutilante per la sua messa in scena poveristica e un po' cafone per l'ostentazione della coscia e della tetta, un film di Ninì Grassia è sempre un evento imperdibile per noialtri amanti del cinema di genere, anche proletario ma sempre ruspante. Nello stesso anno di Sensazioni D'Amore, Ninì mi gira un altro titolo, da vero stakanovista dei 35mm; si tratta di Provocazione Fatale, ribattezzato più à la page Provocations. Parrebbe un film di Adrian Lyne o un thriller anni '90 con Linda Fiorentino, è invece è un soft core di Grassia, spinto fino all'ultimo limite possibile del soft, dove il confine con l'hard è una questione di capelli (non per essere volgare, ma più che al capello siamo a filo di pelo), e comunque il vietato ai minori di 18 è giunto inesorabile. Che velo dico a fare, soggetto, sceneggiatura, musica, regia e montaggio sono tutte a firma Ninì, che si riserva anche il solito cameo hitchcockiano (stavolta è un maggiore dell'esercito americano col sigarone yankee in bocca).
Il film è stato girato a Palinuro, in provincia di Salerno, ma ci raccontano che siamo a Pugnochiuso, nel Gargano, ridente località di resort, piscine e mare da cartolina. Qui si ritrovano due militari americani del Pentagono, Greg (l'attore feticcio di Grassia, Saverio Vallone) e Kevin (Carlo Mucari), rispettivamente di origini greche e italiane. Il doppiaggio finto americano fa ridere, pare di essere nelle comiche di Stanlio e Olio, ma noi non ce ne preoccupiamo e aspettiamo fiduciosi che l'epidermide si scopra. Giorni di fancazzismo assoluto aspettando i due aitanti marines uber mascellati, da trascorrere all'insegna del dolce far niente e del dolce "su è giù" (come lo avrebbe definito Alex DeLarge). La base strategica è il Caprice, albergo gestito dalla signora Elena (Annamaria Clementi), vedova procace con figlia un po' ninfomane al seguito, Denny (Deborah Calì). Greg è felicemente fidanzato con Sonia (Paola Fattinnanzi), mentre per Kevin, fresco di separazione, si apre un mondo di infinite possibilità. A forza di zabaioni, dovrà destreggiarsi tra la signora Elena, la ninfetta Danny, e Suad (Lucia Mortato), figlia di padre libico, sotto processo per terrorismo. E qui si insinua la denuncia politica di Grassia, che infarcisce il suo film di elementi di cronaca contingente, mettendo in scena le frizioni tra Libia e Stati Uniti. Grandi pagine di storia fanno dunque da affresco alle tresche amorose dei personaggi ed ai loro amplessi onnipresenti. Kevin nutre una preferenza per Suad, ma non sa resistere alle avances di Elena, e il torbido sesso che gli ispira Denny è fuoco che gli brucia dentro. Nel passaggio da un letto all'altro, scopriamo però che Kevin è indebitato per motivi di gioco, e che i suoi assegni in bianco sono detenuti da un attempato amante di Denny, uno strozzino ospite dell'albergo che gode dei favori di mamma e figlia per non mandarle in rovina. A sorpresa arriva a Pugnochiuso anche la moglie di Kevin, che parrebbe intenzionata a riallacciare i rapporti col coniuge, ma lui non ne vuole sapere e lei, per tutta risposta, si fa ingroppare alla volé dallo strozzino, che tanto una galoppata italiana non guasta mai ed è sempre meglio che un viaggio intercontinentale a vuoto. La situazione pare in stallo e invece, in un impeto di generosità, Danny decide di denunciare finalmente il cravattaro, liberandosi in un sol colpo dello scomodo amante e facendo un favore anche al povero Kevin. E tutto è bene quel che finisce bene.
Non ci credereste, ma le scene erotiche sono il piatto forte del film (dai....), e Grassia ci dà che ci dà che ci dà. Anzi, più che altro è Mucari che ci dà, visto che ha agio di ripassarsi praticamente tutte le attrici del film, in ogni posizione. Botta dopo botta, la mimesi dell'atto è spinta al massimo margine consentito, qualche grado di angolazione di inquadratura differente e saremmo caduti mani e piedi nell'hardcore conclamato. Le signore non si risparmiano, gran bel donnone la Clementi (ma lo sapevamo già, per averla rimirata anche altrove, ad esempio ne Il Porno Shop Della Settima Strada, La Settimana Al Mare, o nel capolavorio assoluto grassiano La Puritana) lolita perfetta la Calì, e la Mortato si difende come può, mettendo in mostra delle pregevoli terga. La provocazione "fatale" è quella che Mucari subisce da tutte le donne del cast, in primis dalla smaliziatissima Deborah Calì, ma certo pure le altre non sembrano esattamente le immacolate clarisse di clausura. In fin dei conti la provocazione è quella che Grassia fa al suo pubblico, rendendo bollenti le lenzuola tra le quali si agitano i suoi attori. In circolazione esiste il dvd Duck Records, ovviamente esauriterrimo e venduto a peso d'oro dove capita (ebay, mostre mercato, mailorder online); la qualità è quella che è, sostanzialmente una vhs riversata, e per una buona fetta di film sul margine superiore dello schermo ci sono dei disturbi evidenti, così come l'immagine sfarfalla, ad esempio in presenza di fondali azzurri o bianchi. E però questo passa il convento, e per un devoto cultore di Grassia è tanta roba. Nel cast viene segnalata anche una certa Giovanna Culetto, che per un film del genere è la morte sua, anche se non sono riuscito a capire di chi si trattasse, certamente non una delle protagoniste; forse proprio la moglie di Mucari? O la cameriera che si vede per cinque secondi e che ha un breve dialogo con la Calì? Ai posteri l'ardua sentenza.