Lucrezia Borgia (aka Le Castellane)

Lucrezia Borgia (aka Le Castellane)
Lucrezia Borgia (aka Le Castellane)

L'ho fatto per voi, puro spirito di servizio e sacrifizio: la visione di Lucrezia Borgia (aka Le Castellane) di Lorenzo Onorati (aka Lawrence Webber). Dal 1980 Onorati impilava pellicole porno su pellicole porno, alla ricerca della "grande occasione", magari con qualche film soft di discreto successo come Abatjour e La Storia Di Lady Chatterley. Il salto di qualità però non si concretizzò mai, né nel porno né nell'erotico soft, anche se il nome di Onorati è agli atti del cinema di genere italiano del periodo come onesto mesterante. Un anno dopo Boutique ed il secondo Abatjour (senza dimenticare pure L'Insegnante Di Violoncello con Serena Grandi), il regista romano gira Lucrezia Borgia, rivisitazione erotica del celebre personaggio storico già oggetto di tante attenzioni nel mondo della celluloide. La pellicola di Onorati si situa esattamente a metà tra hard e soft; mancano le penetrazioni esplicite, ma il resto c'è tutto. Viene naturale pensare ad una doppia versione del film.

Lo spettatore che si dovesse sottoporre alla visione del titolo in questione dovrebbe essere consapevole di andare incontro ad un vero e proprio supplizio, malgrado gli appena 82 minuti di durata. Gli eventi alzano il sipario alla morte del Duca senza nome, consorte di Lucrezia (Lucia Prato), il quale - già cagionevole di cuore - si è lasciato stroncare dai rapporti sessuali con la cameriera Giovanna (la bella Giovanna Chicco). Lucrezia prende atto della notizia, convoca Giovanna e si consola con un rapporto a tre assieme ad un marchesino (il tutto scandito da una idonea musica dance). Poco dopo assistiamo a Carmen Di Pietro che - in qualità di Beatrice D'Este - istituisce lo Ius Primae Noctis, e a Paul Muller, Gran Maestro di corte Borgia, che fa il punto della situazione politica con Lucrezia. Sono passati appena 9 minuti e se ne sono già viste delle belle. No, non mi riferisco alle tette ducali della Prato, quanto ad una messa in scena che definire sciatta e arruffata è dir poco. Dissolvenze terribili, zoomate inutili e fuori fuoco allegri scandiscono i fotogrammi; gli attori, come è facile intuire, sono di prima classe (....povero Muller!), il doppiaggio regala momenti di assenza, nei quali si va in presa diretta, ed il montaggio mette assieme copule e narrazione senza alcuna logica e coerenza. I personaggi spuntano come funghi, non vengono presentati e non si capisce il perché delle loro azioni. Si fatica un bel po' a rimettere insieme i cocci, nel disperato tentativo di dare un senso logico al susseguirsi di natiche e pettorali in bella mostra.

Non sputiamo nel piatto in cui mangiamo, per carità, le grazie della Chicco ad esempio si lasciano apprezzare. Ne avevamo già avuto contezza in Una Grande Voglia D'Amore di Ninì Grassia (tra il '90 ed il '98 la Chicco gira diverse pellicole di genere pelo e contropelo), né si può dir male del burro della Prato e della margarina della Di Pietro. A un certo punto una tizia viene efferatamente torturata a sculaccioni (eh....addirittura!), di cosa si sia macchiata non si sa. Non può mancare il cardinal Borgia, poi Papa, che naturalmente trama sperticatamente e, a un certo punto, ha pure lui la sua sgnacchera orizzontale, come da contratto. Random arrivano scene di accoppiamento; ci sono dei tizi al servizio di qualcuno (credo la Di Pietro, ma siamo nel campo delle supposizioni), che infestano boschi e fiumi possedendo carnalmente delle signorine; ne agguantano una e decidono che devono impegnarsi sodo, così uno propone di fare un "sandwich" (tipico termine assai in voga nel XVI° secolo per indicare una peculiare pratica sessuale a tre). I montaggi alternati (di nome e di fatto) non danno tregua, grande virtuosismo di Onorati. E che dire delle stupende parrucche acquistate in cartoleria a Carnevale? Quei biondo cherubino e quei boccoloni mori che neanche sui viali a mezzanotte...

Nonostante la Prato e la Chicco ci diano sotto sin dal primo minuto, Carmen Di Pietro manifesta il suo "talento" non prima del quarantesimo del primo tempo, e cominciavo pure un po' a preoccuparmi. Da segnalare tale Gala Orlova, che interpreta Vannozza Borgia, sorella di Lucrezia, non fa granché ma si concede ad amorazzi en passant, lesbo e non. Lucrezia è perfida, esattamente come la Storia ce la racconta, uccide, trama ed avvelena gli amanti, compreso il Conte Sciarra, che l'aveva protetta ed istruita alla nobile arte del tiro con l'arco, ma niente... Lucrezia lo avvelena con del vino guasto. La cosa buffa è che il Conte lo beve, poi i due si baciano per 5 minuti e lui muore in preda agli sconquassi intestinali. Evidentemente Lucrezia ha sviluppato l'immunità ai veleni, avendo limonato senza conseguenze col povero Conte fino ad un attimo prima. Tutto questo ben di Dio di film è girato al Castello di Rocca Sinibalda (provincia di Rieti), i cui proprietari vengono ringraziati con appositi credits al termine della pellicola. E chissà come ne saranno andati fieri...

Trailer ufficiale

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