La Mummia (1959)

La Mummia (1959)
La Mummia (1959)

Dopo aver lavorato assieme alle nuove versioni di Frankenstein e Dracula (rispettivamente nel 1957 e nel 1958) il Trio Lescano formato da Terence Fischer, Peter Cushing e Christoper Lee - sempre con i medesimi ruoli, il regista, il buono e il mostro - si dedica al recupero anche de La Mummia, tuttavia non facendo espressamente riferimento al capolavoro del 1932 con Boris Karloff, quanto piuttosto recuperando altri film della Universal come The Mummy's Hand (1940), The Mummy's Tomb (1942) e The Mummy's Ghost (1944), anche se viene mantenuta un'eredità derivante dalla prima Mummia in alcuni nomi (ad esempio il Dr. Joseph Whemple) e oggetti di scena (la pergamena sacra). Anche lo sceneggiatore rimane il medesimo, Jimmy Sangster. Il cappello della Hammer Productions ammanta il progetto, candidandosi a raccogliere il testimone della Universal dei "mostri". Il film si gioca su tre piani, primariamente la scoperta della tomba della principessa Ananka in Egitto nel 1895, quindi la Gran Bretagna del 1898 (il tempo presente del film) ed infine - attraverso dei flashback - l'Egitto dei faraoni nel quale Kharis (Christopher Lee) perde la sua Ananka (Yvonne Furneaux), entrambi sacerdoti devoti al dio Karnak. Kharis tenta di riportarla in vita appellandosi ai misteriosi poteri del suo Dio e del papiro ma l'atto sacrilego viene scoperto e condannato dai suoi stessi pari. Kharis viene relegato per l'eternità a guardiano del corpo di Ananka. Quando millenni dopo gli egittologi individuano la tomba e portano sarcofago e reliquie nei musei di Albione, Kharis viene risvegliato da Mehemet Bey (George Pastell), un adoratore di Karnak dei giorni nostri che intende vendicare lo sfregio subito dal grande Dio Karnak. Scaglia quindi la mummia di Kharis contro gli archeologi per ucciderli uno dopo l'altro. - SPOILER: nell'Inghilterra di fine '800 nessuno è disposto a credere che in modo del tutto soprannaturale un'antica maledizione egizia stia avendo luogo tuttavia, sulla base di una meticolosa ricostruzione di indizi, l'ispettore di polizia Mulrooney (Eddie Byrne) dovrà accettare la verità di John Banning (Peter Cushing) e cercare di salvargli la vita. In questo giocherà un ruolo importante la moglie di Banning, Isobel (ancora Yvonne Furneax), incredibilmente somigliante alla principessa Ananka, tanto da sembrarne una reincarnazione.

La Mummia di Fisher si discosta pochissimo dalle invenzioni escogitate sin lì in ambito "Egitto misterioso e sanguinario", ostentando tutto il repertorio classico del filone ed aggiungendovi una qualche sfumatura di malinconia in più, visibile soprattutto negli occhi e nelle posture fisiche di Lee (ex mimo), costretto a recitare tutto bendato (quando è mummia, perché da sacerdote è fastosamente vestito e truccato da perfetto egiziano). Il rapporto tra Kharis e Isobel (aka  Ananka) è la chiave del film, sia per l'epilogo della maledizione, sia per quanto riguarda la materia sentimentale che soggiace all'horror ed al fantastico. I loro incroci di sguardi, il volto terrorizzato della Furneaux e quello incredulo e speranzoso della mummia creano l'alchimia giusta per irretire e stupire lo spettatore. Per altro Yvonne Furneaux - come sempre - è di una bellezza assoluta, sebbene qui compaia in un numero risicatissimo di scene e sempre ben infagottata da vesti vittoriane estremamente castigate. Ma che intensità! Lee è un vero mattatore che inevitabilmente stavolta mette sotto Cushing, sparring partner perfetto e affatto smanioso. Ognuno di questi attori dà il suo apporto fattivo al film rendendolo una storia ben calibrata in ogni suo aspetto. E' vero, la regia non mostra grandissimi guizzi, 88 minuti che procedono in modo tutto sommato ordinario e financo un po' prevedibili, ma nonostante tutto La Mummia risulta un prodotto godibile e divertente della Hammer. La ricostruzione dell'antico Egitto è estremamente naive e fantasiosa, con colori impossibili (tipo quel verde smeraldo che attraversa la tomba di Ananka e che è del tutto ingiustificabile razionalmente trattandosi di un luogo ermeticamente chiuso e seppellito da millenni), ma occorre mettere da parte la pretesa di verosimiglianza e immergersi nel racconto fiabesco dell'Egitto cinematografico. Inquietante il bendaggio di Lee ricoperto di fanghiglia paludosa, soprattutto quando il morto vivente si anima per mietere vittime. Leggo che le scene del taglio della lingua di Kharis (ripresa di spalle) e i colpi di fucile assestati al corpo della mummia erano in origine state pensate come molto più cruente e d'impatto ma per motivi censori se ne ridimensionò la violenza grafica. Tre seguiti da parte della Hammer (anche se slegati tra loro): Il Mistero Della Mummia (1964), Il Sudario Della Mummia (1967), Exorcismus - Cleo, La Dea Dell'Amore (1971).

Trailer ufficiale

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