Deodato arriva a questo film immediatamente dopo Cannibal Holocaust, o sarebbe meglio dire contemporaneamente. Prima che la storia cannibale esca nei cinema, ma dopo averla finita di girare, il produttore Franco Palaggi lo contatta negli Stati Uniti per proporgli la regia, gli dice poco e nulla sulla effettiva sceneggiatura ma lo alletta con aggettivi che accarezzano l'estremismo narrativo di Deodato, il film avrebbe una distribuzione americana certa e persino un attore di prim'ordine come David Hess, già star con Wes Craven in L'Ultima Casa A Sinistra. Il film in questione in realtà è una derivazione anche sin troppo evidente da quello di Craven ed è probabile che l'idea di Palaggi sia inseguirne la scia (soprattutto al botteghino). Deodato comunque accetta e gira in poche settimane. I fotogrammi sono violentissimi, efferati, cinici, spietati, c'è sangue, c'è sesso, c'è stupro, c'è abuso fisico e psicologico, e ci sono armi da taglio e da fuoco. Deodato lì per lì si fa mille scrupoli, con Cannibal Holocaust passerà mille traversie e l'idea che La Casa Sperduta Nel Parco lo possa definitivamente identificare come un certo tipo di regista "malato" lo preoccupa. Il film viene tagliato e subisce il divieto ai minori di 18 anni ma perlomeno non viene sequestrato. Solo decenni dopo il regista lucano farà pace con la sua opera, stimolato dalla rivalutazione di pubblico e critica, nonché del solito Tarantino. Il Deodato dei 2000 ne andava fiero, compiacendosi di come il film avesse tutto, fosse a suo modo perfetto tecnicamente, ne stava programmando persino un seguito ma David Hess venne a mancare nel 2011 bruciando di fatto l'ipotesi di un sequel credibile (ed allettante per eventuali finanziatori).
Oggi una storia come quella di La Casa Sperduta Nel Parco sarebbe impensabile, nessuno si azzarderebbe nemmeno a concepire una pellicola così estrema e scorretta, figuriamoci a sostenerla economicamente ed a prenderne parte, attori ed attrici penserebbero di rovinarsi la carriera, i registi temerebbero di rimanere marchiati a vita e i produttori di rimetterci parecchi soldi. Eppure sulle pagine della cronaca nera dei quotidiani si leggevano storie come quelle del massacro del Circeo, a cui La Casa Sperduta Nel Parco è evidentemente ispirato. Certo Deodato aveva la mano pesante e non risparmia niente allo spettatore. I titoli di testa scorrono già su di uno stupro e Riz Ortolani, come aveva già fatto per Cannibal Holocaust (lo staff tecnico è il medesimo), mette a contrasto della crudeltà della scena un tema musicale dolcissimo e soave (che poi tornerà più avanti in un momento chiave della storia). Nel '75 avevamo già visto questo schema in L'Ultimo Treno Della Notte con l'accoppiata Aldo Lado/Demis Roussos. La scena vede Hess insieme alla moglie (Regina Mardek) non accreditata nel film, per altro bellissima, l'unica che avrebbe evidentemente potuto soggiacere ad una scena del genere. Ma di violenze, sessuali e non, ce ne saranno altre lungo la pellicola, a iosa e perlopiù saranno cazzotti allo stomaco dello spettatore. Molto realismo, nessuno spazio all'empatia ed all'umanità. Non ci sono personaggi positivi, indipendentemente dal ceto sociale di appartenenza qui tutti sfruttano tutti e ne pagano le conseguenze fino all'ultima goccia di sangue.
- SPOILER: A Deodato fu contestata la mancanza di realismo del finale e posso capirlo. Se quella dei ragazzi è tutta una messa in scena, una trappola ai danni dell'assassino stupratore Hess, il fatto che inizialmente in auto Christian Borromeo e Annie Belle parlino tra loro come se stessero già interpretando la parte non torna, dal momento che proprio loro due sono gli unici consapevoli di ciò che star per compiersi, lo spettatore così viene volutamente fuorviato, ingannato. Inoltre ho trovato forzata la scena d'amore tra Lorraine De Selle (qui particolarmente somigliante ad Eva Green) e Giovanni Radice Lombardo perché rimane davvero difficile credere che dopo ciò che la De Selle ha subito venga mossa a pietà dalla fragilità di Lombardo Radice, anche laddove lui si mostra "umano"; da rimanere sorpresa della sua generosità a concedersi sessualmente ce ne passa e francamente quel rapporto sembra unicamente funzionale a Deodato per metterlo in contrapposizione in un montaggio alternato ad arte con il tentato stupro di Hess ai danni della povera Brigitte Petronio. A parte ciò, il film è godibilissimo (a patto di avere un certo stomaco) e soprattutto è girato magnificamente, con scene davvero belle ed una fotografia superlativa di Sergio D'Offizi, fortunatamente ben incorniciate dal dvd Cinekult.