Intrigo D’Amore

Intrigo D’Amore
Intrigo D’Amore

Avete presente Salvatore Gargiulo (Nello Pazzafini in Vieni Avanti Cretino), quello che se sbagli una comanda ******* nel *ulo? Ecco, ogni volta che penso a Mario Gariazzo le assonanze mi intasano il cervello, soprattutto ripercorrendo la sua filmografia, fatta di qualche titolo discreto nei primi '70 e tanto trash dal'78 in poi, da quell'Incontri Molto Ravvicinati....Del Quarto Tipo (e vi lascio immaginare quale sia il "quarto tipo"). Dopo L'Attrazione, nell'88 Gariazzo dirige Intrigo D'Amore, con lo pseudonimo da pistolero di Roy Garrett. Film di rara bruttezza, si caratterizza per essere una produzione che va oltre la serie B, ma raggiunge perlomeno anche la P o la R. Protagoniste sono tre signore, una Milly D'Abbraccio pre cinema hard, Daniela Alviani e Federica Farnese, che decidono di farsi fotografare da un fotografo specializzato in servizi hot per mogli trascurate dai mariti (....rendiamoci conto di che razza di lavoro si è inventato questo!). Per ravvivare il menage, queste coniugi depresse vanno dal grande artista e, click dopo click, si denudano in scenari suggestivi (questo tutto in teoria, perché nella pratica lo studio del fotografo è di una povertà scenica disarmante) cercando di risvegliare antichi desideri sopiti nell'ignaro marito che poi vedrà il bollente book fotografico. Succede però che tutte e tre vengono sedotte dal fotografo, e successivamente ricevono lettere ricattatorie in cui si chiede una bella somma perché le foto compromettenti degli amplessi non vengano divulgate. La D'Abbraccio in particolare è sposata con un poliziotto, al quale vengono affidate proprio le indagini su un certo caso riguardante delle certe signore dabbene della borghesia chic ricattate da un certo fotografo... I tre mariti non sanno che le proprie mogli sono coinvolte nel giro, finché una delle tre non decide di confessare; a quel punto le indagini prendono una piega più spedita - SPOILER: il poliziotto scopre che il sospettato numero uno, il fotografo, è in realtà innocente, e che tutto il piano è stato ordito dalla sua assistente (Valentine Demy) e dal suo amante, ovvero proprio un vicino di casa del poliziotto, che sta cercando di racimolare 500 mila dollari per pagare il villone regalato alla Demy come pegno d'ammore.

Un trama quasi gialla insomma per un eroticone che vuole semplicemente spogliare quante più attrici può. Oltre alle tre grazie di cui sopra infatti, c'è pure la Demy in zona Cesarini, che si presta ad amplessi saffici per chi ha gusti un po' particolari. La Demy per altro è in combutta sia col suo amante per le estorsioni, che con il fotografo che tanto pulito non è, visto che anche lui immortala di nascosto gli amplessi delle sue clienti, ma solo per soddisfare la perversioni sessuali della sua assistente Demy (non a scopo pecuniario quindi). Più che un intrigo d'amore trattasi di un intrigo torbido di truffe e capezzoli al vento. La sciatteria regna sovrana, il film è poverissimo sotto ogni punto di vista, regia, scenografie, dialoghi, recitazione, sceneggiatura. Persino la copertina del dvd Stormovie non torna, infatti vi è ritratta una moretta simil Valentina di Crepax che non assomiglia a nessuna delle attrici del film, e sullo sfondo si intravede la macchina fotografica Nikon, quando lo scalcinato fotografo usa invece una sottomarca cinese milloliro. Che dire poi della epica colonna sonora, con canzoni come "macho macho" e "hace calor" sparate continuamente durante le foto session piccanti?

Mi si dirà: "ok, ma è un film erotico, almeno le protagoniste salvano il salvabile con le loro invitanti nudità?" Macché....una più brutta dell'altra; la D'Abbraccio è anni luce diversa da quella che poi è diventata una volta passata all'hard (che già...non è proprio la venere di Milo). Noi la conosciamo bionda è pompatissima in ogni suo centimetro di epidermide, qui invece è mora, col capello lungo e assai più sgonfia (evidentemente ancora non era stato fissato il tagliando dal chirurgo), oltre alle fattezze un po' equine che certo non la rendono un'icona di bellezza. La Demy (pure lei sideralmente diversa dalla mongolfiera di silicone e anabolizzanti che è poi diventata) ha l'aria zozza ma null'altro da segnalare; la Alviani è bruttarella forte; giusto la Farnese sprizza turgore da tutti i pori, pure troppo (sembra sul punto di esplodere come un palloncino), visto che quella pelle lucida e tirata, sia sul volto che sui seni, rimanda immediatamente ad una serie di composti chimici non identificati secretati nell'Area 51. Così messo, l'erotismo scarseggia alquanto, le scene al calor bianco sono anonime e insipide, le protagoniste sono poco avvenenti, e Intrigo D'Amore finisce con l'essere archiviato come un pessimo film di genere, svogliato e tirato via. Caro Gariazzo, hai sbagliato la comanda.

Galleria Fotografica