In Punta Di Piedi

In Punta Di Piedi
In Punta Di Piedi

Due meraviglie assolute sul set di In Punta Di Piedi (1960), il debutto come attrice di Jane Fonda, il cui padre Henry era un buon amico di Joshua Logan, e Anthony Perkins, che in realtà fu una seconda scelta o, per meglio dire, un ripiego obbligato, vista l'indisponibilità della Warner Bros ad investire su due nomi troppo giovani ed ancora poco "solidi" come garanzia di un buon incasso. Ci doveva essere Warren Beatty nel ruolo del giocatore di basket Ray Blent, ed invece arrivò il più sicuro e rodato Perkins, il fidanzato che ogni ragazza americana avrebbe voluto avere. Logan si pentì amaramente di aver cercato insistentemente l'esordiente Jane, perché sia lei che lui si innamorarono follemente di Perkins durante le riprese, ed il film si trasformò in un autentico tappeto di vetri rotti. L'antagonismo sentimentale con il regista e la convinzione di essere un'attrice senza talento, sciatta e noiosa, causarono alla allora 23enne Jane Fonda - fino ad allora solo una modella - attacchi di panico, sonnambulismo e bulimia. Né andò meglio a lavorazione conclusa, del film la critica infatti scrisse che nulla lo avrebbe potuto salvare, né Perkins, né "una Fonda di seconda generazione con un sorriso come quello di suo padre e le gambe come una ballerina di fila". Un complimento o che cosa? Lei stessa fa riferimento alle sue gambe in una scena, definendole belle e degne di essere mostrate, e per mostrarle le mostra, soprattutto quando è vestita da cheerleader, con un gonnellino che definire risicato è dir poco, soprattutto se consideriamo che siamo nell'anno di grazia (puritana) 1960. Eppure quella di In Punte Di Piedi è una storia deliziosa, raccontata in modo altrettanto delizioso da Logan e dal suo cast, al netto delle traversie realizzative. In un college americano Ray Brent è un ottimo studente e ancor di più uno strabiliante cestita; c'è anche una nuova studentessa, June Ryder, arrivata alla Custer appositamente con uno scopo, trovar marito. Punta da subito Brent e lo tallona cercando persino la complicità del corpo docente, in particolar modo quella di due professori Leo Sullivan (Ray Walston) e Charles Osman (Marc Connelly). Il tutto mentre l'Università sta per ospitare un'amichevole tra la squadra del college e una rappresentativa russa in visita negli Stati Uniti. Blent dovrà essere la stella del match ma il Fato si mette di traverso (e la Ryder, suo malgrado, pure....).

L'atmosfera di In Punta Di Piedi, che poi si chiama Tall Story, è dolce, romantica e spumeggiante. Il ritmo è indiavolato e un po' tutto il registro è iper vitaminizzato. Sia Perkins che la Fonda sono in "over acting", con uno sfoggio ininterrotto di facce e faccette, mosse e vistosi movimenti fisici. Due fisici impossibili da non notare, incredibilmente asciutto e scolpito quello di Perkins, morbido e sensuale quello della Fonda, che tuttavia ha i suoi punti di forza nello sguardo languido ed in un paio di labbra da morsi. June è in costante modalità "seduzione" per ottenere l'attenzione di Ray ed il risultato è che perlomeno quella dello spettatore è garantita. Tantissimi i momenti divertenti, merito anche del cast collaterale che, oltre ai due buffi docenti brontoloni, comprende anche la fascinosa moglie di Sullivan (Anne Jackson) e l'allenatore della squadra di pallacanestro (Murray Hamilton). Logan ha tanto mestiere e dispensa il film di mille trovate preziose, come quando ad esempio Ray e June devono provare il bacio sulla nuca "alla giapponese" e - dopo una magnifica prova recitativa fatta di un lungo dialogo propedeutico al gran momento - il bacio viene scoccato da Ray sul collo di June, ed immediatamente una musichetta nipponica incornicia l'evento. In Punta Di Piedi è un meccanismo ad orologeria perfetto, dove ogni fotogramma di quei 91 minuti risplende di vitalità e divertimento, un'autentica gemma che all'epoca invece venne del tutto sottovalutata. Ricordato perlopiù come l'esordio di Jane Fonda, il film sembrava non avere praticamente nessun altro merito, ed invece sfiderei un altro regista a realizzare (ancora oggi) un racconto così centrato, con un cast diverso dal duo divino Perkins/Fonda.

Trailer ufficiale

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