Il Lago Di Satana è un film di Michael Reeves, uno dei pochi che ha girato. Dopo una manciata di film infatti - chi dice tre, chi dice quattro (tra i quali Il Grande Inquisitore con Vincent Price) - è morto suicida a 26 anni. E abbiamo intanto creato il clima giusto. Il Lago Di Satana, il suo esordio, narra le vicende di una coppia di turisti inglesini (lei è la mitica Barbara Steele) che si vede costretta ad una tappa forzata nel paesino di Vaubrecht in Transilvania. Sul posto, 200 anni prima esatti, la popolazione aveva ucciso inferocita la strega Vardella, senza preoccuparsi di esorcizzarla, il che costò la tremebonda maledizione di Vardella che promise un suo ritorno sanguinario. Puntualmente, al tempo stabilito, accade quanto profetizzato, e Vardella si serve di Barbara Steele per reincarnarsi e prendersi energia vitale funzionale al suo ritorno. La scaturigine del ritorno è appunto il lago nel quale Vardella fu seviziata e affogata. A Vaubrecht vive pure il conte Von Helsing (nella traduzione italiana "Von" e non "Van", ci distinguiamo sempre), discendente dei Von Helsing che a suo tempo combatterono Vardella (senza però essere ascoltati dal popolo bue che sbagliò procedura e non effettuò regolare esorcismo certificato). Von Helsing capisce al volo cosa sta accadendo e cerca di liberare nuovamente Vaubrecht dalla creatura di Satana. E alla fine ci riuscirà insieme al maritino suddito inglese, disperatamente alla ricerca di riottenere sua moglie scomparsa (e come dargli torto....Barbara Steele!).
Mi è successo pure un fatto soprannaturale durante la visione. Al minuto 25 circa, in concomitanza con l'avverarsi dell'anatema di Vardella, mi si è bloccato il dvd, piantato, niente da fare. Mi ci sono voluti 36 km per andare a cambiare il dischetto dove l'avevo comprato e ho potuto proseguire la visione solo la sera dopo; se non è il Maligno questo! Il film è un horror gotico ma gioca costantemente con siparietti comici, il che ha guastato la festa a molti puristi del sarcofago. C'è una gustosissima satira anticomunista sparsa per tutta la storia; l'albergo che occupa i due turisti è gestito da un ligio cittadino osservante della dottrina di Stato, che in realtà è un gaglioffo ubriacone, mentitore e sessualmente represso. Una legge vieta di assegnare camere a coppie non sposate, in paese tutti si chiamano "compagni", e la guarnigione di polizia è costituita da tre macchiette degne di Benny Hill. Pure la strega Vardella, dopo aver ucciso un popolano a colpi di falce, getta in terra lo strumento agreste componendo alla perfezione il simbolo comunista, grazie ad un martello contadino. In Transilvania negli anni '60 pure le streghe erano comuniste. Von Helsing poi è un aristocratico decaduto, un po' ubriacone un po' fattucchiere, che sembra sempre sul punto di dire la più grande idiozia, ma alla fine è l'unico che sa realmente cosa fare.
Menzione speciale per la Steele, che appare solo per un terzo di film purtroppo, ma al solito catalizza l'attenzione come nessuna altra attrice di genere ha saputo fare in ambito gotico. Sguardo ambiguo, corpo sinuoso, fascino diabolico inarrivabile. Una bellezza magnetica "estrema", diciamo così, che però stregava lo spettatore, indeciso se sentirsi minacciato da uno spirito malvagio o sedotto da una bellissima e ammaliante ancella. L'ambientazione romena tradisce un set tutto italiano, con l'albergo che riporta una gigantesca insegna "Ristorante" e pure la presenza del caratterista romanaccio "Manzotin", (nonché padre di Bruno Sacchi) Ennio Antonelli. Il make up di Vardella è orrido, il che gioca a suo favore, rendendola insolitamente schifiltosa e inquietante per un film del 1966. E le scene di violenza sono realmente violente e brutali, mi riferisco alla cattura e tortura di Vardella e alle sue uccisioni una volta tornata per mietere vittime. Il Lago Di Satana è proprio divertente e vi può gettare per i suoi 79 minuti in quel clima da horror d'essai dei bei tempi andati, quando Corman, Freda, Bava e compagnia ululante dominava la celluloide.