Il Decisionista

Il Decisionista
Il Decisionista

Tra il 1997 e il 1999 Mauro Cappelloni dirige tre film, i suoi unici tre film come regista, tutti con Gianmarco Tognazzi come protagonista. La sua carriera in realtà conta la partecipazione a molte più pellicole sin dai tardi anni '60, in qualità di regista della seconda unità o assistente regista (tra gli altri, Orgasmo di Lenzi, Metello, Per Le Antiche Scale di Bolognini, Cattivi Pensieri di e con Tognazzi padre, Mamma Ebe, Tutta Colpa Del Paradiso, Soldati 365 All'Alba). I suoi tre film li scrive, li produce e li dirige, uno di questi è Il Decisionista, del quale ho letto critiche quasi unanimemente negative sul web. Onestamente ne sapevo ben poco, mi ci sono imbattuto un po' per caso, come spesso succede quando sono alla ricerca di qualcosa da vedere e devo dire che il fuoco ininterrotto di giudizi impietosi mi ha un po' sorpreso. Intendiamoci, non si tratta di un capolavoro né di un titolo particolarmente memorabile, è rimasto per decenni confinato nell'underground cinefilo ed evidentemente ci saranno i suoi motivi (credo anche produttivi), tuttavia la mia impressione è stata evidentemente meno ultimativa e severa di quella di tanti altri spettatori. La vicenda echeggia la situazione italiana di quegli anni, l'era Mani Pulite. Il protagonista - Gianluigi Rossi Distante (Gianmarco Tognazzi) - è una sorta di vanaglorioso yuppie rampante, attivo nel mercato immobiliare e finanziario, contiguo a politici corrotti ed affaristi non troppo distanti dalla Malavita, che si trova invischiato nell'ennesimo affare estremamente spregiudicato e pericoloso; stavolta le cose non sembrano andare per il verso giusto e c'è pure una giornalista (Maria Grazia Cucinotta) che cerca di scrivere un'inchiesta sul percorso del denaro sporco e sui personaggi implicati nell'affare (politici compresi). - SPOILER: la giornalista verrà fatta fuori, la Finanza e gli organi di Polizia scoperchieranno il vaso di Pandora, anche per via di tradimenti incrociati, e lo stesso yuppie farà la fine del capro espiatorio, preso a revolverate in faccia proprio nell'ultimissima inquadratura del film.

Il principale problema de Il Decisionista risiede in una sceneggiatura un po' avvitata su se stessa, criptica per chi non mastica di finanza (grigia), ma a tratti probabilmente anche solo confusa. Si ricorre a linguaggio tecnico ed a situazioni "tipiche", tuttavia lo spettatore tende a rimanere escluso e si limita a compartecipare il crescente stress ansiogeno in modo un po' generico. Il protagonista è antipatico a priori, viene costruito con quella vena lì che non deve mai abbandonarlo per contratto. Basti notare i suoi siparietti con la segretaria (Adriana Russo), gratuitamente crudeli, scritti così apposta per connotarlo come uno squalo in servizio permanente effettivo 24 ore su 24. Ha la fidanzata ufficiale, dai tratti assai candidi ed angelicati (Sabrina Knaflitz, futura moglie di Alessandro Gassmann), un'amante ben più smaliziata (Cinzia Carrea) ed infine, al momento opportuno, non si sottrae nemmeno con la Cucinotta (più che comprensibilmente). L'attrice messinese qui aveva già alle spalle Il Postino di Troisi, il film della vita, eppure ha un ruolo tutto sommato "minore", anche se nevralgico per la trama, che tiene conto dello status di attrice conclamata raggiunto dalla Cucinotta, visto che ad esempio non ci sono scene di nudo, amplessi, né la sua giornalista veste in modo ammiccante (anzi, indossa solo pantaloni e lunghi impermeabili). La Cucinotta insomma qui non è (più) solo un corpo ma un'attrice tout court, sebbene alcune vocali pecchino pesantemente di una pronuncia ancora dialettale. La regia è stata definita televisiva ma a me sinceramente non ha infastidito poi così tanto, anzi mi è sembrata tutto sommato abbastanza "americana", corretta e idonea per la vicenda narrata e con un ritmo discreto, apprezzabile. Tognazzi regge bene il ruolo e così un po' tutti i comprimari, tranne forse il finanziare Massimo Sarchielli, molto acciaccato, un po' in stile tenente Colombo. Nel ruolo della madre di Tognazzi una parruccatissima Bedy Moratti. Le musiche sono di Sergio Cammariere prima che diventasse un novello Paolo Conte molto gradito ai palati fini, e onestamente sono ben scritte per il film che devono commentare emotivamente. Lungi dall'essere un film imperdibile, Il Decisionista non è nemmeno questo disastro da molti ritenuto tale; un film italiano degli anni '90, fatto con poco ma con un buon senso cinematografico. Ci si può accontentare.

Trailer ufficiale

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