Il Colore Dei Soldi

Il Colore Dei Soldi
Il Colore Dei Soldi

In tempo reale rispetto agli anni trascorsi, Martin Scorsese dà un seguito a Lo Spaccone. Sono trascorsi 25 anni per gli spettatori e per Eddy lo Svelto, che torna protagonista della storia nuovamente tratta dalle pagine di Walter Travis (stesso scrittore de Lo Spaccone, ma la sceneggiatura è di Richard Price). Stavolta Eddy non si prende tutta la scena da solo, ma condivide oneri ed onori con una coppia giovane ed ambiziosa fatta da Mary Elizabeth Mastrantonio e Tom Cruise, fresco fresco di Top Gun. L'incontro è notevole, il vecchio leone ed il giovane puledro, saggezza contro fremito, esperienza contro ardore.. Nel rapporto (anche anagrafico) tra i due attori si riflette la storia che racconta Scorsese. Stavolta e Felson ha rivestire i panni dello scommettitore (lo spregevole George C Scott de Lo Spaccone), anche se declinato con sfumature morali diverse, non necessariamente positive ma mai estreme come quelle del 1961. Vincent Lauria (Tom Cruise), commesso di un negozio di giocattoli e giocatore di biliardo a tempo perso, ha un talento innato ed un carattere sin troppo focoso e clownesco. Felson lo nota (il richiamo della frustata d'apertura di una partita lo mette sull'attenti) e decide di prenderlo sotto la propria ala, Lauria è una potenziale miniera di soldi, ma va domato. Stringe alleanza con la scafata fidanzata di Lauria, Carmen (Mary Elizabeth Mastrantonio), per portare Vincent ad un torneo ad Atlantic City e nel frattempo sbancare tutte le sale lungo la strada, ma fare i conti con l'irruenza e l'insubordinazione del ragazzo è arduo.

Scorsese ribalta i ruoli, Cruise raccoglie l'eredità di Newman, anche se con accenti assai meno drammatici e distruttivi, e con una guasconeria di fondo assai più accentuata. La spavalderia però rimane la stessa. Felson prova la stessa frustrazione di chi doveva gestire lui da giovane. A questo però aggiunge la sua voglia di rifarsi con la vita, per tutte le angherie e le sconfitte subite. Vive commerciando liquori, deve ancora prendersi la sua rivincita e tutto sommato rimane un perdente, anche se di lusso. Il vitalismo di Lauria lo soverchia ma allo stesso tempo lo contagia, rimettendolo in carreggiata, a tal punto da fargli tornare la voglia di riprendere in mano la stecca per sconfiggere tutti i suoi demoni. Emblematica in tal senso la galvanizzante scena di chiusura del film. Il respiro che Scorsese dà al film è nervoso e irrequieto. Ci sono alcune sottotrame che non vengono approfondite come forse avrebbero meritato. Ad esempio appare evidente (più di una volta) che tra Felson e Carmen ci sia una chimica, ma l'amo rimane un po' morto lì. Cruise è un vero bamboccione (nessuno meglio di lui avrebbe potuto interpretare quel ruolo, con tutte le sue facce iper mascellate, i suoi occhi fuori dalle orbite ed i suoi sorrisi a 64 denti). Vigorosissima la colonna sonora, il cui score è di Robbie Robertson ma all'interno della quale sono inclusi pezzi da novanta come le splendide "It's In The Way That You Use It" di Eric Clapton e "One More Night" di Phil Collins. Bella e magnetica la fotografia (di Michael Ballhaus), prova da novanta quella di Newman, anche se a tratti gigioneggia un po' e qualche dialogo è meno brillante del previsto.

Newman vinse (finalmente) il suo primo Oscar con questo film, dopo ben otto nomination (tra le quali quella per Lo Spaccone); e infatti polemicamente non presenziò alla cerimonia della Academy per il ritiro. Anche la Mastrantonio era candidata come miglior attrice non protagonista (in totale le nomination furono quattro, le statuette una). Manco a dirlo, Tom Cruise fece per davvero tutti i tiri di stecca che lo vedevano coinvolto, tutti tranne uno, il "jump shot" con il quale salta due palle davanti per andare a colpire una terza che boccia una quarta che va in buca. Cruise si portò a casa un biliardo e fece pratica ossessivamente, nel suo classico stile "superomistico" scientologista. Il Colore Dei Soldi è un gran bel film, potente e appassionante, tuttavia rivisto a distanza di qualche lustro l'entusiasmo si è leggermente ridimensionato. All'epoca lo vidi senza aver mai visto Lo Spaccone e il film di Scorsese mi sembrò un mezzo capolavoro. Pur rimanendo una pellicola assolutamente valida e godibile, rivisto oggi, avendo metabolizzato anche Lo Spaccone, Il Colore Dei Soldi diventa "soltanto" un buon sequel con un cast solido e di grande spessore ed una storia dignitosa che non mortifica i personaggi e le ambientazioni originali.

Trailer ufficiale

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