Da sempre irreperibile sul mercato italiano dell'homevideo e a fatica anche su quello internazionale (come dvd è uscito solo all'interno di un cofanetto comprendente venti titoli grindhouse), attualmente il film è miracolosamente visibile gratuitamente su Youtube, se avete modo approfittatene. Assurto dunque a status di semi leggenda, questa pellicola di Castellari si inserisce nel filone avventuroso abbeverandosi ampiamente alla sottocategoria degli squali. Franco Nero è un misterioso fuoricasta che vive da qualche parte nei mari tropicali, vive cacciando squali e dimora in una capanna sulla spiaggia con una donna indigena. Un giorno gli si presenta un'occasione irripetibile, far coppia con un sommozzatore esperto per appropriarsi di un tesoro di 100 milioni di dollari sepolto nelle profondità oceaniche e custodito dagli squali. - SPOILER: progressivamente si scoprono le carte e veniamo a sapere che Nero è un italo-americano che faceva parte di una organizzazione (criminale); i soldi appartengono a quella organizzazione e sono finiti in fondo al mare dopo un incidente aereo. La famiglia di Nero è stata sterminata e lui vive nell'attesa di riuscire a recuperare il malloppo. Finalmente può farlo ma sulle sue tracce si è già messa l'organizzazione e non solo, anche un losco signorotto locale.
Il tono della pellicola è molto exploitation, non dissimile dai caraibici di Massaccesi, anche se qui non c'è la minima intenzione erotica, nonostante Castellari avesse potuto ampiamente, vuoi per la compagna di Nero (Juanita/Patricia Rivera), vuoi per quella del messaggero dell'organizzazione (Mirta Miller, donnone che si sarebbe prestata a sottotesti calienti). Naturalmente c'è anche assai più azione. Il film è stato girato... ovunque, visto che al riguardo e ne leggono di ogni, Sardegna, Malta, costa del Messico, Nuova Zelanda, persino il Circeo. Nero è vestito nello stesso modo dall'inizio alla fine, con un paio di jeans larghi e arrotolati alle caviglie, una camicia sdrucita ed una cordicella sulla folta criniera bionda (e visibilmente posticcia). Il suo cacciatore è un Mr. Crocodile Dundee ante litteram, totalmente privo di ironia, molto efficiente in mare aperto, meno nelle scazzottate poiché le dà e le prende in egual misura. Non un taglio da supereroe insomma, anzi, un personaggio dal taglio più umano e reale (nonostante i ripetuti ed eloquenti silenzi di Nero). Un po' da cartone animato la compagine di avversari a vario titolo del cacciatore; tra questi pure lo stesso Castellari, in versione duro da canottiera e occhiali da sole. Molte le riprese subacquee, senza infamia e senza lode; dignitose ma spesso c'è un po' di confusione. Vediamo Nero (chi per lui) assaltare squali in movimento a mani nude, tutt'al più con un coltellaccio, con relative scie di sangue a seguire; così come vediamo relitti di aerei che, negli abissi, franano di roccia in roccia, e lì le immagini sono decisamente meno nitide e convincenti (e i modellini si vedono). Il cacciatore architetta un piano arzigogolatissimo per recuperare i dollari, ma in effetti di tutto quel progetto noi non vediamo granché esplicitamente, perlopiù l'impresa è desunta e ci ritroviamo direttamente al dopo, quando tutti gli attori in commedia devono sottrarsi vicendevolmente il denaro, fregando la concorrenza. Finale "sociale", come preannunciato da una battuta di dialogo pronunciata da Acapulco (Jorge Luke), il compare logorroico e spaccone del cacciatore.
Musiche dei fratelli De Angelis dal basso pulsante, ritmate e allegrotte. Castellari, non senza hybris, amava dire che pure loro come Spielberg avevano costruito un fantastico squalo meccanico, che funzionava altrettanto bene e costava la metà, peccato che la creatura si fosse rotta durante le riprese e quindi fu possibile usarne solo la testa. Il film in America andò piuttosto bene ma fu ostacolato dalla Universal che accusò la produzione italiana di plagio e si indispettì dei buoni incassi che addirittura stavano per superare Lo Squalo (sempre secondo Castellari).