
Credo sia un caso più unico che raro quello di un regista che dirige nuovamente un film sul medesimo argomento già affrontato 20 anni prima. Vero, Bellocchio stavolta concepisce una serie tv in 6 episodi laddove Buongiorno Notte (2003) era un'unica prova cinematografica omogenea. In questo caso Lucky Red fa uscire comunque il titolo in sala, suddividendolo in due parti, per poi dargli lo sbocco naturale, quello televisivo, sulla Rai. Fatto sta che, al di là del metodo di fruizione, Esterno Notte non prosegue Buongiorno Notte ma semmai lo integra. Infatti se nel 2003 Bellocchio raccontava il sequestro da dentro l'appartamento di via Montalcini 8, adottando il punto di vista dei brigatisti (narrativamente parlando ovviamente, non in senso ideologico) e dunque mostrando sostanzialmente loro e Moro (all'epoca interpretato da Roberto Hertzlika), stavolta il regista mette sullo sfondo via Montalcini e si concentra su tutto il resto. Sposta dallo sfondo al proscenio le vicende di tutti gli attori coinvolti direttamene e indirettamente (anche loro malgrado) in quei 55 giorni di prigionia, ovvero la famiglia di Moro, la DC (in particolar modo puntando la lente su Cossiga, allora Ministro dell'Interno), il Papa e i brigatisti, segnatamente Adriana Faranda e Valerio Morucci (dislocati in un differente appartamento, in appoggio al commando di via Montalcini), i quali vivono per interposta persona, ovvero i propri compagni, tutto ciò che accade a Moro e dentro il movimento delle BR. A cornice di queste esistenze Bellocchio pone il fatto in sé, il rapimento (nella prima puntata) e l'epilogo drammatico della vicenda, l'uccisione di Moro ed il ritrovamento del suo corpo (nell'ultima puntata).
E' come se Bellocchio avesse deciso di approfondire elementi rimasti a margine nel film del 2003, volendo così ulteriormente arricchire la visione d'insieme mettendo sul tavolo ogni punto di vista, ogni sfumatura, ogni dettaglio possibile e ricostruibile, per quella che è sia la verità processuale di quei giorni, sia quella storica, morale e presumibile, evidentemente anche secondo una interpretazione personale del regista. La famiglia Moro, evidentemente esausta degli oltre 40 anni di sofferenza scaturiti da quei giorni del 1978 ha mal accolto il ritorno di Bellocchio sul luogo del delitto, ma l'autore ha inteso precisare che Esterno Notte è si un documento politico ma affatto ideologico. Noialtri, non direttamente coinvolti per legami di parentela, possiamo solo limitarci ad accogliere il prodotto come cinema, come una narrazione, come un'opera d'arte in senso lato. Ma opera d'arte lo è anche in senso stretto e di merito, poiché è difficile seguire le sei puntate e non rimanere ammirati da quanto messo in scena da Bellocchio. Per quanta sia la sofferenza, il dolore e l'angoscia inflitti dalla rivisitazione di quel momento della storia italiana, Esterno Notte è davvero un'opera di completezza - e forse definitiva - su quei giorni. Certamente è il più alto stimolo di riflessione esistente sull'argomento e ce lo ha regalato (ancora una volta) Bellocchio. Al netto delle imprecisioni storiche - subito sollevate, persino da ex brigatisti - sull'accuratezza di certe ricostruzioni, Esterno Notte non può essere meramente ridotto a cronaca puntigliosa, deve vivere nell'alveo del concepimento artistico, della letteratura, e sfidare la coscienza dello spettatore ai più alti livelli morali, etici e civili.
Tecnicamente parlando, il film (perché di questo si tratta, un unico complesso flusso dipanato in sei parti senza soluzione di continuità) è impeccabile, la regia e la fotografia sono perfette, eccelso il livello recitativo, belle le musiche, sempre estremamente intrigante il sovrapporsi del piano della realtà storica con quello della vita intima dei personaggi (e dunque di fiction), e poi ancora lo sparigliare con parentesi di pura surrealtà e onirismo. Cosa immagino i personaggi, cosa desiderano, cosa le loro paure ed il loro cuore proiettano nella realtà che tuttavia si muove testardamente in altra direzione rispetto alle loro ambizioni? Non sono state risparmiate critiche a Bellocchio e certo credo se le aspettasse sin dal primo minuto della messa in onda, naturalmente per motivi prevalentemente politici, anche perché sul piano cinematografico bisogna davvero essere molto presuntuosi per osteggiare un lavoro di tale bellezza. Ognuno giudicherà questo prodotto secondo la propria sensibilità e razionalità, per quanto mi riguarda Esterno Notte va ad aggiungersi a Buongiorno Notte formando un compendio sulla vicenda Moro assolutamente imprescindibile e galvanizzante, pur trattandosi di eventi estremamente drammatici, sinistri e luttuosi della (più oscura) storia italiana.