Emanuelle In America

Emanuelle In America
Emanuelle In America

Terzo film della serie con una sola M e con la Gemser, e secondo di Massaccesi dopo Emanuelle Nera Orient Reportage. Gustato nell'edizione super integrale doppio dvd Stormovie, con annesso secondo dischetto di contenuti extra, tra i quali un'ora di intervista a D'Amato. Da molti è considerato uno dei migliori della serie (se non il migliore) nonché uno dei migliori prodotti di D'Amato tout court. Ma praticamente per ogni puntata emanuellesca c'è qualcuno che ha detto o scritto che si tratta della più riuscita, quindi troverete questa mia precisazione praticamente in ogni post riguardante i film della coppia Gemser/D'Amato, portate pazienza. Effettivamente si tratta di un discreto capitolo della serie, io lo metto al pari del primo di Albertini o forse appena un "pelo" sotto (non equivocate....), ma la trasferta americana è sicuramente più riuscita dell'Orient Reportage.

Il film è girato con più classe, più mestiere, anche se le trovate "extreme" di D'Amato sono forse tra le più feroci qui, e fanno il paio con la deriva cannibale della pellicola del '77. La reporter d'assalto stavolta si diletta con trafficanti d'armi, nobili veneziani orgiastici e debosciati, bordelli caraibici, snuff movies e tribù africane. In ognuno di questi contesti succede quel che deve succedere, ma tra un amplesso e l'altro (omo ed etero), Emanuelle porta a casa scoop sensazionali, che la confermano come una giornalista tosta, tenace, volitiva e indomabile. Neanche Gabriele Tinti (il duca Alfredo Elvize di Mont'Elba) riesce a domarla, quando in realtà, proprio sul set di questo film, i due convolarono a nozze (e contemporaneamente Emanuelle proclama urbi et orbi la perversione del matrimonio che limita le sue libertà individuali, la tomba dell'ammmore). D'Amato gira un po' di scene hard che non utilizza però come insert decontestualizzati, ma che fonde in modo omogeneo al film, e che distribuisce solo all'estero, segnatamente in Francia e Olanda, dove le sequenze hard (proiettate nei cinema) aiutavano parecchio a far circolare il film, mentre in Italia era l'esatto contrario. Naturalmente la Gemser non si presta a nessuna sequenza porno, per il lavoro sporco ci pensa Marina Lotar, qui giovane e molto bella. Nell'intervista a D'Amato, una domanda riguarda proprio le eventuali difficoltà avute dal regista nel convincere le attrici che dovevano prestarsi alle scene hard...divertente la reazione di D'Amato, che strabuzza gli occhi e dice: "Chi, la Frajese?!! No, credo fosse molto contenta di girare scene del genere....".

Massaccesi mescola più filoni, secondo il trademark che gli verrà d'ora in poi universalmente riconosciuto, dall'erotico all'horror, passando per tutto ciò che sta nel mezzo, sexy, splatter, porno, esotico, ed un minimo di azione malavitosa. Indubbio che le parti erotiche siano predominanti e probabilmente le migliori. Emanuelle ha modo di sedurre una vastissima platea di uomini e donne, o si trova sempre e comunque al centro di situazioni altamente erotizzanti, come orge, bordelli per signore o semplici "romantiche" copule col proprio fidanzato Bill (Riccardo Salvino). Non di meno l'apporto sostanzioso dato dalla bella Paola Senatore (moglie di Tinti nel film), da Lorraine De Selle (torrida scena lesbo in una sauna con la Gemser), da Maria Pia Regoli (altra scena saffica con la Gemser), e dalla suddetta Lotar; ho parlato di "sostanza" anche perché le forme della Senatore o della Frajese sono decisamente più appetitose della solita gruccia Gemser, a cui si può contare ogni ossicino.

I momenti truci del film sono fondamentalmente due: la masturbazione di un cavallo (per chi ama le sequenze zoofile), che D'Amato replica nel Caligola, e i finti snuff movies - torture inflitte da degli imprecisati soldati a delle donne inermi, con ganci attaccati ai seni, olio bollente fatto ingurgitare a forza con un imbuto, falli di ferro forniti di lame, museruole che squarciano il volto, stupri, ect - che D'Amato ovviamente non girò dal vero, ma riprodusse, per altro con una maestria non indifferente, trattando le pellicole in modo particolare, riversando e grattando, grattando e riversando, e facendo ampio ricorso ad effettacci speciali truculenti ad opera di Giannetto De Rossi. Ciò nonostante, D'Amato fu perseguito legalmente, denunciato da una delle attrici del cast (che si sentì danneggiata moralmente dalle scene - finte, ricordiamolo - girate), dovette pagare un risarcimento, fu privato del passaporto per 5 mesi; e pure Paola Senatore subì una condanna per offesa al pudore, con strascichi penali. Alla sua uscita il film, pur privo delle sequenze più forti, autocensurate da D'Amato in Italia, fu sequestrato dal Tribunale di Avellino in quanto "offensivo del comune senso del pudore". Insomma, non la si passava liscia nell'Italia degli anni '70, osando come osava D'Amato, e tuttavia queste pellicole, a loro modo coraggiose e pionieristiche (anche se indubbiamente discutibili per certi versi, dato che la "provocazione" era probabilmente tutt'altro che genuina e "artistica", ma piuttosto indirizzata al conto corrente bancario), venivano girate e prodotte. Oggi una roba del genere sarebbe impensabile, associazioni di genitori, cardinali, vescovi, magistrati, direttori di quotidiani, leader politici catto-cristiano-neotemplari, si avvinghierebbero ai polpacci dei cineasti che osassero produrre fotogrammi simili.

Sempre suggestive le ambientazioni del film, vero punto di forza dell'intera serie, che ha girato il mondo quanto e più di un'agenzia di viaggi. E sempre velleitari e un po' ambigui i proclami libertari messi in bocca alla Gemser o ai personaggi comprimari, poiché pare plausibile pensare che D'Amato e le sceneggiature che lo accompagnavano mirassero innanzitutto a solleticare i pruriti erotici del pubblico pagante, anziché risvegliarlo socialmente e politicamente sulle brutture di un mondo andato in malora. Dice Wikipedia che mentre si stava simulando una scena di sesso nel film, un attore ebbe un'erezione (beh, mi pare il minimo, visto il contesto...) e D'Amato iniziò a stuzzicare l'attrice che doveva girare la scena, tanto che essa praticò una vera fellatio all'attore (chissà quanto dovette insistere...). Quando il produttore vide quella scena, decise di inserirne altre hard, e per questo fu chiamata sul set Marina Lotar, che già aveva avuto esperienze nel porno e rappresentava una vera "garanzia". Rick Martino, detto Ercolino per la sua stazza palestrata, è lo stallone che nel film si "occupa" della Frajese; D'Amato racconta che 20 anni dopo lo ha incontrato nuovamente negli States, scoprendo che, nonostante la Frajese, non era solo quella dell'Atlantico la sponda che aveva oltrepassato.

Trailer ufficiale

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