Caligola E Messalina

Caligola E Messalina
Caligola E Messalina

Il Caligola di Brass fu un'eruzione vulcanica, Brass poi tolse la paternità alla pellicola per le note vicende produttive (delle quali vi invito a leggere nella pagina dedicata al film sul blog), tuttavia rimane agli atti l'enorme impatto che quel titolo ebbe nel circuito del nostro cinema di genere che per qualche anno fu tutto un rincorrersi di Neroni, Caligola, Poppee, Messaline, etc, alla spasmodica ricerca dei tiranni romani più feroci ed efferati e delle meretrici dell'Impero più decadenti e dissolute, in un tripudio di sangue, sesso e sen(n)i perduti. Bruno Mattei tra il 1981 ed il 1982 lavora addirittura a due film contemporaneamente, il suo Nerone E Poppea e questo Caligola E Messalina, formalmente diretto da tale Anthony Pas, che sarebbe Antonio Passalia, un francese (dal nome molto italiano) disperatamente alla ricerca di finanziamenti che avrebbe ottenuto solo firmando questo film. Mattei ci mette le mani, in pratica quasi dirigendo due lavori fotocopia, stesso set, condivisione del cast, sceneggiatura assente in entrambi i casi (visto che il fine di tutto era la carnazza). Caligola E Messalina viene girato in due versioni, soft e strong. Non hard perché non si arriva alla pornografia conclamata, ma ci si va molto vicino per dettagli espliciti e situazioni. Con molte libertà storiche, la vicenda narra dapprima il terribile regno di Caligola, ovviamente fatto di orge, ammazzamenti per capriccio e per diletto, congiure e spregi dispettosi (compreso il solito cavallo eletto senatore). - SPOILER: poi si passa al complotto contro Caligola ordito dalla sua sposa Messalina (sobillata dalla madre) che diventa imperatrice e moglie di Claudio il Germanico, il tutto mentre Agrippina, sorella di Caligola (che era la favorita del fratello dittatore quando era ancora in vita) seduce a sua volta Claudio e fa uccidere Messalina accusata di tradimento. Il cerchio si chiude con lo sposalizio di Agrippina con Claudio, totalmente in controllo di Roma imperiale.

Sin dai titoli di testa scopriamo il tenore dell'operazione, l'antica Roma è un plastico in miniatura. Quindi ci addentriamo nei palazzi, fatti di quinte ed oggetti di scena abbastanza dozzinali (come i costumi, alcuni di quelli di Caligola andrebbero bene per un film Marvel) e di scenografie che hanno la mera funzione di ospitare le sgropponate degli attori. Il Caligola di John Turner è particolarmente anonimo, soprattutto se paragonato con quelli allucinati ed incontenibili di Malcolm McDowell e David Brandon (rispettivamente per Brass e D'Amato) e, cosa ancora più sorprendente, l'intero cast femminile è particolarmente scadente. Ad eccezione di Agrippina/Françoise Blanchard (che nell'altro film di Mattei era Poppea), non bellissima ma perlomeno carismatica, tutte le figure femminili del film sono bruttine, insipide quanto a personalità. Messalina, che non è esattamente un personaggio secondario del film, è interpretato dalla ossuta e terribile Betty Roland, e si fa realmente fatica a comprendere come tale "bellezza" imperiale abbia potuto soggiogare Caligola e mettere a soqquadro l'impero. Molto meglio la madre Fanny Magier (con la quale per altro coltiva rapporti incestuosi e lesbo, ma l'incesto e l'omosessualità, come le orge, sono la norma a corte, il minimo sindacale). Messalina giace persino con impotenti (Claudio, interpretato proprio da Passalia) e nani, e non intendo separatamente.

Mattei ricicla amabilmente scene da altri peplum (esterni e masse di comparse), ma del resto ricicla il suo stesso film, sdoppiandolo in due capitoli differenti (poco) tra loro. Laddove però Nerone E Poppea - pur essendo pur sempre un film "alla Mattei" e non "alla Zeffirelli" - si tiene entro certi limiti e prova a seguire percorsi anche più "istituzionali", Caligola E Messalina svacca da subito e si trasforma in un porno mancato. Pare anche che mezzo cast, portato in dote da Passalia all'insegna del risparmio, fosse costituito da avanzi di galera perfettamente a proprio agio con "giganti" del mestiere come Jimmy il Fenomeno (un nobile romano) e Salvatore Baccaro, che fa la parte di un super dotato per il quale smania Messalina, una scena di un imbarazzo inimmaginabile (che fa il paio con quella di Messalina nell'arena gladiatoria, credo la più brutta colluttazione mai realizzata dall'epoca dei Lumière ad oggi). C'è sangue, c'è violenza gratuita (spadate ai genitali, poveri Cristi sbranati da leoni, macchinari di tortura più medievali che romani) e c'è la solita scena (anzi scene, perché vengono ripetute) di sesso equino, pare prese in prestito da Borowczyk. Il trailer inglese si affanna a dipingere il film come altamente spettacolare e morboso, d'accordo, ma come si trattasse di una provocazione cinefila di Kubrick, quando poi è sesso e carnazza a buon mercato, divertente... nei limiti.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica