Cadaveri Eccellenti

Cadaveri Eccellenti
Cadaveri Eccellenti

Cadaveri Eccellenti si trova all'esatta metà della filmografia di Francesco Rosi, dunque con una cifra stilistica già ampiamente delineata per il regista partenopeo. Salvatore Giuliano, Le Mani Sulla Città, Il Caso Mattei, etc, avevano fatto vedere quanto poteva vibrare l'impegno artistico di Rosi coniugato a quello politico. Cadaveri Eccellenti deriva da Il Contesto di Sciascia, edito pochi anni prima e già foriero di molte critiche, come sempre accaduto in Italia per certi autori, certi argomenti, certi sepolcri imbiancati (e come immancabilmente accadrà anche al film). Rosi fu presentato a Cannes ed il film è stato poi annoverato tra i 100 titoli del cinema italiano da salvare, ovvero quelli che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978. Lì per lì sono arrivati due David di Donatello, rispettivamente  per il miglior film e la miglior regia. E la regia di Rosi non è mai stata facile, lontana da intenti didascalici e pedagogici, non è mai piana, perfettamente consequenziale e lineare, ha delle ellissi, delle fughe in avanti, dei voli in picchiata, e richiede molta attenzione allo spettatore poiché più che accompagnarlo attraverso una spiegazione narrativa che esplicita tutto e secondo logica, si mette al fianco dello spettatore e osserva la cronaca, il succedersi degli eventi, a volte complessi e lambiccati (spesso pure con lunghe scene prive di dialogo), come del resto accade nella realtà, soprattutto quando si ha a che fare con pagine criptiche e inquietanti della storia dell'anti Stato italiano. Cadaveri Eccellenti si situa nel pieno dei cosiddetti anni di piombo e riassume in sé tutte le istanze del periodo: estremismo politico, consociativismo, realpolitik, movimentismo giovanile, scontri di piazza, terrorismo, golpismo, stragismo, corpi deviati dello Stato, pagine nere alle quali ci siamo purtroppo abituati. Assieme a Lino Jannuzzi e Tonino Guerra, Rosi delinea la sceneggiatura di una storia italiana parallela dove tutto viene convogliato in una serie di fatti di cronaca non veri ma verosimili e che in quegli anni non avrebbero affatto sfigurato. A tutto ciò Rosi aggiunge un'impronta pessimista e nichilista, che dall'inizio alla fine accompagna lo spettatore e, infine, lo lascia nel baratro dello sconforto e dello scoramento.

L'interpretazione di Lino Ventura è magistrale, fatta di piccoli momenti, parentesi intime e domestiche alternate allo strapiombo nella stordente realtà italiana politica e sociale del periodo. Un attore magnifico che per altro in questo caso recita con la propria voce, non doppiato. Tempi perfetti, carisma, personalità e unicità, davvero una grande faccia del nostro cinema. Lo affiancano grossi calibri come Max Von Sydow, Fernando Rey, seppur in ruoli minori (ma quello di Von Sydow in particolare è di grandissimo spessore, rimarrà impresso molto più di altri), ed una serie di ottimi comprimari, come Paolo Bonacelli, Marcel Bozzuffi, Luigi Pistilli, Tina Aumont, Anna Proclemer, Maria Carta. La consonanza di Rosi alla sinistra italiana non è mai stata un mistero e lo stesso regista la dichiara apertamente, anche con il suo cinema, tuttavia ciò non gli impedisce un atteggiamento critico, anche ferocemente critico, come accade pure in Cadaveri Eccellenti, dove la chiusa grava tutta sulle spalle del Partito Comunista Italiano. Almeno due i momenti da citare obbligatoriamente, il confronto tra Ventura e Von Sydow a proposito dell'errore giudiziario (con le conseguenze nefaste che coinvolgeranno Von Sydow) e quello finale tra Pistilli e il dirigente PCI (Florestano Vancini) sull'opportunità di smascherare il potere. Due cazzotti nello stomaco che Rosi infligge "amorevolmente" al proprio pubblico ed alla addormentata società italiana. A questi si aggiunge la scena che apre il film, la camminata del giudice nelle catacombe palermitane dei cappuccini, una sfilata di morti ed espressioni grottesche che in qualche maniera anticipano le atmosfere delle mostruosità politiche alle quali assisteremo e ne costituiscono la perfetta cornice. A proposito di cornice, intesa come scenografia, impossibile non citare l'apporto visivo dato dalla collaborazione al film di Mario Schifano e Renato Guttuso, elementi in grado di aggiungere eleganza alla messa in scena, oltre alla fotografia dal sapore neorealistico di Pasqualino De Santis e a un generale sentore noir disegnato da Rosi nel condurre la sua orchestra. Ulteriormente da citare la scena della grande festa del potere, dove Ventura si confronta con Fernando Rey, oppure la visita "museale" di Ventura a casa Cres, con Paolo Bonacelli come Virgilio sornione,. Insomma, appare chiaro quanto quasi ogni fotogramma di Cadaveri Eccellenti lasci il segno e meriti indiscutibilmente di essere visto, rimanendo impresso nel subconscio dello spettatore. Certo, verrebbe da reagire come Fantozzi al termine del primo film, dopo la lunga ed intensa nottata di studio matto e disperatissimo ("ma allora.... mi hanno sempre preso per il c**o")

Trailer ufficiale

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