Beverly Hills Cop – Un Piedipiatti A Beverly Hills

Beverly Hills Cop – Un Piedipiatti A Beverly Hills
Beverly Hills Cop – Un Piedipiatti A Beverly Hills

Se Sylvester Stallone non avesse mai rinunciato al ruolo, come gentilmente chiestogli dalla Produzione, non avremmo mai visto questo Beverly Hills Cop, avremmo con tutta probabilità avuto un ibrido con quello che poi sarebbe diventato Cobra. Quando venne contattato Stallone (per altro dopo aver perso la chance di scritturare Mickey Rourke), il divo degli anni '80 accettò di buon grado; nessuno se lo aspettava perché la sceneggiatura non sembrava affatto calzargli a pennello. E infatti lui cominciò a riscriverla, cucendosi addosso nuove scene, spurgando il copione dei moti risvolti comici (verso i quali era scarsamente portato) e infarcendoli di azione testosteronica. Volle che il protagonista si chiamasse Axel Cobretti, il Cobra di Detroit, anziché Axel F. Quindi fece lievitare i costi di Produzione di parecchio, troppo. A quel punto le scelte erano due, cassargli buona parte della riscrittura (ma nessuno aveva il coraggio di dirglielo) o cambiare attore. Si scelse il piano B, ma gli si offrì subito la possibilità di fare un altro film, di dedicarsi al suo Cobra (che arriverà nell'86 e nel quale riciclerà molto del materiale propedeutico a Beverly Hills Cop). Il nuovo protagonista diventò quindi Eddie Murphy, il quale veniva da Una Poltrona Per Due e 48 Ore, e faceva presagire un potenziale comico (e paraculo) enorme.

A suo modo Beverly Hills Cop ha segnato il suo tempo; è dal 1984 infatti che i poliziotti del cinema hanno cominciato a far battute, dire e fare insistentemente cose divertenti, financo stupide. Prima c'erano i Callaghan tutti d'un pezzo (che le battute le facevano lo stesso, ma super virili pure quelle, non demenziali o magari volgari, da Saturday Night Live, come Murphy). Il successo fu enorme, gente che si rotolava in sala, che urlava, che glorificava Eddie Murphy. Sei mesi di programmazione che furono un tripudio e che naturalmente diedero immediatamente l'avvio al sequel. Il solo Ghostbusters in quell'anno riuscì ad incassare di più. Murphy entrò in pista ad appena due settimane dall'inizio delle riprese, caricandosi sulle proprie spalle il film, improvvisando sul set come un pazzo (una sua specialità) e ottenendo un risultato spettacolare. Il cast comunque è fatto di ottimi sparring partner, tutti volti giusti al posto giusto, nessuno escluso, con la coppia di agenti goffi di Beverly Hills (Taggart/Rosewood) vagamente ispirata a Stanlio e Ollio, la bella Lisa Eibacher pettinata con cofane anni '80 terribili, i cattivi dai visi arcigni e il mitico Serge della galleria d'arte di Beverly Hills, improbabilissimo dandy omo interpretato da Bronson Pinchot (e doppiato da Marco Guadagno, storica voce di Mathhew Broderick).

La colonna sonora è un altro "personaggio" fondamentale del film, intesa ancora alla vecchia maniera, quando gli effetti sonori della storia erano secondari rispetto al martellare della musica, vero e proprio commento delle scene (oggi avviene esattamente il contrario, troppe esplosioni di cui tener conto perché la musica possa far capolino decentemente). La scelta dei vari pezzi è stellare, adrenalina ed emozioni allo stato puro, culminanti nel celebre motivetto tecno pop di Harold Falermeyer divenuto se possibile ancora più famoso del film stesso e teso a sottolineare i dispetti e le iniziative di Eddy Murphy ogni qual volta si mette in testa qualche idea strampalata. Beverly Hills Cop ha certamente contribuito ad elevare a potenza il mito di quell'America, quella di Beverly Hills appunto, lusso, ostentazione, soldi, potere, carisma derivante dallo status sociale. Fanno ancora effetto le riprese di Eddy che percorre i vialoni sulla sua Chevy scassatissima, circondato da macchine, donne e negozi assolutamente assurdi e stratosferici (si vedono in bella mostra i marchi di diversi stilisti italiani, ovviamente arroccati sulle colline di sopra Los Angeles). Ed il contrasto nasce proprio dall'aria dimessa e "qualunque" del poliziotto di Detroit in confronto alla cornice affettati e un po' snob che lo accoglie (malvolentieri). L'azione non manca, nonostante l'assenza del panzer Stallone, ed anzi è ottimamente resa, per merito di Martin Brest. Ad esempio, la corsa del camion con rimorchio per le vie della città, ad inizio film, è fantastica. Da segnalare invece che il doppiaggio italiano si prende parecchie libertà, cambiando molte battute; divertenti comunque - lo ammetto - ma diverse dallo script originale.

Di sequel alla fine ce ne sono stati due, discreti, e da sempre si parla di un ritorno di Murphy al personaggio con un quarto film, cosa che credo sarebbe lecito non augurarsi visto che nel tempo Murphy ha perso parecchio del suo smalto originario (una comicità assolutamente aggressiva, politicamente scorretta e nervosa) e noi non siamo più negli anni 80, nel bene e nel male.

Trailer ufficiale

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