Alla Ricerca Del Piacere

Alla Ricerca Del Piacere
Alla Ricerca Del Piacere

Silvio Amadio è un regista che ha percorso i generi in molte direzioni durante i suoi 25 anni di attività, tanto come sceneggiatore quanto come regista. Dai film di guerra a quelli drammatici, dalle commedie ai sandaloni avventurosi, dal western al musicarello, dal decamerotico al thriller, tinto ora di giallo ora di rosso erotico, proprio come nel caso di questo Alla Ricerca Del Piacere, anno 1972. Il regista laziale, già assistente di Germi e Blasetti, qui si affida ad una coppia bollente formata da Barbara Bouchet (addirittura otto film in quell'anno) e Rosalba Neri, le quali sembrano le due metà dello yin e dello yang. Bionda, efebica, delicata come porcellana la prima, un cigno. Castana, burrosa, potente la seconda, una pantera. Le due donne sono al centro della storia nonché espressione di due polarità appunto opposte. Greta (Bouchet) è la nuova segretaria di uno scrittore intellettuale (Farley Granger) presso la cui tenuta si stabilisce per battere a macchina i suoi libri, Eleonora (Neri) è la compagna dell'uomo, che per la verità si dimostra da subito assai attratta dall'avvenenza della nuova inquilina della villa. Strada facendo scopriamo che Greta si è fatta assumere per indagare sulla scomparsa della precedente segretaria, la sua amica Sally (Patrizia Viotti), misteriosamente svanita nel nulla dopo averle inviato alcune lettere che facevano riferimenti ambigui a delle pratiche perpetrate in quella casa. Greta ha  dunque motivo di credere che l'enigma possa risolversi proprio in quel luogo.

L'erotismo di Amadio punta da subito e pesantemente sulla variante lesbo, con l'incontro che avviene abbastanza presto nell'economia del film tra la Bouchet e la Neri. Ma non sarà l'unico, poiché nel dipanarsi della storia apprenderemo anche della simpatia della Bouchet per Sally, un'amicizia particolare che Amadio documenta con una scena di nude affettuosità sotto una cascata. Eppure sia Greta che Eleonora non sono omosessuali, semmai perseguono il piacere in ogni sua sfumatura, dunque non si privano degli uomini. Sono gli anni nei quali al cinema come nella società la liberazione sessuale conosce una grande spinta propulsiva e la borghesia viene ritratta come curiosa, capricciosa, ambigua. Il titolo del film fa forse riferimento anche a questo humus, ma primariamente indirizza lo spettatore verso i piaceri che si celebrano proprio nella casa di Granger, una specie di cenacolo di erotismo libero misto a trasgressioni varie, come alcol, filmini a luci rosse (una versione abbastanza stupidotta di cappuccetto rosso) e farmaci. In realtà di morboso e misterioso c'è tutto sommato alquanto poco, semplicemente i vari ospiti dei padroni di casa, esattamente come loro, cercano costantemente di amoreggiare, nulla di più e nulla di meno.

La pellicola di Amadio è molto ben diretta, una regia netta, pulita e formale (c'è tanta regola dei terzi ad esempio ed un uso generoso dello zoom), ricca di atmosfere e di erotismo grazie a due corpi da novanta come quello della Bouchet e della Neri, c'era poco di cui lamentarsi. Tuttavia a ben guardare a livello di sceneggiatura Alla Ricerca Del Piacere non è che sia poi questo granché, scorre tutto piuttosto lineare, una storia semplice, priva di sussulti, giocata quasi esclusivamente sulla bellezza e sulla generosità delle attrici protagoniste, e sulla solidità della recitazione di tutto il cast nella sua interezza, oltre al mestiere di Amadio come autore. Un buon prodotto di serie B, gradevole dall'inizio alla fine pur poggiando su basi assai esili e minimali. La Neri è ottima nel suo ruolo ma non si offenda se dico che sarei stato molto curioso di vedere la Fenech (che pare avrebbe dovuto rivestire i panni di Eleonora), assieme alla Bouchet in questa pellicola. Tutta la vicenda è ambientata alle porte di Venezia, ritratta amabilmente da Amadio, con eccellenti giochi di rifrazione nell'acqua sublimati da una battuta recitata da Granger che fa riferimento proprio al rimando di specchi tra la decadente Venezia e l'acqua delle sue calli; così come pure le musiche di Teo Usuelli si sposano discretamente con l'opera aggiungendo del proprio alle suggestioni delle immagini.

Trailer ufficiale

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