Adattamento dell'omonimo romanzo della irlandese Edna O'Brien (in originale Zee & Co.), la pellicola è diretta dal regista di Dove Osano Le Aquile. Un anno dopo Hutton dirigerà nuovamente Elizabeth Taylor nel thriller Ad Un'Ora Della Notte. X Y e Zi è un lavoro perlopiù poco apprezzato anche degli estimatori della Taylor, uno di quei film degli anni '70 generalmente sminuiti dalla critica, decade che assommerebbe le pellicole più banali, commerciali e superficiali interpretate dalla Taylor. Un giudizio sommario e snob che spesso e volentieri non corrisponde affatto al vero, neppure ci si avvicina. X Y e Zi ad esempio è un'operetta decisamente interessante che permette di vedere la Taylor in una chiave con sfumature diverse dal solito. Se da un verso si tratta della consueta baruffa sentimentale tra un marito ed una moglie oramai giunti ai titoli di coda del proprio matrimonio, con relativa messe di litigi, dispetti e scenate (decisamente congeniali alla Taylor, facilitata dal continuo riversare dettagli della sua vita reale nella finzione e viceversa), l'evoluzione del ménage prende strade impreviste. Robert (Michael Caine) è un architetto ricco e donnaiolo, stanco di Zee (Elizabeth Taylor) e trafitto da cupido durante un party nel quale nota Stella (Susannah York), una sarta solitaria e molto bella. I due si conoscono e si piacciono. Robert non fa granché per nascondere l'adulterio, Zee dapprima lo contrasta, poi si rassegna ad accettarlo, confinandosi in una condivisione del proprio marito con l'amante. Robert fa le cose abbastanza seriamente, tanto da arrivare a prender casa con Stella; presto lascerà Zee. La contromossa della moglie allora è il (tentato) suicidio, che farà barcollare Robert. - SPOILER: progressivamente il grigiore della routine quotidiana convincerà nuovamente Robert a riprendere con Stella ciò che aveva interrotto, ma stavolta Zee sfodererà l'arma finale, complice una confessione maldestra che Stella le fa durante la degenza post suicidio in ospedale.
La Taylor non si cruccia poi troppo di mostrarsi appesantita nel fisico, il trucco è molto vistoso, con un celeste che le incornicia perennemente gli occhi un po' a mascherone, i capelli sono arruffati e gli abiti di scena della sua Zee sono appariscenti fino al kitsch. Tuttavia tale connotazione calza con l'ambientazione seventies, ulteriormente sottolineata dalle musiche rock dei Three Dog Night (che Zee ascolta a tutto volume infastidendo il marito), dalla Londra post swinging e dai suoi party mondani affollatissimi ed un po' volgarotti. Rita, l'amica in comune che fa conoscere Stella a Robert, è interpretata da una Mary Larkin vistosamente trash, con abiti, occhiali e parrucche che sono una vera e propria parodia. Tutto è alquanto marcato ed accentuato in X Y e Zi, evidentemente a creare un ambiente d'insieme omogeneo e spiccatamente teatrale, financo greve, come lo stato di forma matrimoniale dei due protagonisti. Nonostante ciò l'interpretazione di Liz è clamorosamente centrata, nei primi piani la sua bellezza - ancorché non più così fresca - lancia barlumi riconoscibili ed inequivocabili, la Taylor è viva e vegeta ed i suoi occhi ancora sanno come sorridere attraverso lo schermo. Zee è un personaggio terribile eppure e quello verso il quale è più facile provare empatia. Robert è algido ed egoista, la sua resa avviene quando, dopo aver abbandonato la moglie e messo in discussione la nuova tresca con Stella, trova persino il tempo per sollazzarsi con la segretaria (sempre trattata a male parole sul posto di lavoro). Stella è in apparenza un personaggio positivo, luminoso, ma è proprio Zee ad inquadrarla nella giusta prospettiva, quando dice di trovarla insopportabile con quella sua aria fatata ("come fosse sempre senza fiato, vedendo bellezza in tutte le cose...persino nella m***a"). Una liberazione catartica che permette a Zee di esplicitare ciò che lo spettatore non aveva osato dire, ma che in fondo è la perfetta descrizione della zuccherosa Stella gne gne.
Che la bionda sartina - dall'acconciatura alla Olivia Newton John e gli occhioni da cerbiatta perennemente spalancati - non sia poi questo stinco di santo lo si acchiappa sul finale, quando appunto si lascia andare con Zee raccontandole un episodio molto intimo della sua gioventù. La perfida Zee non se lo lascia ripetere due volte e ne approfitta per rovesciare la situazione a proprio favore. Robert è sconfitto, Stella annientata, Zee trionfa sulle macerie di un matrimonio affatto ricomposto ma comunque tenuto assieme coi cerotti. Zee non perde il suo facoltoso tenore di vita né un uomo apprezzato ed invidiato, che può continuare a sfoggiare al proprio fianco. Molto divertente l'incipit del film, con i titoli di coda che scorrono su una partita a ping pong tra Robert e Zee, mentre dei riquadri colorati si stagliano sull'immagine di fondo in bianco e nero, un minimo sperimentalismo che annuncia l'arrivo degli anni '70 dentro la cornice di un classico dramma sentimentale. I dialoghi sono serrati e ben scritti, così come il rapporto tra i due coniugi mette in luce in modo sottile la dipendenza reciproca e le arti perverse e morbose alle quali Zee sa far ricorso per diventare croce e delizia di Robert. Al di là delle intenzioni "commerciali" della pellicola, la Taylor si concede anima e cuore al suo personaggio, conferendogli una statura enorme e regalandogli un talento fuori discussione, e secondo qualcuno finendo anche col cannibalizzare il film. Nella sua lunga e corposa carriera, la York interpreterà anche la mamma di Superman nel film di Richard Donner (1978) e relativi sequel, nonché una regina nel tremendo Piccolo Grande Amore dei Vanzina (1993).