Dici Twilight ed è un fuggi fuggi generale, notti di incubi a suon di vampiri adolescenziali, licantropi coi brufoli e pulzelle svenevoli si profilano all'orizzonte, ma se dici Twilight e, anziché a Kristen Stewart, Robert Pattinson e quell'altro, stai pensando a Susan Sarandon, Paul Newman e Gene Hackman, il discorso cambia, eccome. Il film che hai in mente è quello di Robert Benton (Kramer Contro Kramer, Cattive Compagnie, Una Lama Nel Buio, nonché co-sceneggiatore del primo Superman), siamo nel 1998, dieci anni prima che Paul Newman muoia, dieci anni prima che esca l'altro Twilight (coincidenza di date, sarà un caso?). Anche in questo caso Benton, oltre che dirigere, collabora alla sceneggiatura, dando forma ad una pellicola che oscilla tra thriller, giallo e noir, e trova la sua sintesi proprio nel titolo, per svariati motivi. La storia è crepuscolare, i personaggi sono crepuscolari, gli attori sono crepuscolari.
Harry Ross (Paul Newman) è un ex agente di polizia ed ex detective privato, che vive a casa di una coppia di attori, Jack e Catherine Ames (Gene Hackman/Susan Sarandon), da quando, su commissione di Jack, andò in Messico a riprendere l'allora figlia minorenne, Mel (Reese Witherspoon), che se la spassava con un ragazzaccio poco di buono, rimediando una pallottola nella gamba. In bolletta, Henry si accasa presso gli Ames, segretamente innamorato di Catherine. Jack ha una malattia terminale e la vita scorre malinconicamente tranquilla, tra una sconfitta e l'altra. Accade però che Jack incarichi Henry di consegnare un pacchetto ad una donna misteriosa. La semplice commissione si trasforma in una faccenda maledettamente complicata. A casa della tizia Ross trova un uomo ferito mortalmente il quale, prima di schiattare a terra in un lago di sangue, gli rovescia addosso un intero caricatore di pistola. Ross è uno tignoso, prende la cosa sul personale, ed inizia delle indagini scoprendo più di quanto avrebbe voluto. - SPOILER: anni addietro Jack e Catherine uccisero il primo marito di lei, per potersi sposare, quindi seppellirono il corpo in un ranch fuori città. Un poliziotto della omicidi segue il caso da ventanni e prima di morire confida la sua tesi sull'omicidio proprio al bellimbusto che si godeva Mel Ames e alla agente che lo tiene in custodia da quando è uscito di galera (dove finì proprio per le incriminazioni volute da Jack Ames). I due ricattano Jack, ma il complotto va ben oltre; chi piantò l'ultima mortale pallottola nel cranio del marito di Catherine fu Raymond Hope (James Garner), ex collega di Harry e suo amico di vecchia data.
Il cast di Twilight è impressionante, a scorrere la lista dei nomi coinvolti c'è da rimanere a bocca aperta, compresi i "comprimari di lusso", James Garner e una giovanissima Reese Witherspoon. Tuttavia, come giustamente nota il Mereghetti nella sua critica al film, tanto oro sembra per qualche motivo rimanere sospeso nel vuoto. Il film ha una sua cifra tutta particolare, dimessa, low-profile, crepuscolare appunto (abuso del termine, abbiate pazienza, ma è veramente la morte sua). Il film ha un taglio quasi televisivo, disilluso, cinico, desolato; tutti gli attori sul palcoscenico hanno una mestizia da viale del tramonto, chi per motivi anagrafici (Newman, qui al suo quart'ultimo film), che per motivi di sceneggiatura (Hackman morente), chi per motivi dell'anima (Sarandon, personaggio complesso, turbato, penitente ma allo stesso tempo fiero e provocatorio). Il destino pare inesorabilmente incamminato nella sua direzione, e Harry Ross non può fare altro che seguirne le tracce e prendere atto delle rivelazioni che lo attendono. Hackman e la Sarandon sono sottotono, anche se non è chiaro quanto per necessità di script e quanto per scarsa partecipazione. Newman ha lo sguardo triste e spento, come le aspirazioni del suo personaggio. Fa da contrasto la vitalità della poco più che teenager Reese Witherspoon (che tra l'altro concede un topless). Pure Garner ha un ruolo assai amaro, in parallelo a quello di Newman (le loro discussioni sulla prostata sono un viale alberato di foglie autunnali prima che giunga il gelido inverno). Impossibile sottovalutare la sensualità della Sarandon, che spesso in carriera anche (e soprattutto) in età non più giovanissima, ha offerto una carica erotica non indifferente nelle sue interpretazioni. Convincenti anche i dialoghi, mai tirati via o superficiali, adeguati alla caratura degli attori. La storia non assicura colpi di scena sconvolgenti e tutto sommato segue un binario lineare e semplice, ma la sua concretezza, la sua atmosfera noir e la statura degli interpreti rendono Twilight un film estremamente godibile, sobrio e intenso.