Pasquale Fanetti non ha manco una pagina italiana di Wikipedia, ci vuole quella tedesca (o IMDB) per sapere la sua filmografia, divisa tra operatore di macchina, sceneggiatore, capo elettricista e regista. Tutto cinema di genere, ma nell'ultimo caso si tratta di una lista di titoli quasi esclusivamente erotici, e tra questi, nel 1991, Tre Giorgi D'Amore con Petra Scharbach, firmato con lo pseudonimo di Frank De Niro. Una pellicola ai limiti dell'autobiografismo per l'attrice e modella (poi pure pittrice e blogger) tedesca naturalizzata italiana. Petra, quella vera, negli anni '80 vince concorsi di bellezza, lavora come modella e fotomodella, tenta la strada della musica, recita in pellicole softcore, realizza servizi fotografici per Penthouse e Playmen e lavora in tv; Lulu, il personaggio del film, è una modella, fa servizi fotografici osé e ospitate a pagamento. In Tre Giorni D'Amore la protagonista è in perenne attesa del suo uomo, mentre passa da set fotografici a discoteche, e inganna il tempo facendo shopping di lusso. Il rapporto con il suo impresario è pessimo, e più in generale tutti gli uomini la vedono come un mero oggetto sessuale. Questo perlomeno è ciò che lei attribuisce loro, arrivando ad immaginare persino come ognuno di essi vorrebbe possederla, e ammettendo per altro che la cosa - dopo un fastidio iniziale - la eccita. Finalmente Massimo (Carlo Mucari), il suo grande amore, la degna di interesse, ma anche questo rapporto è complicato e intenso. La loro frequentazione (i famosi tre giorni del titolo) è tutta incardinata sul sesso, rapporti, ammiccamenti, una sfida reciproca continua, apparentemente condotta da Massimo ma alla quale Lulu soggiace piuttosto volentieri. Fino a che Massimo non tira troppo la corda, coinvolgendo Lulu (a sua insaputa) in un rendez vous a quattro, con altre due donne. Lulu, offesa, decide di mollare Massimo, il quale continua a dichiarare il suo amore per la donna più importante della sua vita, ma senza rinnegare al contempo il bisogno di una tensione erotica sempre presente. Tre giorni di lussuria terminano così, come una cerino che avvizzisce dopo aver bruciato per tutto il tempo possibile.
Non si fa fatica a trovare rimandi con 9 Settimane e 1/2, uscito nell'86. Da metà film in poi - praticamente da quando compare Mucari - Fanetti insegue un vero e proprio remake, con richiami di scena quasi telefonati. Tre Giorni D'Amore (pochi ma buoni, verrebbe da dire) pare la versione camp del successo americano al botteghino, con una coppia d'attori sotto ipnosi (tale è la loro fissità), delle location provinciali e cheap, ed una generosa abbondanza di scene erotiche, nelle quali la Scharbach è con la macchina da presa sempre addosso, sia che amoreggi con Mucari, sia che provveda a darsi piacere in autonomia. Petra è bellissima, una vera icona degli anni '80, e la sua presenza scenica basta ed avanza a rendere meritevole di visione un'operetta del genere; tuttavia, la trama, la messa in scena e l'intero progetto sono davvero modesti, e come attrice grosse qualità non si può dire che emergano (complice anche un doppiaggio sciagurato). Pellicola cult ma anche e soprattutto trash, che ha il suo unico fulcro di interesse nelle parti anatomiche di Petra e in come Mucari le sfrutta, le cavalca e le doma per tutto il film. I dialoghi sono abbastanza aberranti e lo sviluppo psicologico dei personaggi e da annuario di psichiatria. Le scenette kitsch diventano momenti imperdibili, come ad esempio il gioielliere che feticisticamente vuole riempire di perle e perline le nudità di Petra, il duetto lesbico con Cinderella (aka Monika Rak) o, ancora, i tremendi balli in discoteca con bellimbusti al seguito, un trionfo di cattivo gusto. Nello stesso anno di Tre Giorni D'Amore la Scharbach parteciperà anche a Paprika di Brass e girerà una sorta di seguito del suo film più rappresentativo (Lolita 2000), sempre con Fanetti, ovvero Lolita Per Sempre (nel cast pure Carmen Di Pietro e Malù).