
Travolto dagli Affetti Familiari (di Mauro Severino, 1978) è commedia non troppo commedia con Landone Buzzanca e, di sponda - ma poco poco - Gloria Guida. Film che definirei minore, non riuscitissimo, perché alla fine della visione si rimane con qualcosa di non detto, non visto, non fatto, una sensazione di vorrei ma non posso. Non è pienamente un film comico, anche se in certi frangenti si ride e parecchio (vedi soprattuto al paesello di Lando, in occasione della morte del padre, oppure più avanti, in occasione delle nozze con la farmacista). Ci sono velleità di approfondimento sociale, momenti di forte amarezza, un po' come avviene in Amici Miei, che miscela sacro e profano, ovvero dramma e commedia. Qui però rimane tutto ad un livello più orizzontale e superfiale. Pare di intuire che il film nasce "pe' fa' rìde", ma che, strada facendo, nutra qualche ambizione ulteriore e tenti la strada della raddrizzata impegnata, raggiungendo solo parzialmente l'obbiettivo. In breve, si narra di uno spiantato (Buzzanca) povero in canna, che si barcamena con un improbabile lavoro di agente immobiliare. Causa forza maggiore, è costretto a ospitare in casa anziana nonna (Nerina Montagnani) e cane pasticcione. Questo sconvolgerà non poco la sua vita, già precaria. Accanto a lui, anche un'amica che non vuol fare la fidanzata a tempo pieno (Gloria Guida), ed una farmacista (Andréa Ferreol) che Buzzanca sposerà solo per interesse, ritrovandosi incastrato in un menage familiare asfissiante dal quale deciderà di evadere, anche se, nel finale....
La parte comica riguarda tutte le peripezie che Buzzanca mette quotidianamente in atto per tenere assieme la baracca; ed anche l'incredibile serie di regole e codici comportamentali ai quali deve soggiacere una volta presa in moglie la Ferreol. La parte agra investe soprattutto l'anziana Nana (Montagnani), affetto dolce e spezzacuore di Buzzanca, in bilico tra solitudine, ospizi e malattie degenerative. Abbastanza d'effetto la parte in cui Buzzanca è "costretto" dalla famiglia della moglie a mettere, suo malgrado, Nana in un ospizio; si versa anche qualche lacrimuccia. Così come intenso e commovente è il rapporto col cane Piccolo (che, disperato per le sorti del padrone, tenta pure il suicidio). Alti e bassi insomma, emotivi e di sceneggiatura, ma nel complesso un b-movie senz'altro da vedere. La Guida c'è poco, ma quando c'è, è nuda.