Torbide Ossessioni

Torbide Ossessioni
Torbide Ossessioni

Quando Steven Soderbergh aveva appena cominciato a far vedere al mondo chi era Steven Soderbergh - quindi all'indomani di Sesso, Bugie e Videotape e di quel piccolo capolavoro meno frequentato che è Delitti e Segreti - piazza questo filmetto oggi riproposto on demand su Sky (il dvd è acquistabile a prezzi affatto popolari). Episodio minore della filmografia del regista americano, minore fino ad un certo punto, trattandosi di un autore magnifico del quale ogni pellicola saltata è un'occasione persa. Purtroppo c'è da superare lo scoglio della irritante e inconcludente titolazione italiana; il 99% dei thriller che avete visto si sarebbe potuto chiamare Torbide Ossessioni, motivo per il quale il film rischia di essere accantonato in uno sperduto cassetto della vostra memoria un minuto dopo averne letto il titolo ("lo avrò già visto? il titolo non mi è nuovo? Aspetta era quello con coso? No... o era quell'altro con coso?"). In originale la pellicola si chiama The Underneath, si ispira al romanzo Criss Cross di Don Tracy e per altro è un remake dell'omonimo film del 1949 (con Burt Lancaster e Yvonne De Carlo) che in italiano fu Doppio Gioco. Intendiamoci, non che Doppio Gioco suoni particolarmente originale, ma 70 anni fa di thriller su grande schermo se ne erano visti molti meno e comunque il titolo risulta certamente più appropriato di un Torbide Ossessioni qualunque, che potrebbe essere indistintamente affibbiato a Basic Instinct, Psycho, Il Silenzio Degli Innocenti o Eyes Wide Shut, ma persino ad un film con Marina Lotar (anzi certamente ne esiste uno che si chiama così).

Venendo a Soderbergh, è curioso come la sensazione dello spettatore cambi ed evolva durante la visione. Si parte molto in sordina, quasi fosse un film tv, ambienti rarefatti, regia un po' mimetica, attori poco estrosi (devo ammettere che ho fatto un po' fatica a digerire Peter Gallagher, e d'altro canto Allison Elliot mi è sembrata davvero anonima). Il tocco d'autore si avverte prevalentemente su due piani, i colori e i piani temporali sfalsati, ovvero passato e presente si intersecano di continuo e lo spettatore deve essere bravo a coglierne i continui salti. Ad un certo punto tutto si stabilizza con una trovata piuttosto semplice, l'uovo di Colombo, Gallagher in alcune scene ha la barba in altre no. Via via che la storia procede la sceneggiatura si ingarbuglia, scendiamo più in profondità e la bidimensionalità iniziale acquista la sua terza dimensione. Il film si compie, prende i giusti binari e ci porta fino in fondo emanando forza magnetica. La regia di Soderbergh è - come sempre - narrativa e necessaria tanto quanto i dialoghi, la sua è una presenza che si avverte in modo "fisico", tangibile, come fosse uno degli attori in scena. La prima soddisfazione deriva proprio da questo, assistere con meraviglia a come Soderbergh giri ed interpreti una vicenda.

Senza gridare al capolavoro, Torbide Ossessioni è un ottimo thriller che registi con un curriculum assai più ampio di quello di Soderbergh agli esordi faticherebbero a concepire e girare con tanto acume e brillantezza. Un noir romantico fatto con poco, senza strafare, ma fatto bene; pochi elementi, tutti al posto giusto, armonizzati con gran gusto e immersi in un'atmosfera sospesa e dai cromatismi netti, del tutto peculiare. Peccato solo per la scelta del cast, non felicissima, ma immagino che anche questo rientri in una produzione che mantiene i costi calmierati e punta su altro. Lo spettatore rimane col dilemma se identificarsi o no con il protagonista, vittima e carnefice al tempo stesso, il cui volto "pulito" e capace di ispirare buoni sentimenti cela l'insidia di una psicologia davvero "torbida" (come torbide sono un po' tutte le figure che popolano il suo stesso mondo). Piccolo ruolo per Shelley Duvall, l'infermiera dell'ospedale.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica