Io Tigro, Tu Tigri, Egli Tigra (1978) è il seguito di Tre Tigri ControTre Tigri (Steno, 1977), film a episodi sempre con Pozzetto, Villaggio e Montesano. La cifra stilistica è quella del surreale, del paradossale, del grottesco. A suo modo ognuno dei tre episodi segue una linea bislacca ed irreale di declinazione della realtà, naturalmente in chiave espressamente comica. Si inizia con Pozzetto (che dirige se stesso), il quale assieme a Cochi Ponzoni progetta di ammazzare una riccona (una Angela Luce non più giovanissima ma ancora piacente), per ottenere soldi e libertà (Pozzetto è lo spiantato maggiordomo di casa, Cochi è il marito vessato). L'episodio è un susseguirsi di situazioni non-sense, ai limiti del demenziale; sebbene questo in realtà si avvicini abbastanza alla comicità extra-cinematografica del duo, nel complesso ho riso poco, l'atmosfera è veramente molto stralunata e a tratti sono rimasto perplesso. Naturalmente ci sono singoli momenti e battute comunque divertenti.
Si prosegue con Giorgio Capitani che dirige Villaggio (sceneggiano Castellano e Pipolo), scrittore di fantascienza con problemi sessuali; gli alieni arrivano davvero e sono esattamente quelli che Villaggio ha descritto nei suoi romanzi. Viene quindi sottoposto a una serie di test per verificare la compatibilità tra terrestri e alieni, per poi venir rifiutato come "puccio" (stronzo, in lingua aliena), buono solo alla riproduzione (ma la mitica regina nera di Fobos è una specie di cugino It con la proboscide). Episodio miserissimo come messa in scena, però talmente kitsch e deficiente da risultare a suo modo "cult". E alla fine si ride discretamente. Da notare la presenza di Nadia Cassini, praticamente per una sola posa, moglie di Villaggio e ovviamente strafiga colossale. Infine arriva Montesano, sempre diretto da Capitani (co-sceneggia Enrico Vaime) che, come bersagliere di leva, invade inavvertitamente la Svizzera, causando un grave incidente diplomatico. Anche questo è un episodio modesto, ma complessivamente si sorride qua e là, e Montesano, da bravo mattatore, riesce a tenere in piedi la baracca. Caratteristi in grande spolvero, dal terruncello bis Giorgio Porcaro (fa il prete) a Lionello che doppia il computer dei Fobos (un Hal 9000 all'amatriciana), e ci sono pure Boldi (cameriere), Felice Andreasi (generale vecchio stampo, che muore in un modo veramente improbabile) ed Erika Blanc (una coloratissima prostituta). Pellicola a mio avviso modesta, con alti e bassi, e per questo non del tutto riuscita; uno dei titoli minori del cinema comico di fine anni '70, decisamente inferiore al film diretto da Steno.