Ero stato messo severamente sull'attenti riguardo a Superman Returns: "film pessimo e noioso". E invece no, a me è piaciuto e a giudicare dai commenti che sento e leggo in giro, sono probabilmente anche l'unico sul pianeta...proprio come Superman. Per una visione della pellicola che possa risultare gratificante ecco i miei umili consigli:
1) non paragonare il nuovo col vecchio. Ovvio che i precedenti capitoli con Christopher Reeve siano altra cosa, ovvio che Brandon Routh non sia Reeve (impossibile avere quel fascino, quel carisma), ovvio che gli anni '80 non siano il 2006, ovvio che siamo post 11 settembre e molte altre ovvietà a seguire. Ovvio che tutto sia cambiato ma forse, arrivati al 5° film sull'eroe di Krypton - o al suo reboot, se preferite - era anche necessario rimescolare le carte per portare la gente al cinema. 2) non vedere Superman Returns "solo" come un film di fumetti e supereroi (incredibile sia io a dire questo), bensì come un storia d'amore, assai romantica, calata in un contesto fantastico. 3) applicare a Superman lo schema dello Spiderman di Sam Raimi, ovvero eroe tormentato, insicuro, sofferente, in conflitto. Lo specchio dei nostri tempi insomma, nei quali la spensierata opulenza degli anni '80 ha lasciato il posto all'incertezza, al nichilismo esistenzialista, alla fragilità del nuovo millennio. Siamo sull'orlo dell'autodistruzione e questo abbatte inesorabilmente le fondamenta di ideologie politiche e fedi religiose, giorno dopo giorno, lasciandoci in balia delle onde. Superman è tornato più debole, più emotivo, più umano. 4) non disprezzate affatto la sottotrama fatta di rimandi cristologici (sia tematici che iconografici) che il film offre. Evidente, cercato e voluto il parallelo con la figura del Cristo, del Salvatore, del Messia. Personalmente devo dire che tale sfumatura aggiunge profondità e sostanza al film e risulta tutt'altro che urtante. 5) godete degli effetti speciali, davvero splendidi. La parte iniziale del salvataggio all'aereo con lo Shuttle montato sopra è strabiliante. Pura gioia visiva!
Detto tutto ciò, pollice verso per Lex Luthor, ovvero Kevin Spacey. Ritenuto unanimemente uno dei più bravi attori in circolazione, a parer mio qui Spacey fa tanto dignitosamente quanto pigramente il suo mestiere. Stop. Il buon vecchio Hackman lo straccia ai punti. E pollice verso anche per Lois Lane, ovvero una Kate Bosworth inconsistente, nulla-significante. Stessa imbarazzante vittoria ai punti per Margot Kidder. Va detto anche che nel film la parte dell'emersione del nuovo continente "kryptoniano" è tirata molto per le lunghe, con scene di sconvolgimento geo-morfologico che alla fine fanno eco e si assomigliano tutte fra loro, se non fosse magari per il diverso angolo di inquadratura. Considerando che il film dura 150 minuti, qualcosa si poteva anche tagliare. Mi sono sentito coinvolto ed emozionato come un bambino durante la visione e non posso che essere lieto del fatto che il supereroe al quale mi sono sempre sentito più legato sin da bambino sia effettivamente tornato. Niente e nessuno potrà oscurare la magia dei capitoli con Christopher Reeve, l'unico vero Superman a casa mia, tuttavia il mondo ha ancora bisogno di quell'iconico eroe americano con la S stampigliata sul petto.