Striptease

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Striptease fu un vero colpo gobbo in quel 1996, film sull'argomento non è che se ne contavano a mucchi, Showgirls di Verhoeven precedeva di un anno Striptease ma in Italia uscì dopo e così il marketing per il film fu devastante. Demi Moore venne pagata a peso d'oro (12,5 milioni di dollari, all'epoca un record assoluto) per mostrare il suo fisico scolpitissimo e, soprattutto, le tette. Ogni singolo muscolo di quella donna venne massacrato per mesi; sedute indiavolate di palestra, una vera workaholic dell'esercizio ginnico, pesi, pilates, tapis roulant, addominali, yoga, Demi Moore si spaccò la schiena sulle panche per diventare un esempio di perfezione ellenica, e per il seno ricorse alle maniere forti, tagliando dal chirurgo e chiavi in mano in concomitanza con il primo ciak. Il risultato fu che la Moore in quei 115 minuti è una macchina da guerra, un livello totale di bellezza ed esaltazione del proprio fisico, inversamente proporzionale al suo aspetto fisico di qualche tempo dopo, vuoi per i travagli amorosi, vuoi per l'oscuramento professionale, vuoi per l'anoressia (effetto delle due cause precedenti).

Per attrarre il pubblico si badò a rendere il film più una commedia che un dramma, e si giocò molto sull'appeal erotico che un titolo del genere - schiettamente rivolto alle prodezze spogliarellistiche della Moore e delle altre attrici - doveva avere. Lo si fece di fino poiché, per quanto i numeri da palcoscenico non manchino, Striptease non cede pii granché al voyeurismo di un pubblico che forse si aspettava di più, qualche numero da cinema a luci rosse che di fatto non c'è. La trama si svincola dal mero spogliarello, Erin Grant, il personaggio della Moore, coltiva un rapporto ambiguo con la sua professione di "ballerina", da un lato la detesta, così come detesta il pubblico di ometti bavosi davanti al quale deve esibirsi ogni sera, ne è nauseata; dall'altro gradisce assai la stabilità economica che ne deriva. E' una ragazza che finisce a fare la stripper per caso, per ripiego, quasi per sbaglio, controvoglia insomma, come a riabilitarla moralmente (e quindi come ad intendere implicitamente che la stripper sia passibile di giudizio morale), d'altro canto le esibizioni della Moore sono sempre intense, sentite, autocompiaciute, alla Moore piace e parecchio che il pubblico (stavolta quello cinematografico, seduto in sala) la osservi e la veneri mentre piroetta a destra e manca. C'è una certa dicotomia tra la Grant e la Moore insomma, se il personaggio vive male le sue nudità, l'attrice ne gode con orgoglio, mettendo in mostra con vanità il meglio di sé e danzando come dovesse sedurre il mondo intero. Tutto quell'ardore, piuttosto evidente in chi guarda, rende poco credibile la storia che Erin Grant sia una "brava ragazza" che avrebbe preferito fare la bibliotecaria nei Musei Vaticani piuttosto che l'attrazione principale del club La Castorina Birichina, ma tant'è, Hollywood è fatta di menti semplici. Nel film c'è una scena nella quale la figlia di Erin (la vera figlia di Demi Moore e Bruce Willis) la vede ballare con movenze molto seducenti davanti al pubblico, indossando unicamente un perizoma; Erin ne rimane sconvolta, temendo che la bimba possa aver subito uno shock per aver visto sua madre fare "la facile". Nella realtà, fu chiesto a Demi se il fatto che sua figlia la vedesse veramente girare quella scena poteva costituire un problema; Demi rispose che "manco per idea...in famiglia incoraggiamo il rapporto con il corpo, è una cosa bella e naturale", per dire.

Chiaro che il clou del film siano le performance della Moore al suo bel palo di lap dance, "vestita" con lingerie provocantissima, e il clou nel clou siano gli strombazzatissimi topless dati in pasto al pubblico col contagocce (circa 2 minuti di pellicola su quasi 2 ore di film). Ovviamente tette di acciaio inossidabile. Anche se, a ben vedere, quella di Striptease era già la sesta volta che la Moore mostrava il seno al cinema (sebbene qui, col "rinforzino"). Demi in Striptease ha la stessa importanza di Schwarzenegger in Commando o di Stallone in Rocky; culto del divino, ammirazione dell'eccellenza fisica, sublimazione muscolare, non plus ultra estetico che rispetto a noialtri comuni mortali con la cellulite, la calvizie, la pancetta, il seno calante, l'alluce valgo, proietta l'attrice nel mondo del super omismo (nel suo caso super donnismo), un Valhalla raggiungibile solo con personal trainer, dietisti, mesi e mesi di esercizio, oltre ad anabolizzanti nel caso di Schwarzy e Sly, e silicone nel caso della Moore. Si narra che al primo provino di ballo della Moore furono stipendiate 200 comparse per fare da pubblico finto, tra questi anche degli attori, che accettarono di buon grado pur di vedere Demi Moore nuda. Il responso fu talmente entusiasta che si dovette interrompere la scena a causa dei rumori molesti dell'audience. Burt Reynolds gigioneggia come un matto nel suo ruolo di deputato repubblicano marcio e perverso, un personaggio kitsch e stupido all'inverosimile, però anche divertente (la scena nella quale annusa maniacalmente le mutandine trafugate di Demi Moore, interamente coperto di vasellina, è agghiacciante). Armand Assante è il poliziotto buono, Ving Rhames è il gigante altrettanto buono, guardia del corpo di Demi Moore (autore di alcune battute pregevoli). Da segnalare l'assurdo décolleté di Pandora Peaks - pornostar professionista - qui temporaneamente in prestito al cinema mainstream.

Striptease vinse diversi Golden Raspberry e Razzie Awards, come era lecito aspettarsi; il criticame andò a nozze con un film così concepito. Al di là dello snobismo congenito dei parucconi però, un appunto mosso al film è condivisibile, quello che praticamente tutti i personaggi spingono su di un registro da commedia (in alcuni casi anche platealmente comico, si pensi all'avvocato di Rhames, al proprietario dello strip club, all'ex marito di Erin Grant e al suddetto Reynolds), eccetto quello della protagonista, unicamente drammatico. La Moore insomma si prende troppo sul serio rispetto all'universo che la circonda, anche se ciò in sceneggiatura sarà stato appositamente voluto per esaltare e incorniciare ancor di più la Dea Moore rispetto alla platea di personaggi di minor calibro che la attornia. Striptease lo vidi al cinema e, a distanza di qualche lustro, l'ho rivisto in dvd. Il film in sé è carino e sciocchino al contempo, le due cose convivono tranquillamente e la sua visione si è confermata piacevole. Oggettivamente la Moore era veramente micidiale. idealmente ho assegnato questa pellicola ad una quadrilogia spogliarellistica costituita di mio arbitrio che coinvolge anche Showgirls, Go Go Tales e Zombie Strippers, e che vede naturalmente ogni singolo titolo recensito sul blog, portate pazienza.

Trailer ufficiale

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