"Fate largo all'avanguardia, pubblico di merda" - dopo aver visto Spostamenti Progressivi Del Piacere lo griderete anche voi in coro con Freak Antoni. Trattasi di film intellettualissimo di Alain Robbe-Grillet del 1971, dai risvolti erotici...che già se ti chiami Grillet parrebbe promettere bene, e invece andiamoci piano con l'erotismo, è tutta una questione di cultuva ed intelligenza. Grillet stesso dice di essersi ispirato alla Strega di Michelet, anzi alla lettura che dell'opera dà Barthes, il quale curò la prefazione del volume (1964). Ciò che il film ci mostra, su di un piano contenutistico ma estremamente simbolico e astratto al contempo, è la vicenda di una giovane donna che viene accusata di omicidio; seguiamo il suo "processo" sino a che la donna viene scagionata, ma proprio allora lei commette un vero omicidio, una sorta di copia speculare di quello per il quale era stata assolta, e così il cerchio si chiude.
Su di un piano concettuale Grillet si diverte ad esaltare il caos, la disfatta dell'ordine costituito (dove costituito sta per oppressivo, liberticida), tant'è che uno dei personaggi che nel racconto rappresenta l'Ordine (un prete) ce l'ha con la donna per il suo grave crimine, che non è l'omicidio, ma "l'invenzione", dunque la creatività, in ultima analisi, la libertà. Nel film la protagonista è un'artista, una pittrice d'arte contemporanea, ma è legata a doppio filo alla figura della strega, poiché sin da piccola dice di avvertire strane sensazioni, premonizioni, emana tentazione oscura, è un simbolo di perversità, ambiguità, sensualità (e quindi trasgressione). L'Ordine è rappresentato dal maschio adulto di razza bianca, declinato in tre figure, il poliziotto (un Trintignat non accreditato perché, per pura amicizia con Grillet, recitò gratuitamente), il giudice e il prete, tre poteri forti, tre tutori, appunto, dell'ordine. La giovane donna (Anicée Alvina) scardina ogni certezza, ogni fermezza, gettando i tre nella confusione, e guidandoli verso l'auto-annientamento, la disgregazione delle loro moralità e personalità (il poliziotto un po' meno, ma Grillet ne è convinto...). I poteri della ragazza però non si dirigono solo sui maschi, ma imperversano anche sulle donne, tant'è che chiunque le venga a contatto rimane sconvolta, dalle suore che la detengono in attesa di giudizio (una specie di convento con segrete medievali piene di strumenti di tortura....ma non sai mai se è la Alvina che si immagina tutto o se è la realtà), alla sua avvocatessa, che si lascia soggiogare e, alla fine, uccidere. Comunque tutte cedono su di un piano sessuale.
Il film è costato pochissimo, girato in 16 giorni e quasi tutto in interni (due, casa di lei e il convento) con pochissimi esterni (perlopiù una spiaggia e il cimitero del convento). Una sfida lanciata dal produttore a Grillet che spese solo 500 mila franchi di allora (pari a circa 2 milioni di oggi). Poi ci sono dialoghi e silenzi, silenzi e dialoghi, e non hai mai chiaro quale dei due abbia più senso. La recitazione è fatta di piccole smorfie, espressioni appena accennate, oppure, al contrario, paradossalmente caricaturali, come quelle del giudice (Michael Lonsdale). Una sottile ironia pervade il film, talvolta troppo sottile, e la cifra intellettualoide di Grillet prende il sopravvento, adoperandosi per un intensivo smembramento testicolare dello spettatore. L'erotismo inscenato da Grillet è sempre di stampo lesbo, sadomasochistico e feticista, piuttosto crudele, e non c'è mai un godimento evidente in chi "subisce" il piacere. Un erotismo algido, librario, asessuato, che a Grillet interessa relativamente, perché lui sta sovvertendo l'ordine in nome della creatività, mica può star dietro alle tette (che per altro sono tutte -ine -ine, come piace agli intellettuali, ché la quinta misura è volgave e va bene pev il popolo bue).
Ovviamente c'è un'attenzione spropositata verso i dettagli, gli oggetti, i colori, i contrasti cromatici, la scenografia è usata come un ulteriore attore. Spostamenti Progressivi Del Piacere segnerebbe il confine tra realtà e fanstasia, veglia e desiderio, un'opera di destrutturazione sistematica, scaturita da Michelet ma sospesa anche tra Sade e Laclos, Diderot e Voltaire. I personaggi non sono carne e ossa, ma rappresentano delle idee, delle tesi, e questo contestualizza anche quel senso di astrazione e alienazione costante. Grillet dichiarava che lui non aveva alcun interesse a "mostrare" la realtà, lui la "creava". E però, almeno in Italia, la realtà creata da Grillet piacque poco, perché il film fu sequestrato, processato e condannato alla distruzione, anche perché, per dirne una, delle suore che masturbano delle ragazzine non erano proprio il sogno dei crociati vaticani (...o si?)