Spogliamoci Così, Senza Pudor.. è una commedia a episodi del buon Sergio Martino, un regista una garanzia (....ma esisterà poi un film non bello di Martino? Probabilmente si, ma io nego fino alla morte). Quattro episodi: il primo ("Il Detective") vede Aldo Maccione intento a spillare soldi facili a mariti con la paranoia delle corna, e proprio mentre tenta di organizzare il finto adulterio dell'ennesima moglie, accade che il cornuto stavolta diventi proprio lui, visto che la moglie Maria Baxa se la intende col cliente presunto cornuto. Episodio affidato alla verve un po' troppo verbosa di Maccione, carino, ma il più debole dei quattro, e messo proprio in apertura.
Il secondo ("La Squadra di Calcio") è forse il migliore, o comunque se la gioca col successivo. Qui c'è uno spiantato Montesano, ciociaro e truffaldino, che fa l'allenatore di calcio ma ha una fedina penale piena di truffe. L'ultima è quella che lo vede spacciarsi per giocatrice di calcio oriunda italo-polacca (tutto imparruccato, col rossetto e le "zinne" finte), per far vincere la squadra sponsorizzata da un mobiliere del nord (la Mobilbello) e ricavarci un milioncino, in combutta con l'allenatore, suo ex compagno di partite combinate. Finirà che, schieratosi in barriera con le compagne su una punizione, riceverà un colpo alle parti basse che tradirà il suo reale status morfologico. Qui ogni battuta è un piccolo gioiellino, i dialoghi sono veramente preziosi e ben scritti (il soggetto del film, per altro, è anche opera di Raimondo Vianello) e Montesano è spumeggiante e mostruosamente in palla.
Il terzo episodio ("L'Armadio di Troia") è con Alberto Lionello, produttore di filmetti hard, sposato con Barbara Bouchet, figlia snob di buona famiglia ricchissima, che tiene il marito costantemente per le palle. Nadia Cassini (bomba di lussuria!) è l'amante di Lionello, un'attricetta francese scioccherella e sempre poco vestita. Accade che dei ladruncoli (Ninetto Davoli, Angelo Pellegrino e il super coatto Sergio Di Pinto) architettano il "colpo dell'armadio", ovvero far credere alla servitù di casa che la Signora (la Bouchet) abbia ordinato un pregiato armadio d'antiquariato (con dentro Davoli). Nottetempo, dall'armadio uscirà il ladro e saccheggerà la casa, mentre i padroni sono fuori, sul panfilo. Questo in teoria, ma l'imprevisto vuole che Lionello si porti a casa la Cassini all'insaputa della moglie, e la Bouchet, fiutando le corna, si precipiti a casa per scoprire il marito. In tutto questo, Davoli si finge l'amante omosessuale di Lionello, naturalmente nascosto nell'armadio; alla fine, esasperato, Lionello confesserà il tradimento alla moglie, ma soprattutto proclamerà il suo amore per le chiappe sopraffini, le cosce chilometriche e le tette special deluxe della Cassini. La moglie lo butterà fuori di casa, tenendosi la Cassini, e insieme sollazzeranno il fortunato Davoli (altro che le paturnie di Pasolini....).
Il quarto episodio ("La Visita"), vede Johnny Dorelli impegnatissimo a farsi dare la "prova d'amore" dall'amante Ursula Andress, moglie di un noto avvocato veneziano (Daniele Vargas). Lo stratagemma ideato è che Dorelli vada a palazzo fingendo di recarsi dal notaio del piano di sotto, per non dare nell'occhio; ma il notaio è morto proprio quel giorno lì, e nella solita girandola di boutade, Dorelli è costretto a sorbirsi la veglia funebre e poi addirittura a rivelarsi "figlio naturale" del notaio (la cui identità era rimasta un mistero da 10 anni), e tutto solo per non insospettire il marito della Andress, e possibilmente zifonare (finalmente) Ursula, cosa che per altro riuscirà a fare (il film si chiude proprio sulle autoreggenti della valchiria, qui immensamente bella e milf).
Le situazioni comiche si mantengono sempre su livelli garbati e mai volgari, magari per merito anche di Vianello, chissà. Certo è che gli attori sono magnifici, da Montesano a Lionello, comprese pure le bellocce scelte da Martino per i vari episodi. La Bouchet è un po' imbruttita dal ruolo (soprattutto ha una cofana in testa inguardabile), la Cassini e la Andress sono da sturbo ininterrotto. Secondo me il miglior pregio del film è il ritmo, buffo che abbia letto altrove invece che questo sarebbe tra le sue mancanze principali, ma del resto c'è anche chi preferisce il primo episodio a tutti gli altri. De gustibus, siamo in demograzzia, l'importante è che a Martino vengano tributati tutti gli onori del caso, perché questo regista era ed è un genio, l'onore del cinema italiano passa per di qua.