Sitcom

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Il debutto del regista francese François Ozon avviene nel 1998 con questo Sitcom, un film che ha più di 20 anni ma che pare girato ieri, sempre attuale e incredibilmente appropriato alla realtà dei nostri giorni. Il titolo può apparire fuorviante e generico ma a ben guardare non lo è; cosa sono le sitcom? Telefilm (pardon... serie tv) tutte interne a famiglie americane dove tra una risata e l'altra il politicamente corretto straborda e i sani valori intrisi di giusta moralità esondano dallo schermo per appiccicare melassa e diabete addosso allo spettatore. Ozon si serve di quella etichetta per rovesciare di 180 gradi il proposito del suo film, toni grotteschi, sferzanti, provocatori, decisamente scorretti, con i quali descrivere la sua agiata e tranquilla famiglia borghese protagonista della storia. Il tutto si svolge quasi esclusivamente dentro un appartamento dove persone entrano ed escono, accadono cose e l'apocalisse si compie. Una pellicola (si ricordi che è "appena" un esordio) che va ad impelagarsi con tematiche come l'omosessualità, il sadomasochismo, l'incesto, la pederastia, l'handicap, l'omicidio; non so cosa altro potesse intestarsi Ozon per disintegrare l'universo familiare tanto cario ai benpensanti. Il cavallo di Troia che fa esplodere il nido è un innocente topolino bianco di laboratorio (ma con degli occhietti rossi come un demone), che il capofamiglia porta in casa come futuro animaletto domestico. Accade che chiunque si rapporti al topino subisca una mutazione interiore; in sostanza il topo riesce a svelare la vera e più intima natura di ogni personaggio che da quel momento in poi inizia a comportarsi secondo il proprio istinto naturale, assecondando i propri bisogni, la propria indole più genuina e sincera. Ma dato che i rapporti interpersonali non sono quasi mai all'insegna della verità, tale epifania genera una sorta di guerra nucleare totale all'interno della casa.

Succede così che i due fratelli (fratelli per davvero anche nella vita) scoprano una sessualità piuttosto spiccata e famelica, omo per quanto riguarda Adrien de Van, sadomaso invece Marina de Van. Ciò coinvolge tanto il fidanzato di Marina (Stéphane Rideau), impreparato a tanta violenza psicologica, quanto il fidanzato della cameriera Maria (Lucia Sanchez), l'aitante professore liceale di educazione fisica Abdu (Jules-Emmanuel Eyoum Deido), il quale viene a sua volta morso dal topo (e infatti non a caso sviluppa anch'egli una fortissima propensione omosessuale che lo avvicinerà non poco a Adrien). La madre (Évelyne Dandry), molto ansiosa, sostanzialmente ignorata dal marito (François Marthouret), lasciata sola nell'educazione dei figli, insoddisfatta sessualmente e affettivamente, nonché affetta dal complesso di Giocasta (al contrario di quello di Edipo e quando la madre nutre un desiderio incestuoso nei confronti del figlio), trascura totalmente Marina (che infatti, profondamente infelice, tenta il suicidio ma nell'incidente rimane paraplegica) e cerca di "guarire" il figlio dall'omosessualità iniziandolo a quella femminile. Infine il padre, totalmente incurante di tutto ciò che accade in famiglia, superficiale, cinico, disinteressato, anaffettivo (e probabilmente latentemente omosessuale) risolverà il bailamme parentale in modo piuttosto drastico, anche se....
- SPOILER: il film inizia anticipando il climax, ovvero il padre che tornando a casa nel giorno del suo compleanno stermina la famiglia a pistolettate. E' però soltanto un sogno (probabilmente il suo desiderio recondito, essere finalmente lasciato in pace). Quando la moglie gli chiede i far sparire il topo perché origine di tutte le negatività venutesi a creare in famiglia, lui lo cucina nel forno a microonde e poi se lo mangia. Succede però che si trasforma kafkaniamente in un gigantesco ratto e a sua volta che aggredisce moglie e figli al loro ritorno da un incontro con uno psicoterapeuta. Verrà ucciso a coltellate.

Succede sovente che il cinema italiano faccia dei remake di commedie francesi. Non mi stupisco affatto che dal '98 ad oggi nessuno si sia preso la briga di rifare il film di Ozon. Oltre agli argomenti tutti assai spinosi e scabrosi per un pubblico perbenista e pigro abituato a commedie facilotte e vuote contenutisticamente, Sitcom è alquanto forte visivamente. Gli amanti omosessuali si baciano esplicitamente, la madre si introduce in camera del figlio con una vestaglietta sexy e giace con lui, Marina De Van frusta il fidanzato (costretto a conciarsi come un pleasure slave, vestito di anelli di metallo e fasce di pelle nera) e persegue disperatamente l'orgasmo che la paraplegia le nega, il topolino percorre i corpi delle donne di casa quasi amoreggiando con loro, inoltre c'è una scena dal sapore un po' brassiano (a causa della situazione erotica e del ricorso ad un fallo di gomma) nella quale la cameriera peperina Maria, in quanto spagnola, illustra a Adrien quella pratica sessuale che porta il nome della sua provenienza geografica, la "spagnola" appunto. Impossibile immaginarsi un Luca Argentero, un'Ambra Angioini, un Marco Giallini o un'Alba Rohrwacher prodigarsi in questi personaggi e soprattutto in queste situazioni senza che una sceneggiatura  prudentemente edulcorata e ammansita. E invece la forza del film di Ozon sta proprio nella sua sfacciataggine, nella sua irriverenza che dà forza e vitalità alla puntuale demolizione della famiglia (in questo caso) francese, con i suoi finti valori perfettamente stigmatizzati dai tappi per le orecchie per non sentire e dalla mascherina per non vedere che rispettivamente la Dandry e Marthouret indossano quando vanno a dormire. Per anni non hanno visto, capito, ma soprattutto voluto vedere e capire cosa accadeva tra loro ed ai figli, col risultato che, una volta oltrepassato il punto di non ritorno, niente potrà più essere colme prima. Davvero interessante lo stratagemma del topolino, un detonatore di morte e verità, che porta la pellicola in territori fantastici, con tanto di doveroso omaggio alla Metamorfosi di Franz Kafka, autore principe dello straniamento, dell'alienazione e del senso di inadeguatezza.

Trailer ufficiale

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